Brotherhood (Recensione di Rossella Pozza)
(sinossi e credits da cinematografo.it)
- Brotherhood
REPUBBLICA CECA, ITALIA – 2021
Sinossi: Jabir, Usama e Uzeir, sono tre giovani fratelli bosniaci, nati in una famiglia di pastori. Sono cresciuti all’ombra del padre, Ibrahim, un predicatore islamista severo e radicale. Quando Ibrahim viene condannato a due anni di carcere per terrorismo, i tre fratelli vengono improvvisamente lasciati soli. La temporanea sospensione degli ordini e dei comandamenti del padre cambia drasticamente la loro vita. I fratelli esplorano la loro libertà appena acquisita nel difficile viaggio per diventare uomini. Crescere non è mai stato più intimo ed estenuante: mentre lottano, combattono e si affrontano, vediamo le loro identità distinte che si sviluppano davanti ai nostri occhi. Un’esplorazione intima della transizione dalla giovinezza alla virilità, la ricerca dell’identità, la ricerca dell’amore e di sé stessi.
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- Soggetto: Francesco Montagner, Alessandro Padovani – (collaborazione)
- Sceneggiatura: Francesco Montagner, Alessandro Padovani – (collaborazione)
- Fotografia: Prokop Soucek
- Montaggio: Valentina Cicogna, Klára Tasovská – (montaggio associato)
- Suono: Adam Levý – (presa diretta), Daniela Bassani – (montaggio), Marzia Cordò – (montaggio), Alberto Bernardi (II) – (mix)
- Durata: 97′
- Colore: C
- Genere: DOCUMENTARIO
- Specifiche tecniche: DCP (16:9)
- Produzione: PAVLA JANOUŠKOVÁ KUBEČKOVÁ IN COPRODUZIONE CON NADIA TREVISAN E ALBERTO FASULO PER NUTPRODUKCE E NEFERTITI FILM CON RAI CINEMA
- Distribuzione: NEFERTITI FILM (2022)
- Data uscita 21 Aprile 2022
- NOTE
– PARDO D’ORO DEL CONCORSO ‘CINEASTI DEL PRESENTE’ AL 74. LOCARNO FILM FESTIVAL (2021).
– REALIZZATO CON LA PARTECIPAZIONE FINANZIARIA DI ARTE – G.E.I.E., ČESKÁ TELEVIZE, FAMU, AL JAZEERA DOCUMENTARY; CON IL SOSTEGNO DI: MIC-DIREZIONE GENERALE CINEMA E AUDIOVISIVO, STÁTNÍ FOND KINEMATOGRAFIE, EURIMAGES, FONDO PER L’AUDIOVISIVO DEL FRIULI VENEZIA GIULIA.
Recensione di Rossella Pozza: Francesco Montagner scrive (a quattro mani con Alessandro Padovani) e dirige un film rigoroso, anti-spettacolare, al limite dello sperimentalismo. Con un approccio documentaristico osserva i suoi attori e sembra aspettare di esserne sorpreso, di cogliere la verità assoluta del cinema della realtà nel momento in cui si compie. Il romanzo di formazione dei tre giovani fratelli ha un importante interesse antropologico. Dal punto di vista cinematografico è per palati fini. Rischia, però, anche per questo, di perdere l’attenzione del pubblico tradizionale.
Valutazione sintetica: 6