Bosnia Express (Recensione di Catello Masullo)

Bosnia Express (Recensione di Catello Masullo)

(sinossi e credits da cinematografo.it)

ITALIA – 2021

 

Sinossi: Bosnia Erzegovina. Le diversità sono molteplici in questa zona del pianeta e la tensione qui ha un potenziale distruttivo. Non sempre. Talvolta può avere una forza creativa, può essere perciò l’uno e l’altro. Questo è il motivo per cui ogni scrittore che viaggia attraverso tali luoghi è affascinato dalla potenza di queste terre e dei suoi popoli. L’autore non vuole soffermarsi e andarsene, vuole portare una memoria e una speranza. Non solo un ricordo, e non solo una speranza. Forse è possibile coesistere con il passato senza rinunciare alle proprie visioni. Forse è possibile nutrire una speranza senza disconoscere il passato. Un treno attraversa lento il cuore dei Balcani. Esso ha molto da raccontare.

  • Regia: 

Massimo D’Orzi

  • Durata: 70′
  • Colore: C
  • Genere: DOCUMENTARIO
  • Produzione: MASSIMO D’ORZI PER LOUPS GAROUX PRODUZIONI, IL GIGANTE, LUCE CINECITTÀ
  • Distribuzione: LUCE CINECITTÀ
  • Data uscita 1 Febbraio 2022

Recensione di Catello Masullo: Liberamente tratto dal libro omonimo di Luca Leone (Infinito edizioni, 2010), autore anche della sceneggiatura, scritta a 4 mani con il regista Massimo D’Orzi, e terzo atto di un’ideale trilogia inaugurata da “Adisa o la storia dei mille anni” (2004) e proseguita con “Sàmara” (2009). “Bosnia Express” racconta di un ritorno sui luoghi del massacro della guerra di Bosnia, fatto malvolentieri, come confessa nell’esergo iniziale. Un film lontanissimo dall’analisi giornalistica. Che ci racconta le varie umanità prodotte da quelle tragedie. Con gli effetti sui corpi e sulle anime. Specie delle donne, che ne hanno pagato il prezzo più alto. Un film di raro lirismo. Un film di sentimenti. Che coglie i germi di vita che rinasce, imperiosa ed inarrestabile. Come testimonia la voce narrante quando afferma: “Le grandi televisioni internazionali sono venute a Sarajevo a cercare immagini di morte. Non hanno capito niente, durante la guerra le immagini a Sarajevo erano immagini di vita”. Il film è prodotto, con coraggio e commendevole impegno, da Marta Bifano di “Loups Garoux Produzioni” (casa che, non a caso, prende il nome da un gruppo donne durante la Rivoluzione Francese che elaborarono una Enciclopedia al femminile).  Da non perdere.  

Valutazione sintetica: 7.5