GUERRA E PACE 7SETT2020
Resoconto a cura di Anna Piccini
Moderatrice Alessandra De Luca : come vi e’venuta in mente di esplorare questa storia d’amore tra guerra e cinema?
Regista Martina Parenti: volevamo indagare sul cinema come fonte di mediazione. Ma il cinema si e’ innamorato molto più della guerra che della pace. Anche quando si occupano di pace, contengono sempre la guerra.
Moderatrice Alessandra De Luca : struttura precisa con capitoli con titoli suggestivi.
Regista Massimo D’Anolfi: ci siamo chiesti che senso aveva la diplomazia oggi. Elemento che precede qualsiasi conflitto e che lo segue. Siamo arrivati alla Farnesina. Abbiamo affrontato gli archivi dentro il processo di restauro. Oltre al Luce ed alle cineteche nazionali, c’è anche l’archivio della croce rossa internazionale della cineteca di Losanna. E l’archivio militare del ministero della difesa francese che e’ il primo archivio militare al mondo. Processo più sentimentale che razionale. Dal passato remoto al futuro.
Moderatrice Alessandra De Luca : site riusciti a filmare l’interno della Farnesina che non e’consentito a nessuno.
Regista Martina Parenti: ci siamo riusciti con la pazienza, sono passati 3 ministri per riuscirci. E’una finestra sul mondo. L’unità di crisi era perfetta . sempre un lavoro di immagini. La guerra è sempre presente.
Moderatrice Alessandra De Luca : sempre essere in un action movie.
Regista Massimo D’Anolfi: la Farnesina e’ h24 di finestra sul mondo. Tutto attiva lì da tutte le parti del mondo. E’ stato moto interessante.
Moderatrice Alessandra De Luca : moltiplicazione dei punti di vista, più sono le immagini più e’ difficile decodificarle.
Regista Martina Parenti: non e’ un film storico. Nel passato remoto le immagini sono a servizio dell’esercito. Le immagini degli impiccati a piazza del pane e’ della Paté francese. Ci sono immagini fatte dai giornalisti o da singole persone. E poi la croce rossa. Grande varietà di immagini e degli usi.
Regista Massimo D’Anolfi: pericolosità delle immagini. Possibilità’ delle manipolazioni. Il potere trova sempre il modo di censurare. La moltiplicazione delle immagini rende difficoltosa decifrarle. Si può far passare tutto ed il contrario.
Regista Martina Parenti: la base e’ la memoria. Cosa ce ne facciamo di tutti questi archivi se non riusciamo a trovare una pace? La memoria significa dare dignità alle immagini.
Moderatrice Alessandra De Luca : quando raccogliete le immagini della guerra in Libia mai viste, testimonianza ricchissima di cosa accadeva, cosa vi ha colpito?
Regista Massimo D’Anolfi: di storie, immagini dello sbarco sulle coste di Tripoli, di un secolo fa. Ed oggi abbiamo gli sbarchi al rovescio. E’ un ritrovamento di due studiosi di un deposito di pellicole del museo dei bersaglieri del 1909. Era una grande intuizione. Ma non hanno proseguito. Lo hanno però fatto i francesi. Immagini di una rappresaglia. Una delle prime cose vere. Perché senza manipolazione. Lo studioso dice : per anni cercavo la verità. Era già sufficiente quello che c’era. Il cinema e’una messa in scena.
Regista Martina Parenti: quella non e’ la prima guerra filmata. Ma e’ la prima ad essere filmata per farla vedere nelle sale.
Moderatrice Alessandra De Luca : entrare nella scuola dove soldati reporter .
Regista Massimo D’Anolfi: la storia di rapporto tra cinema e guerra e’ antica. Nella prima guerra mondiale ci sono già reparti dell’esercito che filmano. In Europa sono stati i francesi i belgi. Sono sparite le unità di ripresa.
Regista Martina Parenti: i militari che insegnano a filmare, danno indicazioni precise di quello che si può e non si può filmare.
Regista Massimo D’Anolfi: ci abbiamo messo tanto tempo. In genere ci mettiamo almeno 3 anni. Per i permessi da ottenere, ci sono luoghi dove non ci e’ mai dato. Ma noi sui permessi siamo bravissimi. Abbiamo ragionato sull’archivio. A Massimo abbiamo chiesto di fare musiche che aveva scritte per i film precedenti, Spira Mirabilis e altri
Il film sarà distribuito in sala cosa non consueta in Italia. Distribuito dal Luce.
Moderatrice Alessandra De Luca : Almodovar ha fatto il suo stesso lavoro in La voce umana.