RICORDO DI GIORGIO FANARA, UOMO DI CINEMA E DI TANTE ALTRE COSE
Catello Masullo
Giorgio Fanara questa sera (sabato 28 settembre 2019) doveva essere a cena a casa mia. Me lo aveva confermato non più tardi di mercoledì. Ed invece ieri Andrea Mazzillo, ex Assessore della Giunta Raggi, mi informa che, inaspettatamente, giovedì mattina un malore ha troncato la vita di Giorgio Fanara nella stazione ferroviaria di Milano. Giorgio Fanara e’ un mio amico. Un vecchio, vero amico. Non “carissimo”, aggettivo che si attribuisce viepiù con un’insopportabile e ipocrita faciloneria, ma “vero”, un amico che viene dai cinque anni di liceo trascorsi assieme, quando si costruiscono le amicizie per la vita, in quanto, almeno all’epoca, disinteressate, di quelle che magari non ti vedi e non ti senti per decenni, ma quando le incontri, le abbracci come fratelli. Ci conosciamo da 52 anni. E ci vogliamo bene da altrettanti anni. Quando qualche comune amico, o ex vetero liceale mi chiedeva di lui, e soprattutto quando mi chiedevano cosa facesse nella vita, mi risultava sempre un po’ difficile rispondere. Giorgio e’ stato impegnato in tante di quelle cose diverse, e sempre ad altissimo livello, che era davvero impegnativo inquadrarlo in una casella. O, almeno, in una sola casella. Non gli piaceva vantarsi delle cose straordinarie che faceva. Era schivo, non ne parlava mai. Anche adesso, digitando il suo nome su Google, scopro cose che non sapevo (o quasi). Nell’ordine, facendo la tara ad un omonimo “intruso” musicista ed accordatore di pianoforti : 1) su La Repubblica : “I miei ruoli? La Sindaca Raggi sapeva tutto” (riferimento al ruolo di consigliere dell’Assessore Mazzillo, ndr.). 2) Intervista a Siracusa News, in qualità di Amministratore Delegato del Resort di Ognina. 3)Candidato a consigliere regionale del Lazio per Forza Italia. 4) Intervista su Radio Radicale, della durata di ben 21 minuti, sulla “par condicio”, in qualità di editore di “Villaggio Media”. 5)Ricevuto dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, in qualità di responsabile dei rapporti esteri della Associazione Nazionali Reduci dall’Internamento, dalla prigionia e dalla guerra di liberazione (sulla cui rivista cartacea ho pubblicato le mie prime recensioni cinematografiche, un secolo fa, ndr.). 6) il giornale.it : Giorgio Fanara mette a punto il gemellaggio tra la Festa Internazionale del Cinema di Roma ed il Tribeca Film Festival di Robert De Niro. 7) Organizzatore della missione della protezione Civile Italiana nelle Filippine di assistenza alle popolazioni colpite da calamità. E mi fermo qui.
Ogni tanto, anche a distanza di più anni, mi chiamava, mi parlava di una sua idea. O mi chiedeva un parere o un aiuto. Come quando mi trascinò nello Zaire, dove era responsabile di un enorme villaggio turistico, “La Rwindi”, sotto i meravigliosi vulcani dei Virunga, dove resistono rarissimi gorilla di montagna, oramai quasi estinti. Aveva un problema di acqua potabile. Che mi fu facile risolvere, bastò spostare la presa di acqua dal fiume a monte dello scarico delle fogne….
Oppure quando mi portò a New York per fare una favolosa proposta di creazione di un “Villaggio Italia” a Manhattan. Un progetto ambizioso ed entusiasmante. Subito dopo vennero giù le torri gemelle, e, purtroppo, non se ne fece più nulla.
Giorgio Fanara e’ anche il “colpevole” della mia avventura nel Rotary. Fu infatti il mio socio presentatore al Rotary Club Roma Cassia, di cui sono ancora entusiasta socio dal 1993.
Ma, per ragioni che non sfuggiranno a chi mi conosce appena un po’, mi piacerebbe parlare dell’uomo di cinema. Giorgio per molti anni ha fatto la spola tra Roma e New York. Guadagnandosi la stima e la sincera amicizia dell’allora ministro dell’economia dello Stato di New York, Charles Gargano, di origini italiane. Tramite il quale divenne consigliere e collaboratore del Governatore Pataki. Subito dopo l’attentato terroristico alle torri gemelle, tutta la zona del Trade Center cadde in una depressione economica dalla quale sembrava impossibile uscire. Robert De Niro propose allora, per rivitalizzare l’area, di creare il Tribeca (triangle below canal, ndr.) Film Festival. Il governatore Pataki accolse con grande favore la proposta e la finanziò generosamente. Ma, non potendosi occupare personalmente della gestione di questi fondi, incaricò di farlo Giorgio Fanara. Che venne così proiettato nel mondo del cinema, ai massimi livelli. La cosa in Italia era ignota ai più. Ma non a quelli più attenti. Se ne accorse, infatti, Goffredo Bettini, il più abile king maker e organizzatore dietro le quinte che abbia mai conosciuto. Quando a Walter Veltroni, allora Sindaco, venne in mente di creare un grandissimo Festival di Cinema a Roma, per avere la certezza della riuscita, chiese di occuparsi della organizzazione al più bravo di tutti, a Bettini. Il quale capì subito che occorreva fare il “botto” già dalla prima edizione ( a Roma si usa dire che “chi mena pe’ primo, mena du vorte!”). E puntò in alto. Molto in alto. Chiese a Giorgio Fanara di portare alla prima edizione della Festa Internazionale del Cinema di Roma nientemeno che Robert De Niro, il massimo attore mondiale. Giorgio cercò di dissuaderlo. Conoscendo bene De Niro ed i suoi molteplici impegni. E soprattutto i suoi costi. Ma se c’era qualcuno che poteva portare De Niro a Roma, questo era Giorgio Fanara. De Niro non chiese soldi (però al comune si ricordano ancora il costo del volo executive privato….), ma solo di avere il passaporto italiano dalle mani del Presidente della Repubblica. Più facile a dirsi che a farsi. Questo e’ stato uno dei maggiori capolavori di arte diplomatica del nostre eroe. Il passaporto lo doveva emettere il consolato italiano a New York. Senonché De Niro pochi giorni prima aveva rilasciato dichiarazioni a dir poco offensive sulla associazione degli italo-americani di New York. Ed il console italiano fece di tutto affinché il passaporto italiano a De Niro non fosse rilasciato. Si dovette però piegare alla richiesta esplicita del Presidente Giorgio Napolitano. E lo dovette materialmente far fare. Mettendo però in pratica una subdola tecnica dilatoria per far fallire la consegna a De Niro durante la festa di Roma, affidandone, burocraticamente, l’invio a Roma mediante una lentissima valigia diplomatica. Il nostro Giorgio, però, aveva conquistato la simpatia (in questo era imbattibile) della segretaria del console, la quale disse in un orecchio a Giorgio : sul mio tavolo c’e’ una busta con il passaporto di De Niro, che la settimana prossima sarà inviato per corriere diplomatico. Ovviamente Giorgio passò di là e si portò via il passaporto. Che venne in pompa magna consegnato da Napolitano a De Niro. Con generale soddisfazione. Un artista italiano, per l’occasione, fece un dipinto con un enorme faccione di De Niro (con il pizzetto di “Heath – La Sfida” , primo film in cui recita accanto ad Al Pacino, mettendo in crisi il doppiaggio italiano, dato che l’immenso Ferruccio Amendola doppiava entrambi, risolto con il colpo di genio di Giancarlo Giannini). L’artista fece un doppio originale. Uno per Veltroni ed uno per De Niro. Il quale, atterrito dalle dimensioni , 1.1 per 1.2 metri, e dal peso, disse a Giorgio, tienilo tu. Giorgio se lo e’ tenuto a casa per anni. Fino a quando non ha dovuto lasciare la sua casa al Colosseo, lo scorso mese di agosto, ed allora me lo ha regalato. Ed adesso occupa una intera parete di casa mia. La cosa sembrava finita lì. L’anno dopo, però, De Niro chiama da New York e fa : “Giorgio, questo anno Al Pacino viene alla Festa di Roma, devi far avere il passaporto italiano anche a lui, altrimenti pensa che sono stato io a non farglielo dare”. Impresa non praticabile, in ragione della dubbia discendenza italica. Il Fanara nazionale comincia così anche questa ulteriore “mission impossible”. Chiama Napolitano : “Presidente, mi perdoni se la importuno, forse ricorda che l’anno scorso mi sono adoperato a far avere il passaporto italiano a De Niro….”, e gli spiega tutto, dicendogli che non era possibile fare un passaporto italiano ad Al Pacino, ma che, per evitare un incidente diplomatico interno al cinema USA, sarebbe stato utile che almeno Pacino fosse ricevuto al Quirinale. . “Non si preoccupi, Fanara, mi ricordo benissimo, vedremo di risolvere anche questa”, gli risponde Napolitano. Il cerimoniale della presidenza della Repubblica si raccomandò la puntualità, memore del fatto che De Niro si presentò all’appuntamento con più di mezz’ora di ritardo. Al Pacino era venuto a Roma con una “shampista” (avrebbe detto Woody Allen…) di 30 anni più giovane di lui, conosciuta qualche settimana prima. Giorgio gli raccomandò la massima puntualità per l’incontro con Napolitano, e, soprattutto , di venire da solo, non sapendo come giustificare la presenza della shampista. Pacino si presenta con 45 minuti di ritardo, con ai piedi infradito hawaiane e squinzia al seguito. Durante il colloquio, la shampista sconvolge il cerimoniale e gela tutti, rivolgendosi direttamente a Napolitano più o meno così : “Giorgio, guarda che devi dare il passaporto anche ad Al!”. E qui Napolitano sfoderò una maestria ed ironia impareggiabili, risolvendo tutto con “signorina si e’ rivolto al Giorgio sbagliato , il Giorgio specialista in passaporti e’ lui!”, indicando Giorgio Fanara. Indimenticabile. Come Giorgio. Ed ogni volta che a casa passerò davanti al faccione di De Niro appeso al muro, non potrò non pensare a Giorgio.
MEMORY OF GIORGIO FANARA, MAN OF CINEMA AND MANY OTHER THINGS
By Catello Masullo
Giorgio Fanara this evening (Saturday, September 28, 2019) had to have dinner at my house. He confirmed it to me no later than Wednesday. But instead, yesterday, Andrea Mazzillo, former Councillor of the Municipality of Rome, informs me that, unexpectedly, Thursday morning, an illness has cut off the life of Giorgio Fanara in the Milan railway station. Giorgio Fanara is a friend of mine. An old, real friend. Not “dear”, an adjective that is attributed more and more with an unbearable and hypocritical carelessness, but “real”, a friend who comes from the five years of high school spent together, when friendships are built for life, as, at least to the age, disinterested, of those that you may not see and do not feel for decades, but when you meet them, you embrace them like brothers. We’ve known each other for 52 years. And we have loved each other for as many years. When some friend, or former high school student asked me about him, and above all when they asked me what he did in life, it was always a bit difficult for me to answer. Giorgio has been engaged in so many different things, and always at the highest level, that it was really challenging to frame him in a box. Or, at least, in one box. He didn’t like bragging about the extraordinary things he did. He was shy, he never talked about it. Even now, by typing his name on Google, I discover things I didn’t know (or almost). In order, tare a homonymous “intruder” musician and piano tuner: 1) on La Repubblica: “My roles? The Mayor Raggi knew everything “(reference to the role of councillor of the Municipality councillor Mazzillo, ed.). 2) Interview with Siracusa News, as CEO of the Ognina Resort. 3) Candidate for regional councillor of Lazio for Forza Italia. 4) Interview on Radio Radicale, lasting 21 minutes, on the “par condicio”, as editor of “Villaggio Media”. 5) Received from the President of the Republic Carlo Azeglio Ciampi, as head of the foreign relations of the National Association of Veterans from Internment, from imprisonment and the war of liberation (on whose paper magazine I published my first film reviews, a century ago, ed.). 6) the newspaper.it: Giorgio Fanara finalizes the twinning between the International Film Festival of Rome and the Tribeca Film Festival of Robert De Niro. 7) Organizer of the mission of the Italian Civil Protection in the Philippines for assistance to populations struck by disasters. And I stop here.Every now and then, even after several years, he would call me and talk to me about his idea. Or he asked me for an opinion or help. Like when he dragged me to Zaire, where he was responsible for a huge tourist village, “La Rwindi”, under the wonderful volcanoes of the Virunga, where very rare, almost extinct mountain gorillas survive. He had a drinking water problem. That it was easy to solve, it was enough to move the water intake from the river upstream of the sewer discharge ….Or when he took me to New York to make a fabulous proposal to create an “Italian Village” in Manhattan. An ambitious and exciting project. Immediately afterwards the twin towers came down, and, unfortunately, nothing more was done.Giorgio Fanara is also the “culprit” of my Rotary adventure. He was in fact my introducing partner at the Rotary Club of Rome Cassia, of which I am still an enthusiastic partner since 1993.But, for reasons that will not escape those who know me just a little, I’d like to talk about the movie man. Giorgio has been shuttling between Rome and New York for many years. Earned the esteem and sincere friendship of the then minister of the State of New York, Charles Gargano, of Italian origins. Through which he became a counsellor and collaborator of Governor Pataki. Immediately after the terrorist attack on the twin towers, the entire Trade Center area fell into an economic depression from which it seemed impossible to escape. Robert De Niro then proposed, to revitalize the area, to create the Tribeca (triangle below canal, Ed.) Film Festival. Governor Pataki warmly welcomed the proposal and financed it generously. But, unable to personally handle the management of these funds, he commissioned Giorgio Fanara to do so. Which was thus projected into the world of cinema, at the highest levels. The thing in Italy was unknown to most. But not to the most attentive ones. Indeed, it was noticed by Goffredo Bettini, the most skilled king maker and backstage organizer I’ve ever known. When Walter Veltroni, then Mayor of Rome, came up with the idea of creating a huge Film Festival in Rome, to be sure of success, he asked Bettini to take care of the best organization of all. Who immediately understood that it was necessary to do the “bang” already from the first edition. And he aimed high. Very high. He asked Giorgio Fanara to bring no less than Robert De Niro, the world’s greatest actor, to the first edition of the Rome International Film Festival. Giorgio tried to dissuade him. Knowing De Niro well and his many commitments. And above all its costs. But if there was someone who could take De Niro to Rome, this was Giorgio Fanara. De Niro did not ask for money (but the municipality still remembers the cost of the private executive flight ….), but only to have the Italian passport from the President of the Republic. Easier said that done. This was one of the greatest masterpieces of diplomatic art of our hero. The Italian consulate in New York had to issue a passport. However, a few days earlier, De Niro had issued offensive statements about the New York Italian-American association. And the Italian consul did everything so that the Italian passport to De Niro was not released. However, he had to bend to the explicit request of President Giorgio Napolitano. And he had to physically have it done. However, putting in practice a subtle delaying technique to make the delivery to De Niro fail during the International Movie Feast of Rome, bureaucratically entrusting it to be sent to Rome by a very slow diplomatic bag. Our Giorgio, however, had won the sympathy (in this he was unbeatable) of the secretary of the consul, who said in one ear to Giorgio: on my table there is an envelope with the passport of De Niro, which next week will be sent by diplomatic courier. Obviously Giorgio passed by and took De Niro passport away. That came with great cerimony delivered by Napolitano to De Niro. With general satisfaction. An Italian artist, for the occasion, made a painting with a huge face of De Niro (with the goatee of “Heath – La Sfida”, the first film in which he starred next to Al Pacino, undermining the Italian dubbing, since the immense Ferruccio Amendola dubbed both, resolved with the stroke of genius of Giancarlo Giannini). The artist made a double original. One for Veltroni and one for De Niro. Who, terrified by the dimensions, 1.1 by 1.2 meters, and by weight, said to Giorgio, keep it yourself. Giorgio kept it at home for years. Until he had to leave his home at the Colosseum last August, and then he gave it to me. And now it occupies an entire wall of my house. The thing seemed over there. The following year, however, De Niro called from New York and said: “Giorgio, this year Al Pacino is coming to Rome Film Festival, you have to get him the Italian passport, otherwise he thinks it was me who didn’t let him give it” . Not feasible, due to dubious Italic descent. The national Fanara thus also begins this further “mission impossible”. Call Napolitano: “President, forgive me if I bother you, maybe you remember that last year I worked to get the Italian passport to De Niro ….”, and explains everything, telling him that it was not possible to make a passport Italian to Al Pacino, but that, to avoid a diplomatic incident inside the US cinema, it would have been useful that at least Pacino was received at the Quirinale (President House). “Don’t worry, Fanara, I remember very well, we’ll try to solve this too,” Napolitano replies. The ceremonial of the presidency of the Republic was recommended punctuality, mindful of the fact that De Niro presented himself at the appointment with more than half an hour late. Al Pacino had come to Rome with a “shampoo girl” (Woody Allen would have said …) 30 years younger than him, known a few weeks before. Giorgio recommended to him the maximum punctuality for the meeting with Napolitano, and, above all, to come alone, not knowing how to justify the presence of the “shampoo girl“. Pacino is 45 minutes late, with Hawaiian flip-flops and “shampoo girl” in tow. During the interview, the “shampoo girl” upsets the ceremonial and freezes everyone, turning to Napolitano more or less like this: “Giorgio, look, you have to give italian passport to Al too!” And here Napolitano drew an incomparable skill and irony, solving everything with “Dear young lady you called on the wrong Giorgio, the Giorgio specialist in passports is him!”, Pointing to Giorgio Fanara. Unforgettable. Like Giorgio. And every time I pass the big face of De Niro hanging on the wall at home, I can’t help but think of Giorgio.