Cioccolata in celluloide, di Catello Masullo

Cioccolata in celluloide, di Catello Masullo

La registrazione dell’evento e del film antologico originale può essere scaricata dal seguente linkhttps://www.cinecircoloromano.it/2021/03/eventi-dibattiti/i-mercoledi-culturali-del-cinecircolo-romano-10-marzo-2021-cioccolata-in-celluloide/

I principali contenuti sono anche riassunti di seguito.

La pianta Theobroma Cacao (nome scientifico del cacao) fu classificata da Linneo, naturalista svedese del ‘700, considerando il nome che aveva e l’uso che se ne faceva presso le civiltà che la utilizzavano all’epoca: cacao cibo degli dei. L’origine del cacao viene fatto risalire al dio Azteco Quetzalcoatl, quale dono divino che alleviava la fatica e rallegrava il riposo. Ma alcuni la fanno risalire al 6000 a. c. nelle terre che si estendono fra la penisola dello Yucatàn, il Chiapas e la costa pacifica del Guatemala, dove l’antica civiltà dei Maya diede vita alla prima piantagione di cacao. Il nome del trae origine dal termine “chocolatl” o “xocolat”, bevanda delle classi privilegiate, preparata mescolando la polvere dei semi tostati di cacao, acqua e spezie, molto aromatica e amarognola, a cui venivano riconosciute proprietà stimolanti e meravigliose, addirittura magiche.

Nel 1502 avvenne il contatto del cacao con la civiltà europea: Cristoforo Colombo durante il suo quarto e ultimo viaggio in America sbarca in Honduras dove ha l’occasione di assaggiare una bevanda a base di cacao; al ritorno, portò con sé alcuni semi di cacao da mostrare a Ferdinando ed Isabella di Spagna, ma non diede alcuna importanza alla scoperta, probabilmente non particolarmente colpito dal gusto amaro della bevanda.

Il primo carico documentato di cioccolato verso l’Europa a scopo commerciale viaggiò su una nave da Veracruz a Siviglia nel 1585 (a Siviglia aveva sede il Reale Consiglio delle Indie, attraverso cui la corona spagnola controllava tutti i traffici commerciali, l’amministrazione, gli aspetti militari e religiosi delle proprie colonie d’oltre oceano. Tutti movimenti materiali avvenivano attraverso il porto di Cadice).

Il cioccolato veniva sempre servito come bevanda, ma gli europei, e in particolar modo gli ordini monastici spagnoli, depositari di una lunga tradizione di miscele e infusi, ci aggiunsero la vaniglia e lo zucchero per correggerne la naturale amarezza e tolsero il pepe e il peperoncino. Pare che sia stato il vescovo Francisco Juan de Zumàrraga nel 1590 ad aggiungere lo zucchero alla ricetta della bevanda.

Per tutto il Cinquecento il cioccolato rimane un’esclusiva della Spagna, che ne incrementa le coltivazioni. La tradizionale lavorazione per la produzione delle tavole di cioccolato solide, anch’esse di origine azteca, viene importata nella Contea di Modica, allora protettorato spagnolo. Tale lavorazione dà origine allo xocoàtl, un prodotto che gli abitanti del Messico ricavavano dai semi di cacao triturati su una pietra chiamata metate, prodotto che ormai si produce nella sola Modica in Sicilia.

Nel 1615 Anna d’Austria, sposa di Luigi XIII, introdusse il cioccolato in Francia. Tra il 1659 e il 1688 l’unico cioccolataio presente a Parigi fu David Chaillou.

Nel 1650 il cioccolato viene commercializzato anche in Inghilterra: a Oxford si inizia a servire il cioccolato negli stessi locali in cui si serviva il caffè.

Nel XVII secolo divenne un lusso diffuso tra i nobili d’Europa e gli Olandesi, abili navigatori, ne strappano agli spagnoli il controllo mondiale e il predominio commerciale.

 

Alla fine del XVIII secolo il primo cioccolatino da salotto, come lo conosciamo oggi, fu inventato a Torino da Doret. Nel 1802 Bozzelli inventò una macchina per raffinare la pasta di cacao e miscelarla con zucchero e vaniglia.

In realtà bisogna aspettare il 1820 perché il sistema fosse messo a punto, e la prima tavoletta di cioccolata di tipo commerciale fu prodotta in Inghilterra. Nel 1826 Pierre Paul Caffarel iniziò’ la produzione di cioccolato in grandi quantità grazie ad una nuova macchina capace di produrre oltre 300 kg di cioccolato al giorno. Nel 1828 l’olandese Conrad J. van Houten brevettò un metodo per estrarre il grasso dai semi di cacao trasformandoli in cacao in polvere e burro di cacao. Sviluppò inoltre il cosiddetto processo olandese, che consiste nel trattare il cacao con alcali per rimuoverne il gusto amaro. Questi trattamenti resero possibile il produrre il cioccolato in barrette. Il primo cioccolato in forma solida in scala più estesa rispetto a quello di Doret sembra essere stato prodotto nel 1847 da Joseph Fry. Nel 1852 a Torino Michele Prochet comincia a miscelare cacao con nocciole tritate e tostate creando la pasta Gianduia che verrà poi prodotta sotto forma di gianduiotti incartati individualmente.

Nel 1946 Pietro Ferrero creò una crema gianduia con l’intenzione di venderne qualche chilo ai pasticcieri di Alba: il prodotto ebbe un successo superiore a ogni aspettativa e qualche anno dopo, nel 1964, nacque la Nutella, che divenne molto popolare.

Personaggi storici con grande predilezione per il cioccolato furono :

  • Papa Pio V, nonostante inflessibile per certi versi, nel 1569 generò scalpore consentendo nei periodi di digiuno la consumazione di una tazza di cioccolata al giorno, adducendo come motivazione il fatto che è liquida.
  • Madame de Maintenon, sposa del Re Sole.
  • Le favorite di Luigi XV .
  • Maria Antonietta, moglie di Luigi XVI, che viaggiava sempre col suo cioccolataio personale.
  • Voltaire sembra bevesse una dozzina di tazze di cioccolata al giorno, per combattere la debolezza in tarda età.
  • Carlo Goldoni nelle sue commedie elogia in vario modo la bevanda.
  • Giacomo Casanova ne faceva uso per gli effetti afrodisiaci.
  • Wolfgang Amadeus Mozart canta il suo desiderio di cioccolata in Così fan tutte.

E poi ancora sono sicuramente da citare i grandi appassionati Čajkovskij, Strauss, Stendhal, Goethe, Leonardo Sciascia, Alessandro Manzoni, la marchesa de Sèvigné, Gabriele D’Annunzio, Fidel Castro.

La teobromina contenuta nel cioccolato è tossica per i cani, i cavalli ed altri piccoli animali, che sono incapaci di metabolizzarla.

In piccole quantità riesce ad essere un potente stimolante per i cavalli, al punto da essere bandito dalle corse in quanto sostanza illegale.

Se un animale mangia del cioccolato in quantità consistente, la teobromina può permanere nel suo sangue fino a 20 ore, provocandogli disturbi che possono andare dalle convulsioni all’attacco cardiaco all’emorragia interna fino – nei casi peggiori – alla morte. Il primo trattamento, da eseguirsi entro due ore dall’ingestione, consiste nel provocare il vomito. È quindi necessario interpellare un veterinario.

Curiosità sul cioccolato:

 

Il cioccolato (o la cioccolata) è un alimento derivato dai semi della pianta del cacao diffuso e ampiamente consumato nel mondo intero. È preparato a partire dal burro di cacao (la parte grassa dei semi di cacao) con aggiunta di polvere di semi di cacao, zucchero e altri ingredienti facoltativi, quali il latte, le mandorle, le nocciole o altri aromi.

Nel 1826, il celeberrimo cuoco parigino Jean-Anthelme Brillat-Savarin, così definì poeticamente il “cibo degli dei” : felice la cioccolata che dai lidi lontani, attraverso il sorriso delle donne, trova il suo fine estremo nel bacio fondente della loro bocca!

 

E veniamo alla cioccolata in celluloide.

I Rapporti tra cioccolato e cinema vengono da molto lontano:

  • GIA’ ALLA PRIMA PROIEZIONE PUBBLICA DEI FRATELLI LUMIERE, 28 DICEMBRE 1895, VENNE CONSEGNATA AI 35 SPETTATORI UNA NOTA INFORMATIVA SU QUELLO CHE STAVANO PER VEDERE.
  • IN SEGUITO SI AFFERMO’ L’USO DI DISTRIBUIRE AGLI SPETTATORI UN FASCICOLETTO SUI VARI FILM IN DISTRIBUZIONE.
  • NEL 1904 A FIRENZE ALLA SALA EDISON, PER LA PROIEZIONE DI “LE FESTE DI ROMA PER LA VISITA DEL SIGNOR EMILIO LOUBET, PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA FRANCESE”, FU CONSEGNATA, INSIEME AL FASCICOLETTO, ANCHE UNA CARTOLINA DOPPIA CON FOTO DEL FILM
  • SI PASSO’ QUINDI A REGALARE SERIE COMPLETE DI CARTOLINE TRATTE DAL FILM, COME GIA’ SI FACEVA AL TEATRO.
  • VIRGILIO ALTEROCCA, NEL SUO STABILIMENTO TIPOGRAFICO DI TERNI, FU IL PRIMO A STAMPARE SCENE DA FILM SU CARTOLINA.
  • ANCHE LE INDUSTRIE DEL CIOCCOLATO COMINCIARONO A FARSI PUBBLICITA’ ATTRAVERSO QUESTE CARTOLINE CINEMATOGRAFICHE

I principali film dell’epoca per i quali rinomate case di produzione di cioccolato stamparono cartoline pubblicitarie furono :

  • FABIOLA (1918) DI ENRICO GUAZZONI, PRODOTTO DALLA PALATINO FILM DI ROMA: CARTOLINE STAMPATE A BARCELLONA PER IL CIOCCOLATO AMATLLER MARCA LUNA
  • MIDINETTES (1916) DI RENE HERVIL – LOUIS MERCANTON , PRODOTTO DA ECLIPSE FILM PER IL CIOCCOLATO AMATLLER MARCA LUNA
  • EL JARDIN DE LA VOLUPTUOSIDAD (1918), DI EUGENIO PEREGO, CON PINA MENICHELLI E LUIGI SERVENTI, PRODOTTO DA RINASCIMENTO FILM DI ROMA , PER IL CIOCCOLATO CHOCOLAT IMPERIAL (QUALITES SUPERIEURES A LA VANILLE ET CANNELLE), STAMPATO A BARCELLONA DALLA TIPOGRAFIA AUBER Y PLA
  • EVA PECADORA (1920) , TITOLO ORIGINALE : “L’INNAMORATA”, DI GENNARO RIGHELLI , CON ITALA ALMIRANTE MANZINI E ALBERTO COLLO, PRODOTTO DA FERT FILM DI ROMA , PER IL CIOCCOLATO CHOCOLAT IMPERIAL (QUALITES SUPERIEURES A LA VANILLE ET CANNELLE), STAMPATO A BARCELLONA DALLA TIPOGRAFIA AUBER Y PLA
  • TORTURA DE MADRE(1917), TITOLO ORIGINALE : “LA DESERTEUSE”, DI LOUIS FEUILLADE, CON YVETTE ANDRENOR E RENE CRESTE’, PRODOTTO DA GAUMONT, PER IL CIOCCOLATO CHOCOLAT IMPERIAL (QUALITES SUPERIEURES A LA VANILLE ET CANNELLE), STAMPATO A BARCELLONA DALLA TIPOGRAFIA AUBER Y PLA

 

Se invece cerchiamo la cioccolata nei film, occorre considerare che in Internet Movie Data Base, alla voce Chocolate, si trovano :

  1. 137 film con cioccolato nel titolo
  2. 46 nomi di artisti che hanno cioccolato nel nome vero o d’arte ( es : Thea Vidale (Attrice, Il Dr. Jekyll e Miss Hyde (1995)) soprannome “Chocolate Kiss”, Gary Andrijasevich (Se stesso/a, La ragazza dalla calda pelle (1967) alias “The Chocolate Watchband”, Waheed Murad (Attore, Ishara (1969)) soprannome “Chocolate Hero”, Chocolate Beef (Colonna sonora, Trip (2001))
  3. 28 compagnie con cioccolato nella denominazione. (Chocolate Films, Chocolate Box Entertainment, Chocolate Swan Inc., Chocolate Fish Productions, Sex, Toys and Chocolate, Blood & Chocolate Productions Ltd., Better than Chocolate, Digital Chocolate, Chocolate Dog).

 

Moltissimi sono i film nei quali, pur non essendo presente il cioccolato nel titolo, al “cibo degli dei” si fa riferimento più o meno esplicito. Fino a farne , in alcuni casi, un vero e proprio personaggio, quando finanche il protagonista assoluto.

I titoli che seguono sono solo alcuni, ritenuti dei più significativi o che maggiormente hanno colpito la mia memoria e la mia immaginazione. Naturalmente , la maggior parte della cioccolata in celluloide non troverà posto in questo articolo (e nel filmato antologico che tradizionalmente accompagna le mie ricerche cinefile), non potendo avere la pretesa di un trattato. Per gli approfondimenti si rimanda ai richiami bibliografici in chiusura.

 

LA “CIOCCOLATA IN CELLULOIDE” più giovanilistica

“Ultimi della classe”, opera prima di Luca Biglione , del 2008 : il cioccolato si integra nella trama del film accompagnando le avventure di Michele interpretato da Alessio De Rosa, liceale alle prese con brutti voti, ragazze sbagliate e la sua insegnante privata, Barbara, che segna il debutto sul grande schermo di Sara Tommasi.

“Ultimi della classe” descrive il percorso di crescita di un ragazzo come tanti che scoprirà, passo dopo passo, la sua strada. E se c’è un prodotto che accompagna da sempre i momenti importanti, quelli più tristi, ma anche quelli più dolci e passionali, è proprio il cioccolato.

 

LA “CIOCCOLATA IN CELLULOIDE” più favolistica

Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato (1971)”, Mel Stuart, con scenografie da favola ed uno straordinario Gene Wilder.

 

LA “CIOCCOLATA IN CELLULOIDE” più visionaria

La fabbrica di cioccolato (2005)”, di Tim Burton, remake del fortunato film del ’71, con lo sguardo visionario del grande regista dark e lo sguardo allucinato ed ammiccante del suo inseparabile alter ego Johnny Depp.

 

LA “CIOCCOLATA IN CELLULOIDE” più afrodisiaca

“Come l’acqua per il cioccolato (Como agua para el chocolate)”, di Alfonso Arau, del 1992 : le straordinarie quaglie ai petali di rosa e cioccolato, preparate da Tita (Lumi  Cavazos), come sublime e suprema forma di comunicazione con il suo amato Pedro (Marco  Leonardi), e come ascesa al paradiso dei sensi, che sconvolgono, con il loro magico potere afrodisiaco,  Gertrude (Claudette  Maille’) , che scappa di casa in preda al desiderio con un rivoluzionario che la porta tra i monti.

 

LA “CIOCCOLATA IN CELLULOIDE” più soporifera

Grazie per la cioccolata (2000)”, di Claude Chabrol : André Polonski, pianista, e Mika Muller, presidente dell’industria del cioccolato Muller, si sposano per la seconda volta a Losanna dopo una precedente e brevissima unione risalente a quasi venti anni prima. André in seguito aveva preso in moglie Lisbeth, dalla quale ha avuto il figlio Guillame che ora vive con loro. Sei anni dopo il matrimonio Lisbeth era morta in un incidente automobilistico. Intanto in un locale sul lago, la giovane Jeanne Pollet, aspirante pianista, apprende per caso di avere rischiato di essere scambiata in clinica il giorno della sua nascita con Guillame. Un po’ turbata, un po’ incuriosita, Jeanne si reca alla grande villa dei Polonski, riferisce ad André del mancato scambio e gli strappa la promessa di consentirle di andare da lui a lezione in preparazione di un concorso di pianoforte a Budapest. Mika accoglie con gentilezza la ragazza e le offre una cioccolata preparata in un thermos. Messo sull’avviso da Jeanne, Alex, il suo fidanzato, scopre in laboratorio che nella cioccolata ci sono tracce evidenti di un potente sonnifero. Guillame invece subisce molto la presenza in casa di Jeanne, la quale però alla fine gli racconta di come Mika abbia alterato la cioccolata: e il ragazzo ricorda che la mamma aveva perso il controllo della macchina in seguito ad un colpo di sonno. Mika allora cerca di far sorgere in Guillame nuovi dubbi sull’identità del padre e sul rapporto che si sta creando con Jeanne. Quindi prepara ancora cioccolata col sonnifero, che però per errore viene bevuta da Jeanne. I due ragazzi decidono di andare in città, e Jeanne alla guida comincia a sbandare. Arriva la notizia di un incidente. Mika chiede se i due giovani sono morti. André risponde di no, e aggiunge che si trovano alla polizia dove stanno raccontando tutto l’accaduto. Mika allora va in sala, si sdraia sul divano, si rannicchia su se stessa.

 

LA “CIOCCOLATA IN CELLULOIDE” più emigrante…

Pane e cioccolata (1974)”, di Franco Brusati: Un italiano emigrato in Svizzera perde il permesso di soggiorno. Viene salvato da un industriale che, in crisi economica e sentimentale, si suicida. Lo sfortunato emigrato decide allora di fingersi svizzero. Qualcosa andrà male. All’inizio mangia in un parco pane e cioccolata, ed il rumore della masticazione non è gradito dagli svizzeri che lo frequentano…

 

LA “CIOCCOLATA IN CELLULOIDE” più sorrentina

Melanzane e cioccolato (2004), di Giuseppe Zito, una specialità culinaria poco conosciuta, ma non meno deliziosa.

 

LA “CIOCCOLATA IN CELLULOIDE” più documentaristica

Chocolat mon amour (1996)  di Christophe Fraipont,  in cui il cioccolato è filmato come uno spettacolo per gli occhi e per i sensi: sapore, gusto, piacere, voluttà, dolcezza, untuosità, finezza, prestigio, lusso, classe, eleganza, passione, arte di vivere.

 

LA “CIOCCOLATA IN CELLULOIDE” più femminista

Abbasso l’Amore (2003) Peyton  Reed, la scrittrice interpretata da Renée Zelwegger teorizza che le donne non potranno mai raggiungere la vera parità con l’uomo se continueranno ad essere distratte e ricattate dall’amore. Potranno allora sostituire l’amore con la cioccolata, che procura nelle donne la stessa reazione biologica del piacere sessuale …

 

LA “CIOCCOLATA IN CELLULOIDE” più furtiva

Quattro Passi tra le Nuvole (1942) Alessandro  Blasetti, il rappresentante di cioccolatini, Gino Cervi, prova compassione per una ragazza che incontra sulla corriera, Adriana Benetti, che è stata messa incinta da un uomo che ha poi perso di vista ed è terrorizzata di come la sua famiglia, tradizionalista, potrà prendere la cosa. Gino Cervi accetterà di accompagnarla alla casa di famiglia e di fingersi suo marito. Nella notte insonne che precede la sua partenza, acconsente al nonno della ragazza, Giacinto Molteni, di prendere in prestito i cioccolatini da usare come pedine per la dama. Ma quando, durante la partita,  si tratta di “mangiare” una pedina…

 

LA “CIOCCOLATA IN CELLULOIDE” più nuziale

Il Profumo del Mosto selvatico (1995) Alfonso  Arau, remake di “Quattro Passi tra le Nuvole”, con il piazzista di cioccolatini Keanu Reeves che usa l’anello di carta stagnola dorata che avvolge il cioccolatino nuziale per impalmare simbolicamente la bellissima Aitana  Sánchez-Gijón, per la gioia del nonno di lei, Anthony Quinn.

 

LA “CIOCCOLATA IN CELLULOIDE” più comica (e cannibale…)

Cioccolato Bollente (Consuming Passion) (1988) Giles  Foster. Una antica e blasonata fabbrica di cioccolatini, di proprietà di Freddie  Jones sta per fallire. Ne prende quindi le redini un manager senza scrupoli, Jonathan  Pryce, che elimina tutto quello che costa, compreso il cacao. I prodotti risultano quindi immangiabili. Fino a quanto un giovane ed imbranato neo assunto, Tyler  Butterworth, con una malaccorta manovra non provoca la caduta di tre operai nel cioccolato. Da quel momento i cioccolatini, così “rinforzati”, vanno a ruba (sigh!).

 

LA “CIOCCOLATA IN CELLULOIDE” più sexi

Sweet Movie (1974) Dusan  Makavejev : la mitica Carole Laure , nello splendore della sua folgorante bellezza (Miss Mondo ’84), nuda, viene totalmente irrorata di cioccolato fuso.

 

LA “CIOCCOLATA IN CELLULOIDE” più ipocrita

La Messa è Finita (1985) Nanni  Moretti. Il sacerdote Nanni Moretti cerca di difendere da una aggressione omofoba l’amico gay Dario  Cantarelli. Uno degli aggressori , per provocare il gay, gli ricorda la famosa scena del cioccolato sulla “donna più bella del mondo”, in Sweet Movie (1974), di  Dusan  Makavejev e gli chiede se non lo avesse eccitato. Ma non riesce a smuoverlo. Fa allora la stessa domanda al sacerdote/Moretti, il quale risponde con un ipocrita : “Ma io guardavo la cioccolata!”.

 

LA “CIOCCOLATA IN CELLULOIDE” più ansiolitica

Bianca (1983) Nanni  Moretti : il protagonista usa un enorme ( e mitico) barattolone di cioccolato spalmabile come ansiolitico.

 

LA “CIOCCOLATA IN CELLULOIDE” più dermatologica

Volere Volare (1991) Guido  Manuli , Maurizio  Nichetti. Angela Finocchiaro nuda viene spalmata di cioccolato fuso e poi decorata come una torta di haute cuisine, con una citazione/omaggio/parodia di Sweet Movie (1974), di Dusan  Makavejev.

 

LA “CIOCCOLATA IN CELLULOIDE” più magica

“Harry Potter-Il Prigioniero di Azkaban” (2004) Alfonso  Cuarón.  Il Prof. Remus J. Lupin (David  Thewlis) , insegnante di difesa contro la arti oscure, fornisce da mangiare cioccolata ad Harry Potter (Daniel  Radcliffe) per farlo riprendere da un temibile attacco di un dissennatore.

 

LA “CIOCCOLATA IN CELLULOIDE” più emotiva

“Emotivi Anonimi” (2010) Jean-Pierre  Améris. Due persone, Benoît  Poelvoorde e Isabelle  Carré,  affette da emotività altamente patologica , riusciranno a trovare un valido antidoto nella comune grandissima passione per il cioccolato.

 

LA “CIOCCOLATA IN CELLULOIDE” più spassosa

“Lezioni di cioccolato”, di Claudio Cupellini, del 2007 : l’ imprenditore edile Luca Argentero  è costretto a seguire delle lezioni di cioccolato al posto di un suo operaio infortunato a causa della sua imprevidenza …

 

LA “CIOCCOLATA IN CELLULOIDE” più “sabbiosa”

“La Finestra di fronte”, di Ferzan Ozpetek, del 2003 : l’ex-pasticcere Massimo Girotti, alla sua ultima toccante interpretazione, rivela i suoi segreti culinari ad una sensibile Giovanna Mezzogiorno. Ferzan Ozpetek sa toccare le corde dell’anima come pochi, coinvolgendo tutte le percezioni sensoriali. Un tripudio per gli occhi , che si estende anche alle papille gustative ed alle narici attraverso le emozioni delle sinapsi. Bellissima la scena in cui Girotti mette in bocca alla Mezzogiorno un pezzetto di cioccolata e le chiede se si è sciolta subito. “E’ la sabbia”, le dice. E poi l’importante è il gusto amaro che resta in fondo. “Lontano”, commenta la Mezzogiorno.

 

LA “CIOCCOLATA IN CELLULOIDE” più micidiale…

“Mine Vaganti”, di Ferzan Ozpetek, del 2009 : la splendida Ilaria Occhini, gravemente diabetica, sceglie la forma più dolce di addio alla vita, una scorpacciata di dolci al cioccolato.

 

LA “CIOCCOLATA IN CELLULOIDE” più mitica e sensoriale

“Chocolat” di Lasse Hallstrom, del 2.000 : le persone più aperte di una comunità molto chiusa, accolgono il messaggio trasgressivo della cioccolataia Juliette Binoche, e l’aiutano a preparare un pranzo paradisiaco, godendone poi a pieno le suggestioni e le sensazioni, assieme al fascinoso nomade Johnny Depp. Alla fine del film , anche il sindaco/padrone della cittadina, uno strepitoso Alfred Molina, durante il suo impeto integralista/distruttivo, assaggia la bontà divina del cioccolato (etimologicamente “cioccolato” significa “cibo degli dei”), e ne resta stregato.

 

 

Bibliografia[modifica]