Recensione di Massimo Nardin
La missione è un cortometraggio prodotto dal Centro Sperimentale di Cinematografia e realizzato dagli studenti stessi, ciascuno impegnato nella disciplina della propria specializzazione: chi nella regia, come Alice Murgia, chi nella sceneggiatura, nella scenografia, nel montaggio ecc..
Un corto diviso in due: la prima parte è promozionale, sulla missione nel Corno d’Africa che si sviluppa tenace fin dal 2008 con le adozioni a distanza e la costruzione di una scuola. La seconda parte, invece, è il corto narrativo vero e proprio, che sembra prendere le mosse dalle immagini viste nel promo calamitando i personaggi dentro una storia di finzione che getta ulteriore luce su quell’inizio, volto a sollecitare il pubblico a un’azione e a una personale partecipazione alla missione.
I due protagonisti rivelano da subito una perfetta e impensabile sintonia; quello che sembra il più debole, il piccolo Fulvio, tirato quasi suo malgrado dentro un’operazione che è una forzatura a fin di bene, acquista ben presto i caratteri del vero burattinaio della vicenda. Una statura sancita dal dialogo della scena conclusiva, in cui egli manifesta un’intesa immediata con la coppia dell’appuntamento, sorprendendo lo spettatore e il prete in primis.
Un’annotazione stilistica: Murgia dimostra coraggio anche nella scelta dello zoom, generalmente ostracizzato dalle scuole di cinema. Lo usa per avvicinarsi ai protagonisti e per sottolineare le svolte narrative, accompagnata dal suono (come quello delle campane) e da soluzioni grafiche che evidenziano padronanza del mezzo cinematografico.
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