In viaggio con Che Guevara – di Gianni Minà (recensione di Massimo Rosin)

In viaggio con Che Guevara – di Gianni Minà (recensione di Massimo Rosin)

A volte basta un documentario ( è del 2004) per ritrovare un tempo che, raccolto nelle immagini, diventa la storia di chi la rivoluzione l’ha fatta davvero.Racconterò di un viaggio fatto da uno dei migliori giornalista  italiani di sempre, Gianni Minà oggi 82enne,che seguì la troupe cinematografica del regista Walter Salles , a sua volte impegnato nelle fasi di ripresa del film “I diari della motocicletta”. Minà, attraverso  le sue fasi, ha documentato il dietro alle quinte  di quel viaggio straordinario fatto da  due giovani studenti di medicina (ma uno era già medico) argentini: Alberto Granado ed Ernesto Guevara de La Serna. Siamo agli inizi degli anni cinquanta e i due amici sono entusiasti di intraprendere un viaggio attraverso il continente sud americano desiderosi di conoscerlo in modo diretto e che finì  per cambiare la loro vita più di quanto non avessero creduto. In sella ad una vecchia Norton 500, che chiameranno “la poderosa”, attraverseranno l’Argentina passando attraverso le città di Cordoba, Miramar, andando poi al suo interno e lungo i confini con il Cile. Qui videro le città di Temuco, poi nella capitale Santiago infine a San Carlo de Bariloche. Altra città è Valparaiso, poi Antofagasta. In Perù vogliono vedere i mineros. Saranno impressionati dalle  loro sofferenze e dai soprusi dei proprietari delle miniere. A Cuzco ritroveranno “la pura espressione della civiltà indigena” quella Quechua attraverso quei pochi abitanti che ancora la rappresentavano. Altra tappa è a Lima, poi a San Pablo in un lebbrosario. Ma non fu un viaggio di piacere, tutt’altro. Il giovane Ernesto, soffriva di forti attacchi d’asma, in parte curati dall’amico che si fece carico di trovare medicinali. In tutto questo viaggio è la voce fuori campo di Minà che farà ricorso anche alle pagine scritte dai due protagonisti per ridarci quelle sensazioni allora provate dai due amici. La presenza di Alberto Granado allora, allora 81enne (morirà nel 2011) è quanto mai preziosa poiché saranno le sue parole a ricondurci agli stati d’animo che  allora provarono. Un documentario, questo fatta da Minà, che ha il grande merito di averci ridato le immagini di una realtà del popolo “latinos” cui manca ancora il riscatto della sua storia. Era questo il grande obiettivo di Ernesto “Che” Guevara, quando, trovata la ragione della sua vita, tentò di far insorgere tutto il continente sud americano trovando però la morte in Bolivia.

 

Massimo Rosin