Accademia del Cinema Italiano – Premi David di Donatello
67ª EDIZIONE DEI PREMI DAVID DI DONATELLO
L’Accademia premia con il David Speciale il regista Antonio Capuano, una delle voci più originali del grande cinema in Italia
Antonio Capuano riceverà il David Speciale 2022 nel corso della 67ª edizione dei Premi David di Donatello. Lo annuncia Piera Detassis, Presidente e Direttrice Artistica dell’Accademia del Cinema Italiano – Premi David di Donatello, in accordo con il Consiglio Direttivo composto da Francesco Rutelli, Carlo Fontana, Nicola Borrelli, Francesca Cima, Edoardo De Angelis, Domenico Dinoia, Valeria Golino, Giancarlo Leone, Luigi Lonigro, Mario Lorini, Francesco Ranieri Martinotti.
Il riconoscimento sarà assegnato martedì 3 maggio nell’ambito della cerimonia di premiazione in diretta in prima serata su RAI 1 dagli studi di Cinecittà, con la conduzione di Carlo Conti affiancato da Drusilla Foer.
“Il cinema di Antonio Capuano, celebrato anche nel film È stata la mano di Dio di Paolo Sorrentino, è allo stesso tempo irriducibile e intriso di poesia e immaginazione, di resistenza sociale, di immagini straordinarie, di memoria e utopia come dimostra la sua opera più recente Il buco in testa” afferma Piera Detassis. “Da Vito e gli altri a Pianese Nunzio 14 anni a maggio fino a La guerra di Mario che regalò il David per la migliore attrice a Valeria Golino, Capuano, da sempre estraneo ai giochi industriali, vero outsider, sceneggiatore, regista, scenografo e pittore, ha saputo ritrarre Napoli e le ferite aperte di tutte quelle vite, ragazzi specialmente, in una terra travagliata quanto magica. In lui la realtà brucia, la cinepresa sublima. Un David Speciale, per un cinema davvero speciale e fuori norma”.
ANTONIO CAPUANO
Fra le voci più originali del grande schermo in Italia, Capuano è autore di un cinema schietto e privo di ipocrisie, sin dal suo esordio alla regia con Vito e gli altri, vincitore della Settimana Internazionale della Critica alla Mostra di Venezia nel 1992. Con Pianese Nunzio 14 anni a maggio (1996), La guerra di Mario (2005) e L’amore buio (2010), il regista partenopeo continua a raccontare l’infanzia e l’adolescenza ma anche la violenza, la bellezza e l’unicità delle storie che animano la città di Napoli e i suoi personaggi. Con Polvere di Napoli (1998), film a episodi scritto assieme al futuro Premio Oscar® Paolo Sorrentino, Capuano omaggia un capolavoro come L’oro di Napoli di Vittorio De Sica ma allo stesso tempo mostra la deriva della sua città, con Luna rossa (2001) denuncia con forza il mondo della criminalità mostrando gerarchie e riti di una famiglia di camorristi, mentre in Bagnoli Jungle descrive il degrado sociale e ambientale attorno alle rovine del noto complesso siderurgico. Nel 2020, con Il buco in testa, il regista rilegge gli anni di piombo attraverso gli occhi di una quarantenne, figlia di un vice brigadiere ucciso dagli autonomi nel 1977.