UOMINI IN MARCIA Il trailer e il manifesto del film documentario  di Peter Marcias

Fargli festa, al lavoro, come in quasi tutto il mondo il 1° di Maggio, significa riconoscergli un carattere di oggetto fondatore, quindi ‘sacro’, quindi degno di un rispetto – laicamente – religioso.
Nella sua forma di arte altamente ‘popolare’, il cinema contribuisce a ricordarci proprio questo.

Come ce lo ricorda lo Statuto dei Lavoratori, che, grazie a Giacomo Brodolini, mise l’Italia all’avanguardia della vita civile e sociale: lo Statuto tradusse in legge il magnifico articolo 1 della Costituzione: “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro…”

UOMINI IN MARCIA

Il trailer e il manifesto del film documentario  di Peter Marcias:

 

MANIFESTO

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TRAILER

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il link del trl su YT : https://youtu.be/b1Ug4Bpf0FY

 

Qui tutti materiali stampa:

https://www.mimmomorabito.it/cinema_roma_2023/UOMINI_IN_MARCIA/Uomini_in_Marcia.html

L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro…”

Uomini in marcia, scritto e diretto da Peter Marcias, dall1 giugno – il giorno che precede la Festa della Repubblica – sarà distribuito nelle sale cinematografiche da Notorious Pictures: da oggi, disponibili il trailer e il manifesto.

A ridosso della Festa del lavoro del Primo Maggio,  la distribuzione in Italia sarà preceduta dall’anteprima nazionale pubblica a Carboniagiovedì 2 maggio, Cine-Teatro Centrale, ore 18.

Il film documentario – prodotto da Agnese Ricchi e Mario Mazzarotto per Ganesh produzioni, Ultima Onda produzioni, in collaborazione con Rai Cinema, Aamod, Cineteca Sarda Società Umanitaria, Morgana Studio, con il sostegno della Fondazione Sardegna Film Commission – Bando Filming Cagliari -, è stato presentato in anteprima mondiale alla diciottesima edizione della Festa del Cinema di Roma (Selezione Ufficiale, “Special Screening”).

Mentre tutto cambia intorno a noi, ci domandiamo: cos’è questa crisi? La fine del capitalismo moderno? Il ritorno di Keynes?

Uomini in marcia di Peter Marcias vuole essere uno sguardo indietro, al recente passato, per marciare insieme a chi ha combattuto e difeso un diritto, vitale e fondamentale, oggi sempre più negato e svilito nel suo significato etico: quello al lavoro e alla sua dignità. Voci di lotta, interviste, riflessioni vibrano nel magma fluttuante delle immagini di repertorio, a ricordarci che la storia siamo noi. Un viaggio istruttivo nelle campagne e nelle fabbriche, nelle Isole, al Nord e al Sud del Paese.

Insieme alle testimonianze di Ken Loach (inflessibile narratore della working class) e di Laurent Cantet (autore dallo sguardo veramente incisivo che osa temi durissimi come lo scontro sociale e generazionale insieme) e alle voci di Peppino La Rosa, Giampaolo Puddu, Bruno Saba, Antonello Cabras, Salvatore Cherchi, la voce narrante principale è di Gianni Loy, professore di diritto del lavoro all’Università di Cagliari dal 1975 al 2014, scrittore e poeta.

Necessarie, anche le testimonianze d’archivio: Giuseppe Di VittorioGiacomo Brodolini, il padre dello Statuto dei Lavoratori, Laura Conti, Gino Giugni, Luciano LamaArrigo MiglioMario Scelba…

I ricordi delle battaglie dei lavoratori del Sulcis-Iglesiente, le miniere, le proteste, la chiusura delle fabbriche, i sindacati, la marcia per lo sviluppo, la riqualificazione di alcune aree, la tutela dell’ambiente…

Un viaggio in Italia e una storia in cui temi universali come il diritto al lavoro diventano una visione comune attraverso i volti, le voci, i colori, ma anche il dolore e la passione di uomini e donne.

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[…] La nostra Costituzione dice che c’è il diritto allo sciopero, cioè il diritto a lottare, il diritto al conflitto, perché da questo possono nascere migliori condizioni di vita per i lavoratori.

In fondo è grazie a quel diritto al conflitto che la Costituzione riconosceva con il diritto di sciopero che poi sono arrivate le nuove leggi in attuazione disegno costituzionale. Lo Statuto dei lavoratori è arrivato nel 1970, ma è arrivato a seguito di grandi manifestazioni dei lavoratori, di grandi lotte operaie, di un’ideologia che accettava e cercava di trasformare quei principi della Costituzione in realtà […]

[…] il tema vero non è soltanto una repubblica fondata sul lavoro, che è il principio, lo scenario, ma quanto poi viene detto successivamente e cioè che tutti hanno il diritto al lavoro, che lo Stato deve rimuovere gli ostacoli perché tutti possano lavorare dignitosamente […]

(Gianni Loy, dai dialoghi del film)

[…] Ciò che è cambiato negli ultimi due decenni, tre decenni, è che fino a poco tempo fa pensavamo che se non avessimo vinto questa volta, avremmo vinto la prossima o quella dopo ancora o tra 20 anni, 50 anni. Un giorno vinceremo. Ora non abbiamo questo lusso. Non abbiamo il lusso del tempo […]

(Ken Loach, dai dialoghi del film)

[…] Oggi ho l’impressione che la crisi sia ancor più forte di quella di quindici anni fa. Tutto

è peggiorato, ciò significa che si è pronti ad accettare qualsiasi condizione di lavoro. Poiché c’è molta disoccupazione e non si vuole perdere il lavoro, si è pronti ad accettare tutta la violenza dell’ultraliberismo, così com’è stato gradualmente implementato. Solo perché le condizioni sociali sono peggiorate, non possiamo più permetterci di non giocare questo gioco […]

(Laurent Cantet, dai dialoghi del film)

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NOTE DI REGIA

Dopo l’uscita in sala nel 2018 del mio film documentario Uno sguardo alla Terra tornai a Carbonia e rimasi colpito, rovistando tra gli archivi del Centro Servizi Culturali Carbonia della Società Umanitaria – Fabbrica del Cinema, da un evento che legò nel 1992/93 ventisette comuni del Sulcis Iglesiente e relativamente al quale il Centro stesso aveva già avviato un importante lavoro di raccolta di testimonianze e documentazione, con l’obbiettivo di restituire alla memoria collettiva, proprio attraverso la realizzazione di un film, uno degli episodi più importanti della storia del lavoro nel territorio.

Quelle persone marciando dapprima nel loro territorio, per poi arrivare a Roma, unendo la loro “voce”, davano un forte segnale al resto dei lavoratori italiani. E proprio quella marcia di uomini, donne e bambini, fece da apripista di tante lotte per il lavoro nel nostro Paese.

Ma cosa è successo prima di quell’evento? E cosa sta accadendo ora? Da quel momento in poi ho iniziato a “disturbare” e interrogare lavoratori, sindacalisti, politici, professori di diritto, registi, cantanti, per farmi raccontare il mondo del lavoro in Italia.

Volti, voci, colori, suoni, dolore, passione e soprattutto tante immagini. Man mano il racconto prendeva forma. Volevo ripercorrere alcuni dei momenti salienti della questione “lavoro” nella nostra nazione, e di riflesso nella mia Sardegna. Un passato doloroso e un presente poco chiaro, complici gli errori della classe dirigente di ogni epoca.

L’incontro, con il mio professore universitario Gianni Loy, poi con il maestro Ken Loach,  Laurent Cantet e altri, mise in ordine le mie idee. Il grande regista inglese, autore di capolavori indiscussi, in due giorni a Londra, mi ha mostrato la sua “radiografia” della Terra. Ho avuto così gli spunti per chiudere la mia opera che racconta certo tematiche del lavoro, ma sottolinea l’importanza e l’impegno di uomini e donne qualunque per il futuro delle nuove generazioni. Possiamo salvarci,  se abbiamo cura dell’ambiente che ci ospita. Tutto passa da lì.

Temevo di realizzare un saggio, invece mi pare di no: è stato un pretesto per studiare e andare avanti nel mio lavoro. La storia va sempre tenuta in considerazione, perché il futuro va affrontato con grande consapevolezza. (Peter Marcias)

 

 

PETER MARCIAS – sceneggiatore/regista

Peter Marcias (Oristano, 1977) esordisce con numerosi corti, tra cui OliviaIl Canto delle Cicale e Sono Alicepresentati nei festival internazionali di Taipei, Giffoni, Istanbul e São Paulo. Di seguito realizza la sua opera prima Un attimo sospesi (2008) con Paolo Bonacelli, Nino Frassica e Ana Caterina Morariu, e successivamente I bambini della sua vita (2011) che ottiene il Globo d’Oro per la migliore attrice a Piera Degli Esposti. Nel 2012, Dimmi che destino avrò è presentato al Torino Film Festival, e La nostra quarantena, interpretato da Francesca Neri, è evento speciale alla Mostra Internazionale del cinema di Pesaro e finalista ai Nastri D’Argento. Ha diretto alcuni documentari, Liliana Cavani, una donna nel cinema (2010), presentato alle Giornate degli Autori della Mostra di Venezia e al Moscow International Film Festival, Tutte le storie di Piera (2013), Torino Film Festival e Nastro d’Argento Speciale, Ma la Spagna non era cattolica? (2007) e Silenzi e parole (2017) entrambi riguardanti le tematiche LGBTQIA+. Nel 2018 è al Festival di Trieste, Londra e Guangzhou, con Uno sguardo alla Terra. Nello stesso anno torna alle Giornate degli Autori della Mostra di Venezia con il breve film L’unica lezione, dedicato alla figura del regista iraniano Abbas Kiarostami.

Nilde Iotti, il tempo delle donneil suo film documentario del 2020, con la partecipazione di Paola Cortellesi, prodotto da Mario Mazzarotto per Ganesh Produzioni e Movimento Film, è stato presentato alle Giornate degli Autori nell’ambito della 77. Mostra di Venezia. Ha ottenuto la candidatura ai Nastri D’Argento, ed è uscito nelle sale italiane e in streaming distribuito da I Wonder Pictures. In tv è stato trasmesso da Sky Arte e La7.

Le sue opere testimoniano un forte interesse per un cinema legato a tematiche artistiche, sociali e politiche.

2023 Uomini in marcia [doc]

2022 Lo sguardo esterno [cm]

2022 Pensaci [cm]

2021 Una nuova voce [cm]

2020 Nilde Iotti, il tempo delle donne [doc]

2018 L’unica lezione [cm]

2018 Uno sguardo alla Terra [doc]

2017 Silenzi e parole [doc]

2017 Strollica [cm]

2016 Il mio cane si chiama vento [cm]

2015 La nostra quarantena

2014 Sono uguali in vacanza [cm]

2013 Tutte le storie di Piera [doc]

2012 Il mondo sopra la testa [cm]

2012 Dimmi che destino avrò

2011 I bambini della sua vita

2010 Liliana Cavani, una donna nel cinema [doc]

2008 Un attimo sospesi

2007 Ma la Spagna non era cattolica? [doc]

2006 Bambini [episodio: Sono Alice]

2004 Il canto delle cicale [cm] 2003 Olivia [cm]