Giulia (Recensione di Catello Masullo)
ITALIA – 2021
(credits e sinossi da cinemtografo.it)
Sinossi: Giulia, che è costantemente divisa tra il bisogno di sentirsi a casa, amata e una selvaggia e sacrosanta voglia di libertà, si ritrova letteralmente in mezzo ad una strada e inizia, in maniera tutta sua, a cercare un rifugio e un posto nel mondo. Tra un illusorio desiderio di maternità e qualche espediente per sbarcare il lunario, passa i giorni più caldi di una torrida estate romana con dei personaggi dall’esistenza vuota, inafferrabili puri e meravigliosi come lei. In una sospensione fatta di niente (e di tutto) Giulia comprende che sta a lei decidere come vivere, o non vivere, la vita.
- Regia:
- Attori:
– Giulia,
– Sergio,
– Ciavoni,
– Fausto,
– Alessandro,
– Alberto
- Soggetto: Ciro De Caro, Rosa Palasciano
- Sceneggiatura: Ciro De Caro, Rosa Palasciano
- Fotografia: Manuele Mandolesi
- Montaggio: Jacopo Reale
- Scenografia: Valentina Di Geronimo
- Costumi: Chiara Landi
- Durata:109′
- Colore:C
- Genere:DRAMMATICO
- Produzione:UGO BAISTROCCHI, MAURIZIO DE ARCANGELIS, MICHAEL FANTAUZZI PER FARE CINEMA
- Distribuzione:COCCINELLE
NOTE
– PRESENTATO ALLA 18. EDIZIONE DELLE ‘GIORNATE DEGLI AUTORI’, SEZIONE NOTTI VENEZIANE (VENEZIA, 2021), IN COLLABORAZIONE CON ISOLA DI EDIPO.
Recensione di Catello Masullo: Ciro De Caro arriva alla sua opera terza, dopo il debutto esplosivo di “Spaghetti Story”, del 2012, film fenomeno, realizzato con il ricavato della vendita della autovettura di famiglia, selezionato in oltre 50 tra festival e rassegne nazionali ed internazionali tra cui: Mosca, Tel Aviv, Los Angeles, Reykjavik, Krakow, Texas, Hong Kong, Parigi, Londra, ecc., ed il successivo “Acqua di marzo”, del 2017, nel programma ‘kino Panorama Italia’ della XIV edizione di ‘Alice nella città’. Questo suo ultimo film, “Giulia”, è sicuramente il suo film più ambizioso. Consapevole del suo talento nel dominio del mezzo espressivo, ha fortemente voluto una produzione totalmente indipendente che gli lasciasse carta bianca. Ci riesce, anche, con il “finanziamento di uno statale”… ( e non “finanziamento statale”), grazie alla fiducia riposta in lui da Ugo Baistrocchi, già funzionario della Direzione Cinema del Mic e grande esperto di cinema, qui al suo debutto da produttore (ed anche da attore, visto il suo cameo, come membro del centro anziani, in un esilarante monologo di materia letteraria). Ciro De Caro realizza un film di forte impronta autoriale e di grande rigore formale. Ha al suo arco la freccia più importante nella protagonista, Rosa Palasciano, anche co-sceneggiatrice a 4 mani con il regista. La sua interpretazione è infatti magistrale, nel rendere un personaggio che oscilla tra l’inadeguata a tutto, l’imbarazzata e l’imbarazzante, la vendicativa e la mitomane, la scostante tendente all’asociale all’indeterminata, alla inespressiva senza luce negli occhi. Una metafora straordinaria del disagio esistenziale. Un film profondo, sulla depressione come generale mal di vivere, che ti porta dentro la storia e te ne avvolge. Giusto l’alto riconoscimento ricevuto dalla selezione al massimo festival di cinema al mondo, la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, alle Giornate degli autori.
Curiosità: cinefili e cinematografari troveranno nel cast tante facce conosciute ed addetti ai lavori, chiamati a recitare (grosso modo) sé stessi, in una serie di ruoli tutti da gustare.
Valutazione Sintetica: 7