CONFIDENZA recensione di Catello Masullo

CONFIDENZA recensione di Catello Masullo

 

(credits e sinossi da CINEMATOGRAFO.IT)

 

CONFIDENZA

ITALIA 2024

Sinossi: Di cosa ha più vergogna Pietro, del segreto inconfessabile che racconta a Teresa, la donna che dice di amare, o della sua intera esistenza, costruita per sembrare migliore di quello che è?

Regia: Daniele Luchetti

Attori: Elio Germano – Pietro, Federica Rosellini – Teresa, Vittoria Puccini – Nadia, Isabella Ferrari – Tilde, Giordano De Plano – Itrò, Pilar Fogliati – Emma adulta, Roberto Latini – Marcello, Luca Gallone – Franchino Gilara, Bruno Orlando – Claudio Petrini, Sofia Luchetti – Emma bambina

Sceneggiatura: Francesco PiccoloDaniele Luchetti

Fotografia: Ivan Casalgrandi

Musiche: Thom Yorke

Montaggio: Aël Dallier Vega

Scenografia: Paolo Bonfini

Durata: 136

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Tratto da: romanzo omonimo di Domenico Starnone

Produzione: MARCO COHEN, FABRIZIO DONVITO, BENEDETTO HABIB, DANIEL CAMPOS PAVONCELLI PER INDIANA PRODUCTION, VISION DISTRIBUTION

Distribuzione: VISION DISTRIBUTION

Data uscita: 2024-04-24

NOTE

– IN CONCORSO AL 53. FESTIVAL DI ROTTERDAM (2024).

 

Recensione di Catello Masullo: Daniele Luchetti, 64enne romano, 23 film da regista, 20 da sceneggiatore, 9 da attore, 14 premi e 40 nominations, non ha mai sbagliato un film. Figlio di uno scrittore, nipote di un pittore, studi classici (ha studiato Lettere e Storia dell’Arte, ma prima ancora si è diplomato al prestigioso liceo classico Giulio Cesare di Roma), prima di frequentare la scuola di cinema Gaumont. Ha collaborato più volte con lo scrittore Domenico Starnone, con il quale ha co-sceneggiato “La scuola” (1995) (tratto dal romanzo di Starnone “Ex-Catedra” dell’85), “I piccoli maestri” (1998) (sempre da Starnone “Sotto banco”, del ’92), “Lacci” (2020) (dal romanzo omonimo). Anche questo suo ultimo “Confidenza” prende lo spunto da un romanzo di Starnone, il quale, però, non ne ha firmato la sceneggiatura, scritta dallo stesso regista a 4 mani con Francesco Piccolo. Di tutta evidenza ci sono corde dell’anima che suonano all’unisono tra Luchetti e l’insegnante/scrittore napoletano. Luchetti ha confessato che, quando legge Starnone, scopre sempre cose che sono già profonde dentro di sé. Si compie una sorta di trilogia sentimentale tra Luchetti e Starnone (Lacci + Scherzetto + Confidenza), che vede l’amore come una lava di vita grezza, una eruzione di sentimenti. “Confidenza” è il film più ambizioso, e più compiuto di Luchetti. Un film che analizza in profondo il concetto della “maschera”, attraverso un percorso interiore, che richiama alla mente atmosfere da romanzo ottocentesco russo, attraverso la scomposizione dell’io. Che molto ha a che fare con il mestiere di attore, una persona che teme sempre di essere scoperto, e pensa di essere un impostore, come d’altra parte è nella natura dell’attore, che lavora sulle imposture. Ma è anche un film di premonizioni e di rapporto con l’invisibile. Sempre ambiguo, di grande carnalità. Di grande suggestione il filo tematico del continuo rivedersi. Con la paura che guida sottilmente l’evoluzione del loro legame. Il film è curato in ogni aspetto. Con interpretazioni di intensità cosmica. Un lavoro di grande creatività sulle musiche (si veda lo scambio con il regista qui sotto, di seguito). Una confezione di classe. Un piacere sinestetico per anima e corpo, di quelli da non perdere.

Curiosità, ho chiesto al regista: “Daniele, un paio di curiosità, come hai lavorato con l’autore delle musiche, Thom Yorke, che hanno a tratti sentori acquatici, che sembrano suggerire quasi una fluidità ostacolata, a volte sul punto di essere interrotta, a volte sentori vetrosi, di un incedere faticoso, a volte con estesa varietà strumentale, a tratti in sovrapposizione parossistica a leggere la confusione mentale del protagonista, a tratti ritmi inalzanti. I quartieri di Roma, Labaro e Quadraro, cosa hanno di matematico?”. Questa la risposta di Daniele Luchetti: “i nomi vengono dal libro. Mi piace moltissimo che si chiamino come una fermata della metro. In tanti casi esco senza ricordarmi i nomi. Ma quando li azzecchi. Come Vella, della vicenda de Il consiglio d’Egitto di Leonardo Sciascia. Nel caso di queste due zone geografiche, abbiamo anche girato al Quadraro. Labaro mi fa pensare ad una donna che fantasticò le musiche. Abbiamo fantasticato tanto. Anche senza musicista a fianco, tanta sperimentazione. Quando Tom mandava i provini faceva il basso o il canto dei fiati a voce. Ed io gli dicevo, tienimi la voce. Il gruppo che suona alcune canzoni, orchestra jazz con parti scritte e parti improvvisate, orchestra elettronica e sinfonica. Con il massimo della libertà di contraddire un linguaggio unico, sentivamo che il film aveva grande compattezza e con la prossimità musicale di Federica” (Rosellini, ndr).

 

Valutazione Sintetica: 8