SiciliAmbiente: annunciati i vincitori della XII edizione del festival
Miglior documentario “Stalking Chernobyl: Exploration after Apocalypse” Secondo premio ex-aequo a “Golden fish, African fish” e “Living in the future’s past” Premio Amnesty a “The condor and the eagle” Premio Greenpeace a “Golden Fish, African Fish” Premio del Pubblico a “L’Esodo”
embargo fino alle ore 21,30 del giorno 8 agosto 2020
Annunciati i premi delle 4 sezioni competitive della XII edizione di SiciliAmbiente: documentari internazionali, cortometraggi, film d’animazione e lungometraggi di finzione. I premi sono stati assegnati dalla giuria composta da Violante Placido, Fulvia Caprara e Agostino Ferrente.
Il premio al miglior documentario è andato a Stalking Chernobyl: Exploration after Apocalypse (Ucraina, USA) della regista brasiliana Iara Lee. Il documentario che racconta Chernobyl, a distanza di quasi trent’anni da quello che probabilmente fu il peggior incidente nucleare della storia, è stato premiato “per la capacità di rivelare le realtà sorprendenti che possono nascondersi sotto il velo tragico di uno dei più spaventosi disastri ambientali della storia recente. Mescolando i toni dell’indagine sociologica con il fascino di una narrazione di sapore fantascientifico, «Stalking Chernobyl: exploration after apocalypse» centra perfettamente l’obiettivo principe del genere documentaristico, ovvero raccontare lasciando parlare le immagini. Non servono commenti per sottolineare fin dove può spingersi la follia degli uomini, pronti a misurarsi nelle sfide più insensate, convinti di essere sempre i più forti e, proprio per questo, destinati all’autodistruzione”.
Il Secondo premio, ex-aequo, è andato a “Golden fish, African fish” (Senegal) di Thomas Grand e Moussa Diop, presentato in anteprima siciliana “per la capacità ti raccontare senza idealizzazione estetizzante ma con grande gusto dell’inquadratura e del commento musicale il lavoro straziante dei pescatori di Kafountine mentre trascinano le loro reti, dei facchini che trasportano le casse di pesce dalle barche a riva, delle donne e degli uomini che lo affumicano in forni a terra e di chi macina il resto facendone farina. Uno sguardo poetico che indaga un cambiamento antropologico e che ricorda quello con cui il nostro Vittorio De Seta dipingeva sullo schermo i corpi, gli sguardi, le voci, i sacrifici, le speranze, le paure, l’umiltà e la dignità dei pescatori, dei minatori, dei pastori, dei contadini del mondo arcaico del Sud Italia”.
E a Living in the Future’s Past (USA) di Susan Kucera, sempre in anteprima siciliana perché “è un film che esplora le cause e le conseguenze culturali del cambiamento climatico. Con un fotografia straordinaria e un narratore d’eccezione come Jeff Bridges il film ci mostra come la specie umana spinta dal desiderio di consumare, viaggiare e diffondersi, non si accorge o ignora le minacce che tali comportamenti hanno sul nostro pianeta. Il progresso troppo spesso ha anche effetti devastanti sul nostro ambiente e minaccia la nostra esistenza. Le prospettive appaiono piuttosto complesse, ma il film riesce a far passare il messaggio che se cambieremo il nostro comportamento potremo cambiare il mondo in positivo”.
Il Premio del Pubblico, istituito per la prima volta quest’anno per il concorso internazionale per lungometraggi di finzione va a L’Esodo di Ciro Formisano.
Il Premio speciale AmnestyInternational Italia, dedicato ai diritti umani, è andato a The Condor and the Eagle USA) di Sophie e Clemente Guerra.
in anteprima italiana. Per la giuria “Il grande pregio de The Condor and the Eagle è di riuscire a darci una visione inedita, ampia e varia, della lotta delle comunità native o marginalizzate americane in nome di un ideale di giustizia e dignità per sé stessi e per l’ambiente. Dal Canada all’America meridionale scopriam,o e ci appassioniamo, alla battaglia di comunità native apparentemente così lontane; a guardare meglio però il loro impegno rappresenta anche per noi ispirazione, riflessione e invito all’azione.
Menzione specialeAmnesty International Italia aLa sangre de la tierra (Nicaragua /Spagna) di Félix Zurita de Higes presentato al festival in anteprima mondiale“per il racconto emozionante e coinvolgente delle comunità native dell’America centrale che lottano con determinazione ed esemplare coraggio per difendere la terra e l’acqua dagli assalti di speculatori avidi e spietati”.
Il Premio Greenpeace Italia è andato a Golden Fish, African Fish perchè “è tanto un documentario dalle immagini potenti quanto un’attenta ricostruzione del sistema economico che ruota attorno alla pesca tradizionale a Kafountine, in Senegal. Una massa umana si concentra in quello che viene descritto come l’ultimo tratto di mare produttivo dell’Africa Occidentale, perché le acque circostanti sono state spopolate dalla pesca industrializzata. “Golden Fish, African Fish” ha il pregio della verità: i due registi riconoscono la forza delle storie che raccontano e le accompagnano con discrezione e talento, in una sorta di immersione dove i suoni e gli odori (anche se solo evocati…) contano quanto le immagini e le parole. Una rappresentazione epica della lotta di uomini e donne per la sopravvivenza in un ambiente in continua degradazione, accelerata dalla rapina industrializzata delle risorse naturali”
Il Premio AAMOD a Watt the Fish di Dorian Hays & Emerick Missud, presentato in anteprima italiana perchè “e un film che è stato in grado di raccontare una “lotta di confine” facendone emergere la sua dimensione più generale e il tema delle risorse naturali intese come “bene comune” per cui lottare”.
Per i cortometraggi il premio miglior cortometraggio è andato a Somewhere on Planet Earth di Silvia Zeitlinger (Italia, Algeria) presentato in anteprima mondiale, con la seguente motivazione: “Che cos’è un corto se non la sintesi fulminante di un’idea, di un racconto, di un monito? «Somewhere on planet earth» risponde perfettamente alle domande legate all’uso del cortometraggio. Una piccola storia semplice, raccontata con ironia e intelligenza, arriva dritta al cuore e alla mente di chi la segue. Senza perifrasi, senza lungaggini, senza messaggi altisonanti. Due banane invece di una. Basterebbe capire che non c’è bisogno di consumare oltre il necessario per continuare a vivere in armonia su un pianeta che, se avesse avuto abitanti diversi, sarebbe rimasto meraviglioso.”
Il Secondo premio è andato a Driving Lessons di Marziyeh Riahi (Iran) in anteprima siciliana con la seguente motivazione: “Il film con una forte impronta del miglior cinema iraniano (evidentissimo il riferimento al cinema di Panahi) racconta la storia di Bahareh, una giovane ragazza che, secondo la legge iraniana, deve avere un uomo tra i suoi parenti che l’accompagnano a lezioni di guida, così da non restar sola con l’istruttore maschio. Con uno stile asciutto ed essenziale ci dà un assaggio come direbbe lo stesso Panahi, di “Un cinema che prova a stare aldilà del bene e del male, un cinema che non giudica, né si arrende al potere ma prova a riflettere onestamente un’immagine realistica della società”.
Il Premio TTPixel che consiste in 4 turni di color correction e la stampa di 1 master DCP, è stato assegnato a Ethiopia: Daily Fight for Recycling di Luigi Baldelli.
Per le animazioni il primo premio è andato aLe Silence de la Rue di Marie Opron (Francia) in anteprima italiana, perché: “In maniera poetica il film ci mostra come la nostra psiche venga spesso asfissiata dalla quotidianità urbana, fatta di smog, stress, e, soprattutto, di solitudine. Il rapporto con la Natura, nel senso di esserne parte e diventare tutt’uno con essa, viene rappresentato quasi come un processo in grado di restituire luminosità alla nostra anima, facendole riscoprire la sacralità e la bellezza del mondo”.
Il Secondo premio è andato a Navajo Tales, The Stars di Dallin Penman (USA) in anteprima italiana perché “nel nome della salvaguardia della cultura Navajo, mitologicamente ricchissima, il film ci fa riflettere sul ruolo che la natura e gli animali da sempre rivestono nelle nostre mitologie, al punto da istruirci sulla bellezza dell’universo, che, senza l’aiuto caos (qua rappresentato dal coyote), non sarebbe mai venuto alla luce. Caos e ordine, Creatore e creato, sono da sempre e per sempre in continuo dialogo”.
SiciliAmbiente Film Festival, diretto da Antonio Bellia, con la direzione organizzativa di Sheila Melosu, è storicamente realizzato grazie al sostegno della Regione Siciliana, Assessorato Turismo Sport e Spettacolo, Dipartimento Turismo Sport e Spettacolo – Sicilia Film Commission, nell’ambito del progetto Sensi Contemporanei e dal MiBACT. E’ promosso dal Comune di San Vito Lo Capo, di Demetra Produzioni e Associazione culturale Cantiere 7, con la collaborazione di ARPASicilia, Amnesty International Italia, Greenpeace Italia e AAMOD.