The Book of Vision (Recensione di Catello Masullo)
(credits e sinossi da cinemtografo.it e Antonio Genna)
The Book of Vision
ITALIA, GRAN BRETAGNA, BELGIO – 2020
Sinossi: Eva, una giovane e promettente dottoressa, abbandona la sua carriera per immergersi nello studio della Storia della medicina e mettere in discussione tutto: la propria natura, il proprio corpo, la propria malattia e un destino che sembra segnato. Johan Anmuth è un medico nella Prussia del Settecento, in bilico tra nuove spinte razionaliste e antiche forme di animismo. “Book of Vision” è il manoscritto capace di intrecciare le loro esistenze in un vortice ininterrotto. Lontano dall’essere un testo scientifico, il libro contiene le speranze, le paure e i sogni di più di 1800 pazienti: il medico prussiano sapeva come ascoltare i propri pazienti e il loro spirito vaga ancora tra le pagine, dove vita e morte fanno entrambe parte di un unico flusso. La storia di Anmuth e dei suoi pazienti darà così a Eva la forza per vivere appieno la propria vita perché niente si esaurisce nel proprio tempo. È reale solo ciò che si desidera, non semplicemente quello che accade.
- Regia:
Carlo S. Hintermann (Carlo Hintermann)
- Attori:
PERSONAGGI | INTERPRETI | DOPPIATORI |
EVA / ELIZABETH VON OUERBACH | Lotte Verbeek | DOMITILLA D’AMICO |
DOTT. BARUCH MORGAN / JOHAN ANMUTH | Charles Dance | RODOLFO BIANCHI |
STELLAN BOSTROM / NILS LINDGREN | Sverrir Gudnason | SIMONE D’ANDREA |
MARIA | Izol’da Djuchauk | BENEDETTA DEGLI INNOCENTI |
GEN. HEINRICH VON OUERBACH | Filippo Nigro | — FILIPPO NIGRO |
VALENTIN VON OUERBACH | Rocco Gottlieb | — ROCCO GOTTLIEB |
GUNTER VON OUERBACH | Justin Korovkin | — JUSTIN KOROVKIN |
- Soggetto: Carlo S. Hintermann (Carlo Hintermann), Marco Saura
- Sceneggiatura: Carlo S. Hintermann (Carlo Hintermann), Marco Saura
- Fotografia: Jörg Widmer
- Musiche: Hanan Townshend, Federico Pascucci– (collaborazione)
- Montaggio: Pietro Lassandro
- Scenografia: David Crank
- Arredamento: Séverine Closset, Anca Rafan, Pascalle Willame
- Costumi: Mariano Tufano
- Effetti: Lorenzo Ceccotti, Stephane Bidault, Paolo Galiano
- Suono: Henri Morelle– (presa diretta), Giuseppe D’Amato – (sound design), Stefano Grosso – (sound design)
- Durata:95′
- Colore:C
- Genere:DRAMMATICO
- Produzione:GERARDO PANICHI, ROBIN MONOTTI GRAZIADEI, VERA GRAZIADEI, SÉBASTIEN DELLOYE PER CITRULLO INTERNATIONAL, LUMINOUS ARTS PRODUCTIONS, ENTRE CHIEN ET LOUP, CON RAI CINEMA
- Distribuzione:RS PRODUCTIONS
- Data uscita8 Luglio 2021
NOTE
– PRODUTTORE ESECUTIVO: TERRENCE MALICK.
– REALIZZATO CON IL CONTRIBUTO DELLA DIREZIONE GENERALE CINEMA; IN ASSOCIAZIONE CON AB MEDICA SPA, TIMELINE STUDIO; IN COPRODUZIONE CON SHELTER PROD; CON IL SOSTEGNO DI WALLIMAGE (WALLONIA), TAXSHELTER.BE E ING THE TAX SHELTER OF THE BELGIAN FEDERAL GOVERNMENT; IN COLLABORAZIONE CON TRENTINO FILM COMMISSION; CON IL SOSTEGNO DELLA REGIONE LAZIO – FONDO REGIONALE PER IL CINEMA E L’AUDIOVISIVO.
– FILM D’APERTURA, EVENTO SPECIALE, ALLA 35. SETTIMANA INTERNAZIONALE DELLA CRITICA (VENEZIA, 2020).
– CANDIDATO AL DAVID DI DONATELLO 2021 PER MIGLIORI EFFETTI VISIVI.
– DISPONIBILE ON DEMAND DAL 26 FEBBRAIO 2021 SU CHILI.
Recensione di Catello Masullo: Ungaretti diceva di Mallarmé che “non c’è bisogno di capire”. Sarebbe bene ricordarlo quando ci si approccia alla visione di questo film. Fuori da ogni schema. Credo sarebbe un errore andare a cercare di fare l’analisi entomologica ed anatomica di ogni scena, di ogni suggestione, di ogni riferimento culturale. E ce ne sono davvero tanti. Tantissimi, per una durata di soli 95 minuti. Consiglierei allo spettatore di lasciarsi avvolgere in una avventura esperienziale, esoterica, visionaria, emozionale, empatica. Di guardare il film più con il cuore che con il cervello. Senza tralasciare il profondo godimento estetico ed intellettuale del misticismo come porta della conoscenza, della centralità del segreto, della possibilità di percorrere strade opposte al contempo, di cui alla cultura ebraica del Talmud. Hintermann sembra lanciare il sasso più lontano possibile per poi inseguirlo, come diceva Bunuel. Costruisce un film di rara originalità, sulla importanza del prendersi cura e sulla gentilezza. Con una protagonista femminile di forza assoluta. Che afferma la necessità di scrivere dei morti, che sono dei segni nella continua trasformazione, e delle cui tracce la protagonista è la traghettatrice. Un’opera prima di esordio alla regia fascinosa ed ipnotica, assolutamente memorabile. Con una sontuosa ed ambiziosa coproduzione (Italia, Regno Unito, Belgio) che accoglie attori di vaglia (l’inglese Charles Dance, l’olandese Lotte Verbeek, lo svedese Sverrir Gudnason, e l’inconfondibile volto della nostra Giselda Volodi) e maestranze di alto livello (il direttore della cinematografia tedesco Jörg Widmer, il neozelandese autore delle musiche Hanan Townshend). Da non perdere.
Curiosità, ho chiesto al regista: “Carlo, il produttore esecutivo è Terrence Malick, di cui sei stato collaboratore e sul quale hai realizzato un documentario, che ruolo ha avuto nella realizzazione del film e quali influenze, ove ce ne siano state, nella scrittura?”.
Questa la risposta di Carlo Hintermann: “Abbiamo proposto delle sequenze per “Tree of Life” ed ho fatto un documentario su di lui. Quando ho iniziato la sceneggiatura ho cominciato a confrontarmi con lui. Mi ha dato contributi straordinari. È stato naturale che diventasse produttore esecutivo. Ha portato questa tensione. Volevo profondità di campo, viene da Malick. Nella post produzione c’è stato un rapporto straordinario negli sforzi per arrivare all’essenza del film. Ogni sequenza un passo avanti, un regalo. Molto vicino a “Days of Heaven”. Ha la passione di un ragazzo ventenne. Abbiamo girato tra il Trentino ed il Veneto, sui Monti Lessini, dove c’è il faggio più antico di Europa, la Regina.”.
Ha aggiunto il produttore: “Ci ha aiutato a trovare i finanziamenti e ci ha portato all’amore per il cinema, ricordando di quando ai suoi inizi fu aiutato da Arthur Penn. È stata una grande lezione. Ed uno sforzo di tantissime persone.”.