Miracolo a Viale De Coubertin, di Catello Masullo
La quindicesima edizione della Festa del Cinema di Roma, dal 15 al 25 ottobre 2020, ha del miracoloso. Con fondi sempre più scarsi, solo 3 milioni di euro per questa edizione, contro i 3.8 di quella precedente (e gli oltre 13 della prima edizione veltroniana), riesce ogni anno a migliorare la qualità della selezione. Sempre a livello altissimo. Che colloca la Festa ai massimi livelli mondiali per le manifestazioni cinematografiche. Il miracolo e’ stato doppio : nessun contagio Covid19 (grazie ad una organizzazione perfetta) e nuova chiusura delle sale (per la seconda ondata), evitata di 24 ore. La accoppiata Laura Delli Colli alla Presidenza e Antonio Monda alla direzione artistica, porta bene. Squadra che vince non si deve cambiare. La Festa di Roma conferma definitivamente la sua anima. Quella del cinema di altissima qualità, ma che sa trovare il dialogo con il grande pubblico. Che piace ai cinefili ed agli spettatori comuni. Mai sperimentale e “punitivo” per lo spettatore. Sempre avvincente e coinvolgente. Che e’ esattamente la “ricetta” che utilizza il Cinecircolo Romano da 56 anni. Per venire al focus delle più rimarchevoli delle proposte della Festa, occorre dire che, ancora una volta, e’ partita in quarta. Con un film di animazione d’autore della Disney/Pixar, dal genio dell’immenso Pete Docter. Antonio Monda dimostra così che i film più belli degli ultimi lustri sono i grandi film di animazione. Che sono quelli che a livello globale garantiscono i maggiori incassi. E quindi possono contare sui migliori registi, i migliori sceneggiatori, i migliori attori a fornire le voci ai personaggi. Non fa eccezione Soul. Che si interroga su temi alti, filosofici ed ontologici. Ma lo fa con una straordinaria grazia. Con infinita raffinatezza. Realizzando un intrattenimento di altissima qualità cinematografica, piacevole, non solo per gli occhi, ma anche per l’anima (e’ il caso di dirlo…). Un’altra perla preziosa viene da Alice nella Città, sezione parallela ed autonoma della Festa, The Specials– Fuori dal comune, dei due campioni del cinema francese, Eric Toledano e Olivier Nakache, con la loro idea di cinema, che e’ diventata inimitabile cifra stilistica: cinema corale, divertente, con un grande senso dei tempi comici, trattando però temi alti e importanti, anche tragici. Una sorpresa travolgente viene dal lontano Peru’, Las Mejores Familias, di Javier Fuentes-León, un film corale, scritto con la precisione di un orologio svizzero. Con i tempi comici perfetti. Molto divertente e gustoso. Con colpi di scena a ripetizione, ben dosati. Attori in grande spolvero. Scene da antologia (come la torta di compleanno portata con le maschere antigas attraverso le nuvole dei lacrimogeni). Temi importanti e non banali in sottotesto. Non sono mancati i film di genere di altissima qualità, come L’ombra delle spie, di Dominic Cooke, un film inglese praticamente perfetto, con attori splendidi, messa in scena e confezione di altissimo livello. Avvincente e divertente. Conferma la supremazia mondiale del cinema inglese Supernova, di Harry Macqueen, con due monumenti della attorialita’ mondiale come Colin Firth e Stanley Tucci, una storia toccante, fortissima, senza sbavature, senza ricatti emotivi, su temi di grande attualità e di grande sensibilità, quali la demenza precoce e il fine vita. Ha ragione Laura Delli Colli, Presidente della Fondazione Cinema per Roma, che con una delle sue battute più azzeccate, alla conferenza stampa di chiusura della Festa ha detto che questa eccezionale e straordinaria 15esima edizione e’ stata illuminata da due “Francesco”, Totti e Papa Bergoglio, se l’accostamento non possa essere percepito come irriguardoso, perché in effetti non lo e’. Francesco, di Evgeny Afineevsky, e’ un capolavoro, dal quale esce un gigante mondiale. In un’epoca in cui le leadership mondiali traballano, Papa Bergoglio svetta su tutti per autorevolezza, per coraggio, per capacità di incidere e cambiare (in meglio) la realtà che lo circonda. Per indirizzare le politiche mondiali verso un mondo migliore, e sostenibile per le nuove generazioni. In cui al centro sia l’essere umano, senza distinzioni di razza, religione, censo, orientamento sessuale. Ma con la dignità dell’essere umano, da preservare come bene supremo. Mi chiamo Francesco Totti, di Alex Infascelli, una auto biografia a ruota libera che somiglia più ad un flusso di coscienza (che fa di un Francesco Totti sorprendentemente autoriale, ironico ed autoironico, brillante dicitore, il co-autore del film), più ad una esperienza mistica che ad un documentario. Un film originale, avvincente, fascinoso. Per restare sul calcio, Tigers, di Ronnie Sandahl, precipita lo spettatore nel tritacarne della macchina per fare soldi costituita dai grandi club calcistici, un film potente ed imperdibile. Di rilievo i due film che hanno meritato il Premio di Critica Sociale, alla decima edizione. Miglior film italiano, Fortuna, di Nicolangelo Gelormini, un’opera prima fulminante, coraggiosa, possente, che lascia il segno. Che usa atmosfere favolistiche, surreali, intimistiche, delicate e tenere, per raccontare una storia agghiacciante. Altrimenti irraccontabile. Sguardo originale, costruzione misterica, enigmatica, fatta di potenti metafore. Miglior film straniero The Reason I Jump, di Jerry Rothwell, film sorprendente, molto interessante, di altissimo livello. Altra opera di esordio italiana di rilievo e’ The Shift, di Alessandro Tonda, film di genere, controllatissimo, molto ambizioso, per una produzione complessa e costosa, che affronta un tema molto caldo come il terrorismo di matrice islamica, senza pregiudizi, senza indulgenze, con grande senso della realtà, che trova nel ponte di comunicazione tra esseri umani, in quanto tali, l’unica soluzione possibile. La Festa di Roma e’ stata anche al festa degli esordi cinematografici. Altra opera prima, di Alice Filippi, e’ Sul Più Bello, film più che riuscito, spassoso, gustoso, acuto ed intelligente. Con una protagonista, Ludovica Francesconi, che buca lo schermo ad ogni apparizione, con un aspetto candido, come quello della celeberrima “Amelie”, ma con una intelligenza, una prontezza, una forza di affrontare la vita e sfide titaniche, che in nulla la apparentano a quel personaggio. Un divertente e originale film che si prende gioco di tanti perbenismi con sublime ironia, e con citazioni coltissime e gustosissime, e’ Un Altro Giro, di Tomas Vinterberg. Ed ancora un grande film dall’Inghilterra, La vita che verrà – Herself, di Phyllida Lloyd, su un tema tostissimo, come quello della violenza domestica sulle donne e sulla inadeguatezza delle istituzioni a dare un sostegno efficace alle vittime che cercano scampo dai loro aguzzini. Un film che da speranza e che speriamo induca chi di dovere a fare di più. Il pubblico ha designato come film vincitore della kermesse romana Estate ’85, di François Ozon, uno dei film selezionati dal festival di Cannes 2020 che non si e’ tenuto, causa pandemia, intrigante trasposizione del romanzo “Danza sulla mia tomba” di Aidan Chambers. Non e’ mancata l’attenzione al nuovo fenomeno delle grandi serie tv di qualità, con Small Axe – Red, White and Blue, di Steve McQueen, impeccabile, vibrante, palpitante, avvincente, coinvolgente. La Festa chiude con un altro grande film di Francesco Bruni, Cosa Sarà, che vola via su binari collaudati, ma che non e’ mai banale, e sa toccare le corde dell’anima degli spettatori, in grande coinvolgimento empatico.