Prodotto da CineClub “Vittorio De Sica” – Cinit, con Khaleh, BasilicataCinema
Consensi in rete per il film Stige di Amila Aliani
In pochi giorni ha ottenuto migliaia di visualizzazioni il film Stige scritto e diretto da Amila Aliani, regista lucana di formazione europea. Girato in Basilicata, è stato prodotto in maniera indipendente da Associazione Khaleh e CineClub “Vittorio De Sica”- Cinit e BasilicataCinema; viene distribuito su Amazon Prime Video. Il film, che tratta della violenza di genere attraverso una lettura cinematografica sperimentale, ha avuto una prima visione nella recente rassegna “De l’acerba e cruda diva” – Donne Cinema Basilicata, promossa dall’I.I.S. “G. Fortunato” di Rionero, con le associazioni Manthano e CineClub “De Sica”, con un proficuo dibattito critico con la regista fra studenti e insegnanti.
L’idea del film nasce dal riconoscimento di sé stessi, con contenuti elaborati secondo la psicoanalisi, tale da imprimere un impatto significativo sulla mente dello spettatore mediante stimoli empatici. “Una storia che si sviluppa in una sorta di dopoguerra della psiche – sostiene la regista Aliani – un occhio sul reale comportamento del cervello nei confronti della memoria. I ricordi, tratti da tre storie vere, vengono costruiti come fossero un input sinestetico che fa emergere pezzi di momenti vissuti, esonerati dalla raffigurazione diretta dell’attimo in cui si svolge la violenza”. Gli attori tutti lucani sono, Chiara Lostaglio, Francesca Tataranni, Chiara Zaccaro, Giusi Zaccagnini, Giulia Weber, Cinzia Clemente, Nando Irene, Antonio Andrisani, Vincenzo Lifranchi. Le musiche sono di Claudio Lay, Lomografici e Teta Mona mentre la cantante è Saba Mires. Le opere pittoriche inquadrate nel film sono di varie pittrici italiane.
Entusiasti sono i commenti pervenuti e soddisfacente il risultato – sostiene Armando Lostaglio presidente del “De Sica”. Ed è il caso di riportarne qualcuno: “Gran bel film che ho voluto rivedere tre volte. Non si nota nemmeno la carenza di mezzi. Bel bianco e nero. Alcuni movimenti di macchina molto raffinati, come nella scena della stazione. Ottimi attori, su tutti la protagonista. Il limite è nel suo pregio, cioè essendo una storia circolare di crisi e violenza, rende bene cosa prova la protagonista, il suo labirinto, ma comprime il film e diventa claustrofobico… Bello il finale con la spruzzata di colore liberatorio. Comunque, ottimo lavoro, fai ben sperare.” Ed ancora: “… I personaggi, pur essendo degli accenni pittorici ch’essi, quasi soltanto dei segni, prendono corpo e si addensano fino a trasmettere una grande carica di umanità … A me è piaciuto molto. Materiale di denuncia e supporto per la guarigione. Grazie”
“C’è una scena in questo film, nella quale lui, il violento, scaraventa con rabbia contro una parete i vasetti dei colori di lei. E’ per me una scena molto forte, in quanto in quel gesto non sono solo i vasetti a rompersi, ma l’identità di chi quei vasetti li usa. Chiara ricomincerà a dipingere molto tempo dopo le violenze, ma è molto bella l’immagine di lei che ogni giorno compra un vasetto e lo mette da parte dietro una tenda. Un po’ come dire che quando tutto va in frantumi, si ricomincia sempre da quello che sappiamo fare, per ritrovare quello che siamo.”
“Visto stanotte, quando un film scorre e ti accorgi solo alla fine di non conoscere la voce della protagonista, e sei letteralmente catapultato nella sua testa con un’atmosfere da brividi…”
“E’ un film a più livelli! Non è facile con pochi mezzi toccare corde e tenere la tensione sempre così alta. Grande interpretazione davvero, la protagonista mi ha sconvolto… bellissimo film”.
“Bella regia, fotografia impeccabile, recitazione espressiva e sceneggiatura correttamente angosciante. Anche se non è il genere che preferisco, forse pure in merito al periodo attuale, apprezzo molto l’impegno e il valore artistico. E l’intero progetto.” Franco Rina, direttore di CinemadaMare scrive: “Che belle immagini e inquadrature! Ottimo il ‘bianco e nero’. Complimenti”. “Intenso, commovente, arte in movimento”.
A.L. Comunicazione “De Sica” (7.5.20)