“Ritorno ad Auschwitz e “Pola la città dolente”, di Massimo Rosin
Due date, quella del 27 gennaio e del 10 febbraio, sono il passaggio che la nostra memoria compie ogni anno per ricordare lo sterminio degli ebrei nei campi di concentramento tedeschi e quello delle Foibe, dove, nelle zone carsiche dell’Istria, furono uccisi e poi fatti sparire, tra i 5 e 8 mila italiani rei solo di stare dalla parte sbagliata. In quelle zone dove ormai regnava l’odio verso tutti quelli che non erano jugoslavi e perciò nemici, come gli italiani, secondo la credenza allora in corso, le testimonianza di quanti hanno avuto lutti si fanno sempre più presenti.I racconti di quanti sono sopravvissuti nei campi di concentramento e quello dei parenti degli infoibati, sono forse lo spettro di quell’unica follia che allora invadeva l’Europa. A quella tedesca si contrapponeva quella dei restanti paesi di cui la Jugoslavia ne fu la testimonianza più atroce. Film-documentari ce ne sono e per fortuna sono documenti da cui non ci si potrà discostare. Ne ho scelto due: “Ritorno ad Auschwitz e “Pola la città dolente” quest’ultimo un film di Mario Bonnard.