Si è svolta al Nuovo Cinema Aquila di Roma la presentazione del corto di Antonio Losito dal titolo “Pappo e Bucco“, interpretato da Massimo Dapporto e Augusto Zucchi.
Reduce dal successo ottenuto durante la 78. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, dove ha ricevuto il Premio Città del Cortometraggio al Social World Film Festival, anche l’evento romano ha riscosso un grande consenso da parte del pubblico a tal punto da fare ben due proiezioni.
Tra i personaggi presenti alla serata, introdotta dall’attrice e conduttrice Laura Lattuada: il cast del film Massimo Dapporto, Augusto Zucchi, Roberto D’Alessandro, il regista Antonio Losito, il produttore Pasquale Cossu, lo stylist Vincenzo Galullo, il consulente d’immagine Mantas Fazzolari, il Pr ed organizzatore di eventi Giuseppe Bambagini, gli attori Pino Quartullo, Pietro De Silva ed Antonella Ponziani, la cantante ed attrice Mita Medici, il ballerino Valerio Pino, il regista Enzo Bossio, l’attore Adriano Squillante.
Valentina Tomada, direttrice artistica del “Fabriano Film Festival” durante la serata al Nuovo Cinema Aquila ha consegnato il premio “MIGLIOR ATTORE” che è stato assegnato ex-aequo a Massimo Dapporto e Augusto Zucchi per la loro interpretazione.
Al termine delle proiezioni, brindisi finale in compagnia del cast e degli ospiti presenti per festeggiare il successo ottenuto.
La pellicola, prodotta da Gemini Movie e distribuita da Siberia Distribution, racconta la storia di Elia ed Aldo, due ex clown. I due vivono insieme da anni, isolati da tutto e da tutti. Aldo chiede da tempo ad Elia di aiutarlo a smettere di soffrire a causa della sua malattia. Elia cerca in tutti i modi di dissuaderlo, fino a quando si rende conto che la situazione è più grave di quel che pensa…
Un’iperbole dolce-amara sull’amore e sulla vita e che pone importanti interrogativi su una tematica al centro del dibattitto socio-culturale come l’eutanasia.
NOTE DI REGIA
“Il cortometraggio Pappo e Bucco nasce un po’ per caso. Il mondo del circo e, in particolare, quello della figura del clown, mi ha sempre affascinato. Ho sempre trovato malinconica questa figura e quando ho pensato di scrivere qualcosa sui clowns, la storia ha inevitabilmente preso la strada del dramma…
La sceneggiatura si è praticamente scritta da sola, i personaggi hanno preso immediatamente vita nel mio immaginario. Elia ed Aldo sono due facce di una stessa medaglia. Dopo aver passato una vita assieme sulla scena, circondati dal frastuono dello spettacolo, si ritrovano a vivere isolati e nel silenzio più assoluto.
Mi piace definire questo film come una storia d’amore. Amore per la vita. I due si troveranno a dover portare in scena il loro ultimo spettacolo: la fine”.