la signora delle rose (Recensione di Anna Piccini)
Sinossi e credits da cinematografo.it
La signora delle rose
La fine fleur
FRANCIA – 2020
Sinossi: Eve Vernet è stata per anni la più grande coltivatrice di rose di Francia. Oggi però si trova sull’orlo della bancarotta e la sua azienda è sul punto di essere acquisita da un potente concorrente. Vera, la sua fedele segretaria, le prova tutte per tentare di salvare la situazione e alla fine crede di poter trovare una soluzione rivolgendosi ai servizi sociali e assumendo tre dipendenti senza alcuna esperienza nel settore, ma con un desiderio: tornare a fiorire. Fra le mille difficoltà, l’improbabile ma determinata squadra si imbarcherà insieme in un’avventura davvero unica che potrebbe cambiare per sempre le loro vite.
- Regia:
- Attori:
PERSONAGGI | INTERPRETI | DOPPIATORI |
EVE | Catherine Frot | ALESSANDRA KOROMPAY |
FRED | Melan Omerta | DANNY FRANCUCCI |
SAMIR | Fatsah Bouyahmed | TEO BELLIA |
VERA | Olivia Côte | EMANUELA D’AMICO |
NADEGE | Marie Petiot | LAVINIA PALADINO |
LAMARZELLE | Vincent Dedienne | GIANLUCA CRISAFI |
SIG. PAPANDREOU | Pasquale d’Inca | GIANLUCA MACHELLI |
MADRE DI FRED | Serpentine Teyssier | |
AVVOCATO DI LAMARZELLE | Christophe Gendreau |
- Sceneggiatura: Pierre Pinaud, Fadette Drouard, Philippe Le Guay – (collaborazione)
- Fotografia: Guillaume Deffontaines
- Musiche: Mathieu Lamboley
- Montaggio: Valérie Deseine, Loïc Lallemand
- Scenografia: Philippe Chiffre
- Costumi: Elise Bouquet, Reem Kuzayli
- Suono: Lucien Balibar, Olivier Walczak, Jean-Paul Hurier
- Durata: 94′
- Colore: C
- Genere: COMMEDIA
- Specifiche tecniche: SCOPE
- Produzione: STÉPHANIE CARRERAS, PHILIPPE PUJO PER ESTRELLA PRODUCTIONS, FRANCE 3 CINEMA, AUVERGNE RHÔNE-ALPES CINÉMA
- Distribuzione: I WONDER PICTURES E UNIPOL BIOGRAFILM COLLECTION
- Data uscita 2 Dicembre 2021
NOTE
REALIZZATO CON LA PARTECIAPZIONE DI: FRANCE TELEVISIONS, OCS, CINE+; IN ASSOCIZIONE CON: CINEAXE, PALATINE ETOILE 17, SOFITVCINE 7.
(RECENSIONE DI ANNA PICCINI): Questa opera seconda di Pierre Pinaud è totalmente riuscita. Un film fascinoso, garbato, piacevole, avvolgente ed avvincente, “profumato”, come a volte i film francesi possono essere. La grossa atout, sulle cui spalle poggia (quasi) tutto il film è la sempre straordinaria Catherine Frot. Che non sbaglia un film. È qui intrepida, combattiva, mai rinunciataria. Ferma nel voler mantenere l’impegno solenne di portare avanti l’azienda ed il sogno ereditati dal padre. Con competenza, ma, soprattutto, con inscalfibile passione. Da non perdere.
Curiosità: Il film è impreziosito dalla (pertinente) canzone “Les Roses Blanches”, del 1926, con testi di Charles-Louis Pothier e musiche di Léon Raiter (edizioni Raiter), nella versione cantata da Tino Rossi nel 1956 (è stata interpretata negli anni da cantanti del calibro di Mary Ketty, Berthe Delny, Antonin Priolet, Sandrey, Emma Liebel, Berthe Sylva, Lucienne Delyle, Les Sunlights (nel 1967), Mireille Mathieu, Michèle Torr, Régine, Céline Dion, Sanseverino e Joyce Jonathan).
Il testo della canzone è di tipo realistico, nella tradizione di Bénech e Dumont, racconta la storia di un povero “bambino di Parigi” la cui unica famiglia è sua madre, alla quale regala rose bianche ogni domenica, i suoi fiori preferiti. Ma si è ammalata e ha dovuto essere ricoverata in ospedale. Una mattina di aprile, non avendo più un soldo, cerca di rubare dei fiori e viene sorpreso dal fiorista. Spiega che, visto che è domenica oggi, avrebbe voluto offrirne un po’ alla sua bella mamma. Il fiorista, commosso, finalmente gliele dà. Quando arriva in ospedale con le sue rose bianche, un’infermiera gli dice che non ha più una madre. Gliele offrirà un’ultima volta, perché lei le porti in paradiso poiché le amava così tanto.
Valutazione sintetica: 8