Hammamet (recensione di Catello Masullo)
ITALIA – 2018
(credit e sinossi da cinematografo.it e wikipedia)
Hammamet, la cittadina tunisina nella quale Bettino Craxi visse gli ultimi sette anni della sua vita, ogni anno più ammalato. L’epilogo della vicenda umana e politica del leader socialista.
- Regia:
- Attori:
Interpreti e personaggi |
· Pierfrancesco Favino: Bettino Craxi
· Alberto Paradossi: Bobo Craxi · Luca Filippi: Fausto · Silvia Cohen: Patrizia Caselli · Renato Carpentieri: il politico · Claudia Gerini: l’amante · Federico Bergamaschi: Francesco (nipote) · Roberto De Francesco: il medico della clinica psichiatrica · Adolfo Margiotta: l’attore · Massimo Olcese: l’attore vestito da donna · Omero Antonutti: il padre · Giuseppe Cederna: Vincenzo Balzamo |
- Sceneggiatura: Gianni Amelio
- Colore:C
- Genere:BIOGRAFICO, DRAMMATICO, STORICO
- Produzione:AGOSTINO SACCÀ PER PEPITO PRODUZIONI CON RAI CINEMA
- Distribuzione:01 DISTRIBUTION
- Data uscita9 Gennaio 2020
RECENSIONE DI CATELLO MASULLO : Il cognome Craxi e nomi come Bettino, Stefania, Bobo, in questo film non vengono mai nominati. Semplicemente perché non serviva. Che il protagonista sia Bettino Craxi, nessuno potrebbe dubitarne. Sin dal primo fotogramma. Dove si fa veramente fatica a distinguere tra il monumentale Pierfrancesco Favino, che lo interpreta in modo che definire impressionante e’ un riduttivo eufemismo, ed il vero statista Bettino Craxi, che arringa il suo popolo al mitico congresso socialista di Milano, con tanto di scenografia hollywoodiana fedelmente ricostruita. Per giunta il film, che si concentra sugli ultimi sei mesi di vita di Craxi, viene girato nella vera sua villa di Hammamet in Tunisia. Il film ha una potenza visiva devastante. Largamente dovuta alla inarrivabile ennesima prova attoriale di Favino ed alla magia del trucco, di Andrea Leanza (da Oscar, e, sicuramente da Nastro d’Argento e da David di Donatello), oltre 5 ore al giorno per applicarlo e oltre due ore per toglierlo. Un sacrificio per Favino, che non solo dimostra ancora una volta una devozione per la sua professione degna dei più alti riconoscimenti, ma anche il suo quotidiano processo di trasformazione per compenetrazione nel personaggio, fino alla fusione totale. Favino non sembra Craxi, e’ Craxi. Nel linguaggio parlato, nel linguaggio del corpo, nell’andatura, nell’umore. Perfino nel sudore. Magistrale l’imitazione della cadenza irpina di De Mita, fatta con la voce di Craxi. Il film e’ tutto sulle spalle di Favino. Ma non e’ solo Favino. Fulminanti sono i camei di un sulfureo, impagabile, Renato Carpentieri e di una ammaliante Claudia Gerini, mai tanto “femme fatale”. Tutta la confezione e’ superba. Ma sarebbe riduttivo esaltare i soli meriti tecnici, pur innegabili. Al grande autore Gianni Amelio non interessava fare una biografia, non interessava un giudizio politico su quello che e’ stato lo statista più osannato e più discusso e più vituperato. Ad Amelio interessava più porre quesiti che dare risposte. Ad Amelio interessava raccontare e dare la parola all’uomo/Craxi. Nella dolente fase crepuscolare della sua esistenza. Con tutti i suoi rancori, i suoi risentimenti. E, soprattutto, le sue indignazioni. Per i due pesi e due misure a lui e solo a lui riservati. Chi pensa che questo sia un film contro il pool di “Mani Pulite” difetta di sintassi cinematografica. E di comprensione dei “virgolettati”. Chi pensa che sia un tentativo agiografico di riabilitazione dell’uomo politico e’ fuori strada (seppure la differenza di statura con i politici attuali sia davvero stridente, ma non per scelta dell’autore, di tutta evidenza). Questo film e’ semplicemente “cinema cinema”. Grande cinema. Come quello di una volta. Imperdibile.
Curiosità : ho chiesto al regista : “Programmaticamente il film non e’ ne’ politico, ne’ militante, ma lo scambio di battute fra il socialista Craxi ed il Democristiano Carpentieri : “E’ vero che Dio non c’e’? / Se c’e’ sarò l’ultimo a saperlo!”, e’ una critica ad una fede di facciata ma non reale da parte dei politici democristiani?”. Questa la risposta di Gianni Amelio : “per quale rivista scrive? Il parere dell’ingegnere? Non l’ho mai sentito. E’ pur sempre un parere! Per una persona che va a messa tutte le mattine, si chiede se San Pietro gli aprirà le porte del paradiso. Il personaggio del democristiano navigato fa pensare che un dubbio può anche esistere. Non può rispondere a questa domanda, e’ una domanda troppo intima. Nonostante sia un rappresentante di un partito cattolico”.
Valutazione sintetica : 8