El hoyo en la cerca  (recensione di Anna Piccini)

El hoyo en la cerca  (recensione di Anna Piccini)

(credits e sinossi cinematografo.it)

El hoyo en la cerca (The Hole in the Fence)

MESSICO – 2021

 

Sinossi: La tranquillità di un campo fuori città, frequentato da studenti del primo anno di una scuola religiosa d’élite, svanisce quando viene scoperto un buco nella recinzione perimetrale. L’evento scatenerà una serie di misteriosi incidenti che riveleranno un sistema creato dai tutor per inculcare una visione fondamentalista nelle menti degli adolescenti.

  • Regia: 

Joaquín del Paso

  • Attori: 

Valeria Lamm

– Jordi De La Torre,

Yubáh Ortega

– El Guero,

Lucciano Kurti

– Joaquincito,

Eric David Walker

– Diego Peña,

Santiago Barajas Hamue

– Santi,

Enrique Lascurain

– Profesor Monteros,

Jacek Poniedzialek

– Professore Sztuhr,

Juan Pablo Garcia Fabela

– El Ricky,

Carlos Morett

– Billy,

Alexander Waters

– Alfredito,

Shota Yamada

– Shota,

Dante Carrillo

– El Remix,

Giovanni Conconi

– Fito Salinas,

Matias Del Castillo Negrete

– Jeshua,

Gabriel Fritsch

– Tacho,

Franco Legorreta

– El Ruco,

Marek Tokarcik

– Profesor Rosales,

Takahiro Murokawa

– Profesor Tanaka,

Alejandro Rubio

– El Pinguino,

Rafael Ayala

– El Guero,

Patrick Mcarthy

– Chicharito,

Francisco Medrano

– El Brayan,

Diego Lozano

– Josue,

Santiago Tirado

– Padre Pelayo,

Héctor Kuri Hernández

– Mario,

Emilio Monico Rojas

– Moncardo,

Bernardo Ortega

– El Pollo,

Alfredo Flores

– Profesor Gordillo,

José Manuel Vázquez

– El Vaga,

Santiago Rodríguez

– El Arthur,

Adolfo Osorio

– El Lunes,

Raúl Vasconcelos

– Edwin,

Charles Oppenheim

– Profesor Barquet,

Joaquín del Paso

– Segretario

The Hole In The Fence

  • Durata:100′
  • Colore:C
  • Genere:DRAMMATICO
  • Produzione:FERNANDA DE LA PEZA, JOAQUIN DEL PASO PER AMONDO FILMS

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NOTE

– PRESENTATO ALLA 78. MOSTRA INTERNAZIONALE D’ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA (2021), NELLA SEZIONE ‘ORIZZONTI’.

 

Recensione di Anna Piccini: La filosofia del modello educativo raccontato in questo film potrebbe essere ben rappresentato da quello che il capo degli educatori dice agli adolescenti: ”Agire nel proprio interesse ed in quello dei propri amici è la migliore scelta che si possa fare. Azioni di altruismo possono avere conseguenze molto negative. Questo è il punto fondamentale del nostro ordine”. Il film offre uno spaccato agghiacciante della società messicana. Con una separazione netta tra una élite dominante ed il resto della popolazione, che viene rinchiusa fuori da barriere e steccati invalicabili. Di cui è efficace metafora la recinzione di cui al titolo. I giovani rampolli delle élite vengono formati, con sfide e prove durissime, per poter dirigere in futuro un sistema sociale sempre più orientato ad un egoismo spietato senza alcuna solidarietà per i più deboli e per gli ultimi. Che devono essere lasciati indietro, rinchiusi in minoranze da schiacciare ed annientare. Davvero inquietanti le dinamiche di gruppo, indotte scientificamente per raggiungere lo scopo. A qualsiasi costo. Il ragazzo che si libera di ingessature e protesi che gli impedivano di camminare è potentissima allegoria del processo di eliminazione di chi cerca di liberarsi dal giogo di un potere oppressivo. Regia e confezione di rilievo. Centinaia di studenti provinati per scegliere i 35 adolescenti protagonisti, che hanno convissuto a lungo in un camp e fatto lunghe prove teatrali. Nelle 7 settimane di lavorazione hanno dato il meglio di sé e l’azione appare fluida e sempre credibile. Da non perdere. 

Valutazione sintetica: 7.5