a San Vito Lo Capo dal 4 all’8 agosto
da Chernobyl al Senegal accompagnati dalle riflessioni sul rapporto uomo natura del premio Oscar Jeff Bridges
In anteprime mondiale dal Nicaragua “La Sangre de la tierra”
in anteprima Italiana “Watt The Fish” dalla Francia
“The Condor and the eagle” dagli USA
e “Until we return” dall’Italia
“Golden fish, African fish” e “Living in the future’s past”
in anteprima siciliana
Tra questi il sorprendente Stalking Chernobyl: Exploration after Apocalypse (Ucraina, USA) della brasiliana Iara Lee che si muove tra ieri e oggi raccontando la cultura clandestina della zona di esclusione di Chernobyl, a distanza di quasi trent’anni da quello che probabilmente fu il peggior incidente nucleare della storia. Dal 1986 ad oggi la fauna selvatica è tornata, ma non gli insediamenti umani. Nel frattempo, avventurieri escursionistici illegali noti come “stalker”, appassionati di sport estremi, artisti, tour operator hanno iniziato a esplorare lo spettrale paesaggio post-apocalittico.
In anteprima mondiale arriva La sangre de la tierra (Nicaragua /Spagna) dello spagnolo Félix Zurita de Higes. un documentario che racconta il rapporto che le popolazioni indigene e contadine del Messico e dell’America centrale hanno con le montagne, i fiumi e le terre per loro sacre. Le grandi aziende in nome del progresso rapinano e minacciano coloro che si oppongono ai loro piani estrattivi ed espansivi. La costruzione di impianti idroelettrici si unisce all’elenco delle industrie che distruggono, lasciando un segno nel cuore della resistenza delle comunità che vi abitano.
In anteprima italiana Watt the fish (Francia) di Dorian Hays & Emerick Missud. Una terribile battaglia viene combattuta dai pescatori del mare del nord per far fronte alla devastazione delle risorse marine. I pescatori su piccola scala uniscono le proprie forze a quelle degli attivisti ambientali. Insieme si scontrano con le potenti lobby industriali per vietare la pesca a impulsi elettrici. Una battaglia che li porta al parlamento europeo.
Sempre in anteprima italiana The condor and the eagle (USA) di Sophie e Clemente Guerra. Quattro leader ambientalisti indigeni intraprendono una straordinaria avventura transcontinentale che li porta dalle Foreste boreali del Canada fino al cuore dell’Amazzonia, per unire le popolazioni del nord e del sud America sul significato di “giustizia climatica”. Il documentario offre uno sguardo sulla resistenza al colonialismo, in difesa dei territori minacciati dalle compagnie petrolifere transnazionali per la continua espansione dei gasdotti. Un movimento di autentica rinascita spirtuale sostenuto dai sui protagonisti.
in anteprima italiana anche Until we return (Italia) del regista alto-atesino Martin Telser. L’isola di Canna, un lembo di terra di sette km per due nelle Ebridi interne in Scozia, ha subito una forte depopolazione nel corso degli anni. I pochi abitanti rimasti, solo 16, si sentono in qualche modo ‘obbligati’ a restare, ma si chiedono anche che cosa prospetti il loro futuro.
Per i documentari in anteprima siciliana, troviamo Golden fish, African fish (Senegal) di Thomas Grand e Moussa Diop. La regione della Casamance, nel sud del Senegal, è una delle ultime zone di pesca tradizionale dell’Africa occidentale, che affronta la crescente minaccia delle aziende di pesca industriale e attraversa condizioni di lavoro molto dure. A causa dell’incremento della concorrenza straniera uomini e donne resistono contribuendo, grazie al proprio lavoro, alla sicurezza alimentare in numerosi paesi africani. Ma per quando ancora?
In anteprima siciliana anche Living in the future’s past (USA) di Susan Kucera. Un vero e proprio tour de force del pensiero originale su chi siamo e le sfide ambientali che affrontiamo, condotti nell’analisi dal premio Oscar Jeff Bridges. Bridges, insieme a eminenti scienziati e autori, intreccia l’evoluzione, l’emergenza, l’entropia, l’ecologia oscura e ciò che alcuni chiamano la “fine della natura”, in una storia che ci aiuta a capire il nostro posto tra le specie terrestri nella straordinaria complessità del rapporto uomo natura.
in concorso anche La Nostra Strada di Pierfrancesco Li Donni. Un ritratto collettivo di un gruppo di studenti siciliani. Il regista punta il suo obiettivo su quattro ragazzi palermitani impegnati nell’ultimo anno di scuola media, alle prese con la quotidianità dello studio e con le prime importanti riflessioni sul proprio futuro. Tra la scuola e il lavoro, i primi amori e la famiglia i quattro protagonisti si affacciano all’adolescenza andando in cerca della loro strada. Per loro l’ultimo anno delle medie è dominato dal cambiamento e dall’incertezza, e il quartiere dove vivono, la Zisa, alla periferia di Palermo, di certo non aiuta. Qui la disoccupazione tocca punte del 50%, la dispersione scolastica raggiunge picchi dell’8% e molti ragazzi lasciano gli studi una volta raggiunta l’età dell’obbligo scolastico.
Il festival anche nel 2019 è stato realizzato grazie al contributo della Regione Siciliana, Assessorato Turismo Sport e Spettacolo – Sicilia FilmCommission, nell’ambito del progetto “Sensi Contemporanei”, del Comune di San Vito Lo Capo, di Demetra Produzioni e Associazione culturale Cantiere 7, con la collaborazione di ARPA Sicilia, Amnesty International Italia, Greenpeace Italia e AAMOD.