NON ODIARE: IL FILM PIÙ PREMIATO AL FESTIVAL DEL CINEMA ITALIANO
PER IL LUNGOMETRAGGIO D’ ESORDIO DI MAURO MANCINI, MIGLIORE OPERA PRIMA, MIGLIOR ATTORE PROGATONISTA (ALESSANDRO GASSMANN), MIGLIOR ATTRICE PROTAGONISTA (SARA SERRAIOCCO) E MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA (LUKA ZUNIC)
IL FILM – NELLE SALE ITALIANE DAL 10 SETTEMBRE, DOPO L’AFFERMAZIONE ALLA SIC – È ANCORA IN PROGRAMMAZIONE, DISTRIBUITO DA NOTORIOUS PICTURES
( Qui materiali stampa: https://www.mimmomorabito.it/venezia2020/NON_ODIARE/Non_Odiare.html )
Roma, 5 Ottobre. Sì è conclusa questo week-end nella splendida cornice di San Vito Lo Capo la prima edizione del Festival del Cinema Italiano, con la direzione artistica del regista Paolo Genovese. Un evento dedicato alla valorizzazione del cinema Made in Italy, con un programma che prevedeva in concorso sette film di lungometraggio, otto cortometraggi e quattro documentari.
Non Odiare di Mauro Mancini, al suo debutto alla regia, si è aggiudicato il premio per la Migliore Opera Prima, premiati anche Alessandro Gassmann (Miglior Attore Progatonista), Sara Serraiocco (Miglior Attrice Protagonista) e Luka Zunic (Miglior Attore Non Protagonista).
Il debutto nel lungometraggio di Mauro Mancini, prodotto da Movimento Film con Rai Cinema, in associazione con Notorious Pictures, è stato l’unico film italiano in Concorso alla 35. edizione della Settimana Internazionale della Critica sezione autonoma e parallela organizzata dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani (SNCCI) nell’ambito della 77. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia: qui, Alessandro Gassmann ha vinto il Premio Francesco Pasinetti per la migliore interpretazione maschile.
Il film – nelle sale italiane dal 10 settembre, dopo l’affermazione alla SIC- è ancora in programmazione, distribuito da Notorious Pictures.
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La storia di Non odiare è ambientata in una città del nord-est, un non-luogo mitteleuropeo, contaminato e innervato da tante etnie, pulsioni, sedimentazioni e dalle profonde radici ebraiche.
Qui vive Simone Segre (Alessandro Gassmann), affermato chirurgo di origine ebraica: una vita tranquilla, un appartamento elegante e nessun legame con il passato. Un giorno si trova a soccorrere un uomo vittima di un pirata della strada, ma quando scopre sul suo petto un tatuaggio nazista, lo abbandona al suo destino. Preso dai sensi di colpa, rintraccia la famiglia dell’uomo: Marica (Sara Serraiocco), la figlia maggiore; Marcello (Luka Zunic), adolescente contagiato dal seme dell’odio razziale; il “piccolo” Paolo (Lorenzo Buonora).
Verrà la notte in cui Marica busserà alla porta di Simone, presentandogli inconsapevolmente il conto da pagare…
“Né buoni né cattivi, ma semplicemente esseri umani”: così immagina i personaggi il regista Mauro Mancini. In definitiva, “Personaggi ordinari alle prese con situazioni straordinarie”.
E proseguendo, il regista dichiara apertamente:
“Non odiare racconta quello che siamo sotto la pelle. La pelle bianca, ‘ariana’, che vorrebbero avere Marcello e i suoi amici neonazisti e quella bianca, ‘non ariana’, di Simone. La pelle tatuata del padre di Marcello e quella marchiata del padre di Simone. La pelle ‘scura’ dei migranti pestati a sangue nei bangla-tour e quella diafana, limpida di Marica. La pelle scura, spaccata dal sole che picchia sui barconi delle traversate. Quella ‘sporca’ dei “disperati” ai semafori. La pelle delle nostre città. E’ il pretesto per riconoscere l’altro come diverso. È il pretesto per odiare l’altro come diverso. Non odiare è la nostra pelle”.
Sulla genesi del soggetto e della sceneggiatura, che ha scritto con Davide Lisino, il regista afferma: “Abbiamo preso spunto da un fatto di cronaca avvenuto a Paderborn, in Germania. Un medico ebreo si rifiutò di operare un paziente a causa del vistoso tatuaggio nazista che aveva sulla spalla. Il medico, dopo essersi fatto sostituire da un collega, ha dichiarato: ‘non posso conciliare l’intervento chirurgico con la mia coscienza’. La stessa coscienza che abbiamo immaginato impedisca al nostro protagonista di soccorrere lo sconosciuto dell’incidente”.
Il produttore Mario Mazzarotto, che ha fortemente voluto questo film, aggiunge: “C’è stata una gestazione produttiva lunga e complessa, durata 5 anni. In anni in cui l’Italia e l’Europa sono attraversate da pericolosi e inquietanti venti nazionalisti, di fronte alle difficoltà ho perseverato. Il film, senza voler dare risposte, ci aiuta a interrogarci sulle origini dell’odio razziale e le sue conseguenze. Ed anche sulle contraddizioni dell’animo umano e la dilagante xenofobia”.
Il film- le cui riprese sono state effettuate a Trieste- è una coproduzione tra Italia e Polonia: Movimento film e Agresywna banda, con Rai Cinema, in associazione con Notorious Pictures. E’ realizzato con il sostegno del Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Direzione Generale Cinema, Polish Film Institute e in collaborazione con Friuli Venezia Giulia Film Commission. Le vendite internazionali sono affidate a Intramovies.
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