Flee (Recensione di Anna Piccini)
(sinossi e credits da Wikipedia)
Flee
DANIMARCA, SVEZIA, NORVEGIA, FRANCIA, USA, SLOVENIA, ESTONIA, SPAGNA, ITALIA, FINLANDIA – 2021
Sinossi: Amin in giovane età fuggì dalla sua patria, Kabul, per trovare rifugio a Copenaghen. Oggi Amin ha trentasei anni, è un affermato accademico e sta per sposarsi ma nasconde segretamente il suo passato di rifugiato. Nessuno è a conoscenza di chi sia veramente, avendo ben costruito un’identità più che strutturata anche se precaria. Dopo anni, compreso che per conquistare la serenità futura dovrà prima confrontarsi con il passato, Amin per la prima volta decide di rivelarsi e raccontare la sua storia.
- Regia:
- Sceneggiatura: Jonas Poher Rasmussen, Amin Nawabi
- Montaggio: Janus Billeskov Jansen
- Scenografia: Guillaume Dousse, Jess Nicholls
- Suono: Fredrik Jonsäter, Matias Frøystad, Edward Björner
- Durata: 83′
- Colore: B/N-C
- Genere: ANIMAZIONE, DOCUMENTARIO, DRAMMATICO
- Produzione: FINAL CUT FOR REAL, SUN CREATURE STUDIO, CINEPHIL, LEFT HANDED FILMS, RYOT FILMS, VICE STUDIOS
- Distribuzione: I WONDER PICTURES (2022)
- Data uscita 10 Marzo 2022
- NOTE
– DIRETTORE DELL’ANIMAZIONE: KENNETH LADEKJÆR.
– NELLA VERSIONE ORIGINALE NON DOPPIATA LA STORIA E’ RACCONTATA DELLA VOCE ORIGINALE DEL PROTAGONISTA.
– CANDIDATO AI GOLDEN GLOBES 2022 PER MIGLIOR FILM D’ANIMAZIONE.
– VINCITORE MIGLIOR FILM D’ANIMAZIONE AI EUROPEAN FILM AWARDS 2021.
– CANDIDATO AGLI OSCAR 2022 COME MIGLIOR FILM STRANIERO, DOCUMENTARIO, ANIMAZIONE. È LA PRIMA VOLTA CHE UN FILM D’ANIMAZIONE VENGA CANDIDATO A QUESTE CATEGORIE CONTEMPORANEAMENTE.
Recensione di Anna Piccini: Il protagonista, dopo essere fuggito dall’Afghanistan con madre, sorella e fratello, dopo l’uccisione violenta del padre, e dopo una odissea da rifugiato prima, paradossalmente, in Russia, il paese che aveva invaso la sua patria, in una situazione di perenne diverso in fuga (doppiamente diverso, in quanto anche nascostamente gay, in paesi dittatoriali ed omofobi), riesce miracolosamente, anche con il sacrificio grande della famiglia e del fratello maggiore segnatamente, ad inventarsi un’altra vita. In un paese, come la Danimarca, dove non hanno peso tutte le sue diversità, e dove è stimato professore universitario, alla vigilia delle nozze. Nessuno sa nulla del suo passato. Ma è lui stesso a decidere che è venuto il momento di fare i conti con questo ingombrante fardello. Il film è una confessione, una seduta psicanalitica collettiva con il regista e tutti gli spettatori. Quale mezzo migliore dell’animazione per continuare a proteggere questo anonimato così ben ed a lungo custodito? Una animazione autoriale, rarefatta nei momenti onirici immaginati. Alternata a immagini di repertorio e, poche, riprese dal vivo. Film di qualità, sia visive, che, soprattutto espressive e linguistiche, con l’invenzione di un linguaggio nuovo per raccontare una storia. Ha straconvinto l’Academy che gli attribuisce una tripletta di nomination del tutto inedita, per miglior documentario, miglior film d’animazione e miglior film internazionale (una volta si diceva “straniero”, che forse si capiva meglio…).
Valutazione sintetica: 7/7.5