LASCIARSI UN GIORNO A ROMA (Recensione di Catello Masullo)
(Sinossi e credits da cinematografo.it) SPAGNA, ITALIA – 2021
- Regia:
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- Sceneggiatura: Edoardo Leo, Marco Bonini, Damiano Bruè, Lisa Riccardi
- Fotografia: Fabio Zamarion
- Musiche: Gianluca Misiti
- Montaggio: Consuelo Catucci, Giada Lombino
- Costumi: Elena Minesso
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- Altri titoli:
Breaking up in Rome
- Durata:112′
- Colore:C
- Genere:COMMEDIA, ROMANTICO
- Specifiche tecniche:DCP
- Produzione:FULVIO E FEDERICA LUCISANO PER ITALIAN INTERNATIONAL FILM CON VISION DISTRIBUTION, COOPRODOTTO DA BARCELLONA NEO ART PRODUCCIONES
- Distribuzione:VISION DISTRIBUTION (2022)
- Data uscita1 Gennaio 2022
Sinossi:
Una commedia romantica che racconta quanto sia complicato lasciarsi dopo tanti anni di relazione. I temi affrontati riguardano la fine di una storia d’amore, le difficoltà che ne scaturiscono e soprattutto il riuscire a trovare le parole più adatte, nella speranza di non far soffrire l’altro.
NOTE
– IL FILM SKY ORIGINAL È IN PRIMA VISIONE SU SKY CINEMA, IN STREAMING SU NOW E DISPONIBILE ON DEMAND.
Recensione di Catello Masullo: Edoardo Leo ha esordito come regista nel 2010 con “Diciotto anni dopo” da lui scritto, diretto ed interpretato e per il quale ottenne la nomination ai David di Donatello e ai Nastri d’argento come Miglior regista esordiente e vinse ben 40 premi nazionali ed internazionali, tra i quali piace ricordare quello di “Opera Preferita dagli Studenti”, alla settima edizione del Premio Cinema Giovane & Festival delle Opere Prime del Cinecircolo Romano. La cui targa ci fa piacere Leo continui a tenere in bella vista in libreria, come appare in una intervista recentissima, di poche settimane fa. Seguono nel 2013 “Buongiorno papà”, nel 2015 lo spassosissimo “Noi e la Giulia”, nel 2016 “Che vuoi che sia”. Con questo “Lasciarsi un giorno a Roma”, Edoardo Leo, non solo conferma la grande capacità di cineasta e di attore, da tempo conseguite, ma alza l’asticella di non poco verso obiettivi ambiziosi. Pur non perdendo la cifra stilistica che gli è propria dell’ironia (qui condita con una dose importante di amarezza), Leo rompe il meccanismo dello schema classico della commedia sentimentale e vira decisamente sulla analisi dei sentimenti. Con un grado di approfondimento e di verosimiglianza davvero sorprendenti, al limite del rivoluzionario. Ci vuole coraggio e carisma per una operazione del genere. Qualità che Edoardo Leo dimostra di avere e con le quali ottiene carta bianca dagli illuminati e fedelissimi produttori Fulvio e Federica Lucisano, che hanno saputo trascinare in questa direzione anche i coproduttori spagnoli. Il film, per la universalità dei temi, per lo stile originale e mai banale, per lo splendore della messa in scena, per la brillantezza delle interpretazioni è perfettamente “vendibile” sui mercati internazionali. I migliori auspici ad Edoardo per questa nuova ed esaltante sfida. Da non perdere.
Curiosità, ho chiesto al Regista: “Edoardo, un film di totale maturità, ne è passato tempo da “18 anni dopo”, forse il tuo professore di italiano del liceo ne sarebbe fiero per la bellezza della scrittura. Nel film, con atmosfere e battute alla Woody Allen, dici: “Il finale nei romanzi li decide l’autore a differenza di quello che succede nella vita”. Il finale di questo film è quello deciso da te, o sei stato influenzato?”
La risposta di Edoardo Leo: “ci tengo a dirlo. Non mi piace la definizione comedia romantica. È un film sentimentale. Quando si va a discutere con i produttori se non c’è l’happy ending finale c’è sempre un problema. Questo è l’esempio felice in cui il mio produttore ha deciso che potevamo essere lo specchio dei tempi. Non c’è stata nessuna discussione. Sono stato libero di decidere il finale. Decidere un percorso amaro, e mi sono sentito molto sostenuto”.
Valutazione Sintetica: 7.5/8