VENEZIA 76 : VOJTAŠŠÁK, I GIORNI DEI BARBARI UN FILM DI ALBERTO DI GIGLIO E LUIGI BONESCHI

VOJTAŠŠÁK, I GIORNI DEI BARBARI
UN FILM DI ALBERTO DI GIGLIO E LUIGI BONESCHI
SUL VESCOVO JÁN VOJTAŠŠÁK (1877-1965)
MOSTRA INTERNAZIONALE D’ARTE CINEMATOGRAFICA
VENEZIA 76
SPAZIO TROPICANA
FONDAZIONE ENTE DELLO SPETTACOLO
Hotel Excelsior- Lido di Venezia
29/08/2019 h 15.30
Mons. Davide Milani – Presidente Fondazione Ente dello Spettacolo
Andrea Fagioli- Critico Televisivo di Avvenire
Gianpaolo Romanato-Storico
Don Peter Jurcaga- Postulatore Causa di Betificazione di Jan Vojtassak
Alberto Di Giglio-Regista
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“Si trattò di una distruzione della persona e della dignità umana sotto la terra nera…”.
Ján Vojtaššak
VOJTAŠŠAK- I GIORNI DEI BARBARI
Un fILM
di Alberto Di Giglio e Luigi BoneschI
MILAN KASAN – Ján Vojtaššak
CESARE BASTELLI- Camera e Direttore della Fotografia
IVAN ZUCCON-Montaggio
BEPPE FRATTAROLI-Musica
IL PERCHÈ DI UN FILM
Un’esperienza drammatica e straordinaria è quella che gli autori del film documentario VOJTAŠŠAK: I GIORNI DEI BARBARI, Alberto Di Giglio e Luigi Boneschi, hanno inteso riportare alla luce. In primo piano Ján Vojtaššak (1877-1965), vescovo slovacco perseguitato tra gli anni ’50 e ‘60, uno dei personaggi più significativi nella Chiesa cattolica europea del XX secolo, ammirato da Giovanni Paolo II che fu tra i primi a voler pronunciare il suo nome dopo anni di carcere e decenni di oblio. E che soprattutto e malgrado tutto, mai fu dimenticato dal popolo cui apparteneva.
Vojtaššak: simbolo della Chiesa del ‘900 che ha sofferto persecuzioni atroci di cui pochi parlano. Mentre costituiscono un momento storico essenziale per capire le tragedie del ‘900. Avvenimenti sempre attuali perché tutto nel tempo può ripetersi se non è conosciuto. Eventi che non possono mancare nella memoria storica dei contemporanei, per non dimenticare. Non dimenticare cosa? Che la fede è invisa a ogni totalitarismo ed è uno dei fondamenti di quel concetto così apparentemente scontato come la libertà. Che la preghiera e un’intensa spiritualità sono tra le poche armi che salvano quando ci si trova come Vojtaššak “sotto la terra nera”.
Citiamo più estesamente dallo scritto autobiografico dove il vescovo accennava agli interrogatori subiti ad opera degli aguzzini del regime comunista cecoslovacco: “… inutile descrivere i dettagli … Si trattò di una distruzione della persona e della dignità umana sotto la terra nera … con atti atroci di sadismo fino all’immiserimento del corpo e all’annientamento psicologico”. Una frase dove, secondo gli autori, c’è tutto o almeno c’è molto Vojtaššak: orgoglioso e magnanimo come un cristiano a volte sa essere.
IL COME DI UN FILM
Il filmato, di cui presentiamo un’anteprima di 28 minuti, e avrà una durata finale di circa un’ora, è tre cose insieme. 1) Una pellicola di fiction (realizzata grazie alla straordinaria collaborazione della gente slovacca da cui è scaturito un sorprendente interprete come Milan Kasan). 2) Un documentario storico che grazie a immagini inedite degli archivi della ex Cecoslovacchia, la presenza eccezionale del cardinale Tomko e di altri importanti testimoni, ci spiega una pagina appassionante e sconvolgente del ‘900. 3) Un reportage in alcuni dei luoghi più significativi di un paese bellissimo che la maggioranza degli Italiani colpevolmente ignora: la Slovacchia del paese natale di Zakammené, della suggestiva sede episcopale di Spišská Kapitula, del tenebroso carcere di Leopoldov.
LA VITA
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, con l’instaurazione del regime comunista,Vojtaššak (vescovo di Spišská Kapitula, uno dei tre vescovi slovacchi della Cecoslovacchia post 1918) venne perseguitato attraverso privazioni e torture, arresti e processi illegali: fino a ricevere una condanna a 24 anni di carcere per presunte attività politiche e di spionaggio a favore del Vaticano. Accadde nel contesto di una sistematica repressione del governo della CSSR tesa ad estirpare la religione dalle coscienze e dalla vita dei fedeli cattolici. Tentativo violento e doloroso, ma fallito. Vojtaššak morì infine nel 1965, vicino Praga, esiliato e rimosso da qualsiasi contatto con la sua diocesi e nazione slovacca.
Una figura unica, una vera “roccia della fede” e modello di coraggio per tanti dissidenti per la libertà e di quella “Chiesa del silenzio” che contribuì al crollo del regime totalitario cecoslovacco nel 1989.
GLI AUTORI DEL DOCUFILM
Alberto Di Giglio e Luigi Boneschi. Registi, documentaristi e autori cui si devono molti filmati di carattere biografico, storico, sociale, religioso e culturale. Insieme hanno realizzato: Troverai un cuore (2017, sulla beata marsigliese Maria Deluil Martiny-Maria di Gesù); Luigi Gonzaga. Volti di un santo (2018). Singolarmente citiamo: Alberto Di Giglio: Col vento nel petto. Vita di Contardo Ferrini (2015), Porziuncola. La porta del cielo (2016, dedicato a San Francesco d’Assisi e al luogo della sua morte), La Sacra Sindone (varie edizioni, 2010); Teresa di Gesù Bambino e la scoperta del Volto Santo (2006, dedicato a Santa Teresa di Lisieux). Luigi Boneschi: La selva delle lettere (2010, vite di 24 scrittori italiani da Dante Alighieri a Montale); A est di dove? (2005-2006, sul post comunismo europeo); I militi ignoti della fede (2013-2015, sulle persecuzioni subite dalla Chiesa nei regimi comunisti, in particolare: La notte dei barbari: Korec e la Chiesa del silenzio in Slovacchia; L’inverno della fede: il dramma dei greco-cattolici slovacchi; Praga tragica: Vlk e la Chiesa del dissenso in CSSR; Croci di Moravia: con Navratil sulle orme di Cirillo e Metodio).