CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE 26 LUGLIO 21
A cura di Anna Piccini
Presidente Roberto Cicutto: Neutralità carbonica, istituzione di un carbon plan applicato fin da questo anno. Quantificare tutte le emissioni di gas effetto serra per le manifestazioni della Mostra. Con standard internazionali certificati Rina. Siamo il primo festival a intraprendere un percorso di certificazione. La sostenibilità è la parola d’ordine, basta con la resilienza. Ringrazio gli sponsor, nessuno ci ha abbandonato l’anno scorso. Armani beauty diventa main sponsor, con Campari e Cartier. Partner fondativi il Mic, Comune di Venezia, la soprintendenza di Venezia.
Direttore Alberto Barbera: siamo di nuovo in presenza, con le stesse accortezze. Ci eravamo illusi che alla fine della scorsa edizione fosse l’inizio del ritorno alla normalità. Abbiamo lavorato tutto l’anno intensamente. Si sono sommati i film di due edizioni. Ci ha sorpreso la qualità media che complessivamente è più alta del solito, come se la pandemia abbia sviluppato la creatività, stimolato. Sono ottimista sullo stato di salute del cinema. Ci immaginiamo che le vaccinazioni proseguano senza interruzioni e che ci sia la ripartenza. I film sono tanti. Anche questo anno film da tutto il mondo. Pochissime le assenze, la Cina soprattutto. I paesi presenti sono più dell’anno scorso, ben 59. La presenza italiana è più consistente, 5 film in concorso e tre fuori concorso. Non si tratta di voler sostenere il cinema italiano, ma è la fotografia di uno stato di grazia. Punto di riferimento sicuro per il cinema di domani. Erano 8 le registe nel concorso l’anno scorso, sono 5 questo anno. Ma sono il 26% del totale nelle varie sezioni, a fronte del 28 dello scorso anno. Cedimento temporaneo nel percorso di parificazione di genere. Ritorno in forza degli americani. E quindi anche il ritorno di star. Gli americani non sono stati scoraggiati dal lockdown. Segnale incoraggiante.
Selezione ufficiale: biennale college cinema in 9 anni sono stati sviluppati 28 lungometraggi con 150.000 euro ciascuno. Anche 7 progetti di vr da 60.000 euro ciascuno. Era una scommessa diventata una realtà produttiva tra le più efficienti al mondo. Questo anno sono ben 6 i film della biennale college che vengono presentanti. Il programma completo vi sarà annunciato tra qualche giorno.
Orizzonti: nel corso degli anni vetrina che promuove registi che si sono affermati nel piano internazionale. E molti sono arrivati al concorso principale avendo partecipato ad orizzonti negli anni precedenti. Il film di apertura Les promesses di Thomas Kruitof, che si era già distinto anni fa. Rapporto tra integrità politica e le promesse elettorali. Atlantide il primo dei due film italiani, di Yuri Ancarani, molto ambizioso. Girato a Venezia, come tanti altri film. Dedicato ai giovani lagunari che vivono in simbiosi con i loro barchini. Miracol di Bogdan George Apetri, rumeno, conferma il talento convincente. Pilgrims di Laurynas Bareisa, primo film del regista che era stato con un suo corto ad orizzonti. Il paradiso del pavone di Laura Bispuiri per la prima volta a Venezia. Da Taiwan Pubu (the falls), il suo film precedente era stato candidato agli Oscar da Taiwan. Immagine straordinaria, è anche un grande direttore della fotografia. Dal Messico il secondo film di Joaquin del Paso, El hoyo en la cerca. Amira di Mohamed Diab, si occupa della questione palestinese. Nascita di bambini con sperma dei padri richiusi nelle carceri. A plein temps di Eric Gravel, una madre single si occupa della figlia. Un film che toglie il fiato. 107 mothers di Peter Kerekes, un documentarista cecoslovacco ha passato 7 anni in un carcere dell’ucraina, maternità femminile, emozionante. Opera prima di Kaltrina Krasniqi, Vera dreams of the sea, società patriarcale maschilista e retrograda. Opera prima di Kavich Neang, cambogiano, White building. Dalla Thailandia, Anatomy of time, di Jakrawal Nilthamrong. El otro tom di Rodrigo Plà e Laura Santullo, rapporto complesso tra madre single e figlio con problemi comportamentali e servizi sociali americani che vogliono dare psicofarmaci. El gran movimiento di Kiro Russo, semi documentario, quasi sperimentale, a La Paz, lotta di classe, ma anche la magia. Dall’India One upon a time in calcutta di Sengupta, film corale, ritratto femminile coeso e toccante. Film di chiusura ukraino, regista famoso per essere stato arrestato e condannato a 20 anni dai russi. Scalata ai vertici della mafia ukraina. Esibisce la violenza, ma offre anche grandi momenti di cinema. True things di Harry Wootliff, una regista di talento, prospettiva originale.