REGINE E ROBOT protagoniste dei film usciti in Italia nel 2019 (con Spoiler) di Cristiana Bini

REGINE E ROBOT

protagoniste dei film usciti in Italia nel 2019 (con Spoiler)

di Cristiana Bini

 

Un 2019 cinematografico molto insolito in cui la maggior parte delle protagoniste non sono più né oggetti d’amore né madri, cominciato con uno scontro frontale tra regine…

A gennaio è uscito “Maria Regina di Scozia” in cui nel 1561 la protagonista Maria Stuart – interpretata da una bravissima Saoirse Ronan – nata regina di Scozia e diventata regina di Francia con il matrimonio a sedici anni, ritorna in patria vedova diciannovenne e pretende la successione al trono da sua cugina Elisabetta I d’Inghilterra – interpretata da Margot Robbie – che non ha figli.

Tra la bella Maria, cattolica e madre, ed Elisabetta, la regina vergine anglicana, nasce un dissidio che durerà per tutta la vita, ricco di inganni, intrighi e cospirazioni che si concluderanno solo con la morte sul patibolo di Maria dopo vent’anni di prigione.

Il film, opera prima della regista teatrale inglese Josie Rourke, nonostante la suggestiva scenografia e gli splendidi costumi non riesce a rendere il fascino di avvenimenti storici così intriganti e oltretutto si scontra con un altro film di regine pluripremiato, uscito quasi contemporaneamente: “La favorita”, diretto da Yorgos Lanthimos sulla solitudine della pronipote di Maria Stuart, la regina Anna, interpretata da Olivia Colman vincitrice di un premio Oscar come miglior attrice protagonista. Anche lei è senza figli e anche lei è alle prese con una lotta per il potere.

Quella fra le sue due “favorite”: la fidata consigliera legata al partito Whig Sarah Churchill interpretata da Rachel Weisz e la sua ambiziosa giovane cugina legata al partito Tory Abigail Masham – interpretata da Emma Stone – entrambe candidate al premio Oscar come miglior attrice non protagonista.

Il regista greco con il suo talento e la sua esperienza è riuscito a raccontare molto meglio della collega esordiente, una cupa storia di potere femminile, anche se in entrambi i film trionfano queste protagoniste che, continuamente in lizza fra loro, sono in grado di decidere i destini di regni e guerre, in mezzo a uomini che sono solo personaggi di contorno.

Questo potere femminile ritorna con caratteristiche completamente diverse nel secondo genere di protagoniste dei film del 2019: le robot, comprendendo in questa definizione cyborg, supereroine, mutanti e cloni.

La prima è Alita, la giovane umana e cibernetica già protagonista del celeberrimo manga giapponese di Yukito Kishiro ispiratore del film “Alita – Angelo della battaglia”, diretto da Robert Rodriguez e prodotto da James Cameron. La cyborg è interpretata da Rosa Salazar completamente stravolta dagli effetti visivi della computer grafica grazie ai quali rivive con l’aspetto di una ragazzina che però è l’unica a conoscere ancora la più potente arte marziale mai concepita dall’essere umano. E quindi potrà aiutare gli abitanti della città discarica contro le prepotenze dei più fortunati che abitano nella città sospesa.

Proprio la stessa missione che scopre di avere Carol, la protagonista interpretata da Brie Larson nel film “Captain Marvel” uscito a marzo, una supereroina anche lei già protagonista di un fumetto Marvel dotata di incredibili superpoteri (maggiori di quelli di qualunque altro personaggio Marvel secondo lo sceneggiatore Christopher Markus) al servizio dei Kreers in perenne guerra contro gli alieni multiforma Skrull. Questi ultimi, però, rivelano a Carol di non essere suoi nemici, ma soltanto una razza oppressa in cerca di una casa dopo che il loro pianeta è stato distrutto dai Kreers Naturalmente Carol decide subito di seguire gli Skrull per aiutarli a fermare la guerra, ma per ogni evenienza lascia sulla terra un modo per contattarla in caso di pericolo

Pericolo che sorprendentemente avevamo già visto arrivare nel film del 2018 “Avengers: Infinity War”, secondo un trend a cui ci ha abituato l’Universo Cinematografico Marvel con la sua serie di film che condividono l’ambientazione e alcuni personaggi della Marvel Comics seguendo una trama che permette di avvincere gli spettatori con prequel e sequel.

Questo pericolo era arrivato tanto inaspettatamente da provocare la distruzione di metà dell’universo. Ma prima di essere dissolto qualcuno era riuscito a mandare un messaggio a Carol-Captain Marvel la quale nell’episodio della saga uscito ad aprile “Avengers: Endgame” – il film con il maggiore incasso di tutti i tempi – raduna le altre supereroine e grazie ai suoi enormi poteri permette agli Avengers di sconfiggere Thanos, il male, per sempre come una vera e propria divinità.

Invece, proprio con una guerra intende liberare i cloni imprigionati dal governo per anni Red, il doppelganger di Adelaide, la protagonista di “Noi” di Jordan Peele uscito ad aprile. Un doppio ruolo impegnativo, interpretato dalla bella attrice afroamericana Lupita Nyong’o, in cui ancora una volta è una donna l’unica ad avere la forza di scatenare e capeggiare la rivolta assurgendo a “regina” degli oppressi.

Anche Jean Grey, la Fenice Nera interpretata da Sophie Turner nel film uscito a giugno “X-Men: Dark Phoenix”, è l’unico mutante ad aver immagazzinato una forza cosmica tale da poter sconfiggere gli alieni che sono sul punto di conquistare la terra. Ma può farlo solo sacrificando la propria vita, salvo poi risorgere nel finale come la Fenice di cui porta fieramente il nome.

Perfino il remake di un classico Disney come ” Il Re Leone” uscito ad agosto segue l’orientamento generale e si conclude non solo con la battaglia contro il cattivo Scar vinta dalle leonesse, ma soprattutto con la nascita del nuovo sovrano presentato in una gloriosa cerimonia, proprio come suo padre all’inizio del film. Solo che stavolta si tratta di… una piccola regina.

Per non parlare della regina malvagia Ingrid, interpretata da Michelle Pfeiffer che riesce ad uccidere l’ex-perfida strega Malefica interpretata da Angelina Jolie in “Maleficent – Signora del Male”, uscito ad ottobre, sequel di “Maleficent” che era lo spin-off de “La bella addormentata nel bosco”, tutti della Walt Disney. Ma la nostra protagonista Malefica è l’ultima discendente diretta della Fenice oltre a possedere poteri straordinari rispetto a chiunque altro, e quindi risorge dalle proprie ceneri e sconfigge la regina Ingrid, coronando la pace tra i regni degli umani e quelli delle fate.

Alla fine di ottobre arrivano nuove eroine che devono salvare il mondo in “Terminator – Destino oscuro” diretto da Tim Miller, sesto episodio della saga, ma sequel del secondo “Terminator 2 – il giorno del giudizio” diretto come il primo da James Cameron che infatti è il produttore anche di quest’ultimo episodio. Nel film ritroviamo dopo 28 anni Sarah Connor, interpretata anche stavolta da Linda Hamilton, la coraggiosa madre di quello che nel futuro avrebbe salvato il mondo dalle macchine, la quale ha sempre continuato ad eliminare tutti i Terminator, cioè i cyborg nemici degli umani, in arrivo dal futuro. Quindi riesce a fermare anche il nuovo Terminator di ultimissima generazione Rev-9 arrivato per uccidere Dani, interpretata dall’attrice colombiana Natalia Reyes, la quale è protetta anche da una soldatessa umana anti-Terminator “potenziata” in cyborg venuta dal futuro, Grace, interpretata dall’attrice canadese Mackenzie Davis. Sarà proprio Grace prima di sacrificare la propria vita per Dani, a rivelarle che stavolta non deve essere salvata perché suo figlio salverà il mondo nel futuro, ma perché è lei stessa la salvatrice del mondo che guiderà la resistenza degli uomini contro le macchine.

È interessante come le uniche presenze maschili siano il terribile Rev-9 interpretato da Gabriel Luna e il primo Terminator T-800 rimasto abbandonato dopo la scomparsa del suo mondo nel futuro, interpretato ancora una volta da Arnold Schwarzenegger. Quest’ultimo adesso si fa chiamare Carl ed avendo maturato una coscienza si sacrifica come Grace per la sopravvivenza delle due eroine “umane”, pronte ad affrontare la loro missione per salvare il mondo.

Dopo le regine della storia e delle fiabe e le futuristiche salvatrici dell’umanità a novembre nel film “La belle époque” di Nicolas Bedos troviamo una deliziosa storia moderna dove non c’è un androide come quelli de “Il mondo dei robot” di Michael Crichton, ma un personaggio vero e “virtuale” nello stesso tempo, creato dalla Time Traveller, azienda in grado di ricostruire su richiesta di clienti molto facoltosi un determinato evento che vogliono rivivere, curandone tutti i dettagli, dalle scenografie ai costumi, dalle battute alle comparse. Nel caso di Victor, questo evento è il giorno in cui ha incontrato sua moglie Marianne, per la prima volta 45 anni fa quando è nato il loro amore. Mentre la Marianne “vera” con cui l’amore dopo tanto tempo sembra ormai perduto, è interpretata da una sempre meravigliosa Fanny Ardant orgogliosa della sua maturità di nonna, quella “virtuale” è interpretata da una poco conosciuta, ma incantevole giovanissima Doria Tillier, anche compagna e musa del regista del film, vera protagonista di questa storia in cui deve convincere Victor che lei è solo un “avatar” di cui lui non può innamorarsi.

Ma tornando alle classiche regine e robot, questo 2019 si conclude con il film “Star Wars: L’ascesa di Skywalker” diretto da J.J. Abrams, ultimo episodio della saga iniziata nel 1977 con “Guerre Stellari”, con l’eterna lotta tra bene e male incarnati nella Resistenza che combatte contro l’Impero. La protagonista, la giovane Rey, interpretata da Daisy Ridley, scopre che la sua Forza, superiore a quella di chiunque altro, le deriva dall’essere la nipote del terribile Imperatore Palpatine, ma dopo aver rifiutato tutte le sue proposte di diventare la sua erede, Rey si sacrifica per sconfiggerlo e salvare la Resistenza. Anche lei, proprio come una Fenice, risorge grazie al sacrificio di Ben Solo, figlio della principessa Leia e nipote di Luke Skywalker, e per questo motivo dopo aver festeggiato la vittoria della Resistenza e la fine della guerra, Rey ottiene dagli spiriti di Luke e Leia l’approvazione per essere una nuova Skywalker diventando cosí una “regina” del lato chiaro della Forza.

Concludiamo questo panorama delle protagoniste femminili dei film del 2019 con un personaggio che non è una vera protagonista, ma forse lo è più di molte altre Non è neanche un robot, né una regina, anche se forse è molto di più, essendo addirittura una dea… Perché, secondo me, in “La Dea Fortuna” di Ferzan Özpetek, la vera dea Fortuna è incarnata nelle sembianze affascinanti e solari della bravissima Jasmine Trinca il cui arrivo sorprendente provoca le stesse conseguenze di un dado tirato nell’aria nella vita della coppia dei due protagonisti interpretati da Stefano Accorsi ed Edoardo Leo.

Riconfermando per l’ennesima volta la forza delle protagoniste di questo 2019, tutte pronte a salvare questo mondo troppo “maschile” da ingiustizie, guerre e oppressioni grazie a poteri immensi tra i quali spesso quello di risorgere dalle proprie ceneri come la Fenice. Eppure ci sono voluti molti anni per arrivare ad avere sullo schermo protagoniste come queste e non deve essere stato facile se alcuni di questi film erano in cantiere da decenni prima che riuscissero ad essere realizzati: la produttrice Ceci Dempsey lesse la prima bozza della sceneggiatura de “La favorita” nel 1998 e Guillermo del Toro portò a Jon Landau e a James Cameron il manga di “Alita – Angelo della battaglia” nel 1999.

Comunque sappiamo che anche fuori dallo schermo le donne possono salvare il mondo, speriamo solo non lo facciano riducendo gli uomini a meri personaggi di contorno!

 

Se vi interessa potete trovare il video di questo articolo qui:

http://bit.ly/REGINE_E_ROBOT