Un autre monde (Recensione di Assunta Masullo)

Un autre monde (Recensione di Assunta Masullo)

(sinossi e credits da cinematografo.it)

 

FRANCIA – 2021

 

Sinossi: Philippe Lemesle e sua moglie si separano, un amore danneggiato dalla pressione del lavoro. Dirigente di successo in un gruppo industriale, Philippe non sa più come rispondere agli ordini incoerenti dei suoi superiori. Ieri volevano che fosse un leader, oggi vogliono che sia un esecutore. È questo il momento in cui deve dare un senso alla propria vita.

  • Regia: 

Stéphane Brizé

  • Attori: 

Vincent Lindon

– Philippe Lemesle,

Sandrine Kiberlain

– Anne Lemesle,

Anthony Bajon

– Lucas Lemesle,

Marie Drucker

– Claire Bonnet Guérin,

Guillaume Draux

– Direttore Risorse Umane,

Olivier Lemaire

– Olivier,

Christophe Rossignon

– Direttore Sito

NOTE

– IN CONCORSO ALLA 78. MOSTRA INTERNAZIONALE D’ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA (2021).

– COPRODOTTO DA STÉPHANE BRIZÉ E VINCENT LINDON.

 

Recensione di Assunta Masullo: Stéphane Brizé sta diventando il Ken Loach francese. Con questo “Un Autre Monde” è al terzo film sul mondo del lavoro, tutti e tre con protagonista Vicent Lindon: “La legge del mercato” (2015), in cui interpreta una guardia giurata, “In guerra” (2018) nel quale è sindacalista. Il terzo ed ultimo film cambia la prospettiva. Il punto di vista ora è quello del datore di lavoro. Ma non cambia la tesi, quella che porta a concludere che il sistema del lavoro è gravemente malato. Con una malattia che continua a peggiorare, invece che migliorare. Le conquiste sindacali della seconda metà del secolo scorso messe in pesante discussione, con enormi balzi indietro. In una logica in cui conta solo il profitto. Significativo, nella specie, quanto dice il responsabile della Multinazionale, Cooper, in collegamento online: “Anche io ho il mio padrone. Il mio padrone è Wall Street”. Si tratta, in definitiva, di un film a tesi. Che, in genere, è molto meno efficace e coinvolgente di un film a tema. La tesi è programmaticamente dimostrata. Ma lo spettatore è poco coinvolto dal punto di vista empatico. Con una efficacia genarle che ne risulta ridotta. Monumentale la interpretazione di Vincent Lindon. Buone anche quelle di contorno.

 

Valutazione Sintetica: 7