ROMA XIV (2019) : Santa subito (recensione di Catello Masullo)
FILM DELLA GIORNATA DI CRITICA SOCIALE ROMA 2019
(credits e sinossi da cinematografo.it)
Santa subito
2019
Bari, fine degli anni ’80. Santa ha poco meno di vent’anni e come ogni ragazza custodisce sogni e apprensioni, che affida al suo diario. Nel suo cuore ardono fede cristiana e fame di vita: è ferma nel voler assecondare la sua vocazione spirituale, non prima però di aver conseguito la laurea, come ha concordato con i suoi. Qualcuno però si intromette tra Santa e le sue aspirazioni. Un uomo incrociato per caso negli ambienti parrocchiali prende a farle appostamenti, a inviarle lettere deliranti, a pedinarla ovunque per tre lunghi anni, proseguendo di fatto indisturbato nonostante le ripetute denunce.
- Regia:
- Durata:60′
- Colore:C
- Genere:DOCUMENTARIO
- Produzione:SEMINAL FILM
NOTE
– PRESENTATO ALLA XIV EDIZIONE DELLA FESTA DEL CINEMA DI ROMA (2019) | SELEZIONE UFFICIALE
Recensione di Catello Masullo : Il film è prodotto da Fondazione CON IL SUD e da Apulia Film Commission attraverso il bando “Social Film Fund Con il Sud”. Il Bando – una novità assoluta – era rivolto a partenariati composti da imprese cinematografiche e da organizzazioni non profit meridionali, un inedito tandem, per raccontare il Sud attraverso storie di vita reale, spesso poco rappresentate, superando i luoghi comuni. Lo sguardo creativo si unisce così a quello degli operatori del Terzo settore, per illuminare con una luce nuova, diversa, le fragilità della società. Al Bando hanno partecipato 100 società di produzione cinematografica italiane ed estere, insieme a 250 organizzazioni di Terzo settore del Sud Italia. I dieci progetti selezionati – 4 cortometraggi e 6 documentari. Il film e’ nato un anno e mezzo fa, quando , in un evento pubblico, il regista Alessandro Piva ha ascoltato raccontate la storia di Santa da sua sorella. Ne e’ stato colpito e, grazie anche al bando “Social Film Fund Con il Sud”, se ne e’ fatto un film. Che ha il merito di portare al grande pubblico una storia poco conosciuta e che ha significato globale. Film di alta valenza sociale, che potrà contribuire non poco alla crescita della coscienza e della cultura, unico mezzo per scongiurare il triste fenomeno del cosiddetto “femminicidio”, che conta ancora oggi una vittima ogni 72 ore in Italia. Dal punto di vista della tecnica cinematografica il film e’ apparentemente di impostazione classica. Con il susseguirsi di varie brevi interviste che ricostruiscono la personalità’ di una protagonista davvero speciale nella sua profonda spiritualità e nella sua grande gioia di vivere. In effetti la struttura e’ piuttosto quella del thriller. Alessandro Piva mostra, infatti, di aver fatto propria la lezione del maestro Alfred Hitchcock, nel tenere lo spettatore sempre in sospensione. L’epilogo della storia viene infatti tenuto nascosto fino alla fine. E questo tiene lo spettatore sempre desto ed interessato al film. Che può quindi vantare un doppio interesse, sociale ed artistico.
Curiosità’ , ho chiesto al regista : Alessandro, questo film ti ha dato la possibilità di fare analisi sul fenomeno dello stalking e del femminicidio? Ti sei fatto un’idea del perché lo Stato non riesca con efficacia ad impedire gli omicidi annunciati, in epoca di braccialetti elettronici e nuove tecnologie? Dal punto di vista cinematografico hai usato un format tradizionale fatto di tante interviste, e non sveli i dettagli dell’ omicidio fino alla fine lasciando lo spettatore in sospensione, ci dici qualcosa su queste scelte registiche?”. Questa la risposta di Alessandro Piva : “Perché lo Stato non ci riesce e’ una domanda per avvocati e specialisti. Bisognerebbe riuscire a far diventare Stato le persone, con coscienza ed arbitrio, quando un pericolo diventa conclamato si deve intervenire prima che si arrivi fino in fondo. E’ il linguaggio che si sta permeando di violenza sui più deboli. Girando questo film ho pensato al film di Altman “America oggi”. Anche le persone più normali sono capaci di gesti come questi. E’ un discorso culturale. Dal punto di vista dello stile, ho capito che stavo lavorando sulla direzione giusta quando i commissari di Monda, che avevano visto la prima versione, mi hanno detto. “Questo non è un documentario, è un thriller!”. Questa costruzione, voluta, alternata con immagini di Bari e di Palo del Colle, per cercare di restituire il mio senso di inquietudine, di una storia che può succedere dovunque. Per farti scivolare verso la tragedia di quella notte dovuta al fatto che Santa ha una personalità molto forte, con una spiritualità forte. Con una gigantesca voglia di vivere. Con la capacità di rimanere accanto alle vite di chi l’ha conosciuta. E’ accanto a loro ancora oggi. Sorridono come se fosse ancora lì vicino a loro. Non è stato difficile restare su questo. Santa è una persona speciale. Parlo di un essere umano. Anch’io ho elaborato un lutto. Ho perso un fratello anni fa. Quando si elabora un lutto, la persona scomparsa o sparisce per sempre dentro di te oppure è sempre con te. Di Santa si parla al presente”.
Valutazione sintetica : 7.5