ONE SECOND (Recensione di Catello Masullo)
(sinossi e credits da cinematografo.it)
- One Second
- Yi miao zhong
CINA, HONG KONG – 2019
Sinossi: Il film, ambientato nella Cina rurale degli anni della Rivoluzione Culturale, narra l’incontro e il legame che si instaura tra una ragazza e un prigioniero in un campo di lavoro, che rischia tutto pur di ritrovare una pellicola contenente un frammento, della durata di un solo secondo, della figlia perduta.
- Regia:
- Attori:
PERSONAGGI | INTERPRETI | DOPPIATORI |
ZHANG | Zhang Yi | LORIS LODDI |
FAN | Fan Wei | LUIGI FERRARO |
LIU | Liu Haocun | VITTORIA BARTOLOMEI |
- Sceneggiatura: Geling Yan, Zhang Yimou
- Fotografia: Zhao Xiaoding
- Musiche: Loudboy
- Montaggio: Du Yuan
- Scenografia: Lin Chaoxiang
- Suono: Tao Jing, James Ashton– (mixer)
- Durata:104′
- Colore:C
- Genere:DRAMMATICO, STORICO
- Specifiche tecniche:(1:2.35), 2K, DCP
- Produzione:DONG PING, KONG WILLIAM, PANG LIWEI, XIANG SHAOKUN PER HUANXI MEDIA GROUP
- Distribuzione:EUROPICTURES, FENIX ENTERTAINMENT (2021)
- Data uscita16 Dicembre 2021
NOTE
– SELEZIONE UFFICIALE ALLA XVI FESTA DEL CINEMA DI ROMA (2021).
– RITIRATO DAL FESTIVAL DI BERLINO 2019 PER ‘PROBLEMI TECNICI’ E SOTTOPOSTO AL VAGLIO DELLA CENSURA CINESE.
Recensione di Catello Masullo: Il settantenne Zhang Yimou è un maestro unanimemente riconosciuto. Con il suo primo film, “Sorgo rosso”, vince l’Orso d’Oro al Festival di Berlino nel 1987. Nel 1990 il film “Ju-Dou”, co-diretto con Yang Fengliang e interpretato da Gong Li, sua musa e compagna di vita per molti anni, è il primo film cinese ad essere candidato all’Oscar come miglior film straniero e l’anno seguente “Lanterne rosse” vince il Leone d’Argento alla Mostra del Cinema di Venezia, ma entrambi i film vengono censurati in Cina. Il successivo “La storia di Qiu Ju” (1992, Leone d’Oro a Venezia) è invece approvato dal governo cinese, il regista è riabilitato e i suoi film precedenti vengono tolti dalla ‘lista nera’. Nel 1995 “La triade di Shanghai” è vincitore del Gran premio della tecnica al Festival di Cannes. “Keep Cool” (1997) è candidato al Leone d’Oro, “Non un di meno” (1999) vince a Venezia il Leone d’Oro, il premio Lanterna Magica e il premio ‘Sergio Trasatti – La Navicella’, dell’Ente dello Spettacolo. Con “La strada verso casa” (1999) vince l’Orso d’argento e il Premio della Giuria Ecumenica al Festival di Berlino. I problemi con la censura non lo hanno mai abbandonato. Anche questo suo ultimo film (in effetti penultimo, dato che l’ultimo, “Cliff Walkers”, risulta già distribuito) “One Second” era stato annunciato alla Berlinale, ma poi ritirato a causa della censura cinese. Sarà difficile sapere se la edizione arrivata alla Festa di Roma ed ora distribuita in Italia è in effetti quella voluta dal regista. D’altra parte è ambientato all’epoca della Rivoluzione Culturale, dal ’66 al ’76, un’epoca in cui Zhang Yimou, in quanto figlio di un ufficiale dell’esercito di Chiang Kai-Shek, fu messo al bando e mandato a lavorare prima nei campi e in seguito in una filanda. E quindi il nervo scoperto c’è. Ma questo film dimostra che la magia del cinema vince su tutto. “One Second” è uno degli atti d’amore per il cinema più belli e struggenti della storia del cinema. Paragonabile per intensità forse solo al mitico “Hugo Cabret”, di Martin Scorsese, sugli albori della “Settima Arte”. “One Second” è anche un omaggio a tutta l’arte cinematografica mondiale. Dalle comiche slapstik chapliniane, con i furti e ri-furti continui della pizza di pellicola, alla commedia all’italiana di Steno e Monicelli negli inseguimenti alla “Guardie e Ladri” sulle dune del deserto della remota regione del Gansu (che ricordano quelli di Totò e Fabrizzi sulle colline dove poi sorgerà Viale Somalia a Roma), al personaggio di Liu, che sembra proprio provenire dai pennarelli di Federico Fellini quando disegnava “Gelsomina”, alla memoria struggente di “Nuovo Cinema Paradiso” di Peppuccio Tornatore, e tanto altro cinema ancora. Il riferimento è il “cinema cinema”, materico, che puzza di celluloide. Un cinema che fa sognare le genti la cui immaginazione è fortemente compressa dalle condizioni al contorno fisiche (potentissima la metafora del deserto) e politiche, come la insensatezza delle regole assurde di un regime dispotico. Un inno al cinema, ed anche alla importanza che ciascun individuo può attribuire, diversamente da tutti gli altri spettatori, ad un solo, unico fotogramma (oppure ai 24 fotogrammi che sono proposti allo spettatore nello spazio temporale di un solo secondo). Capolavoro imperdibile.
Valutazione sintetica: 9