La Valigia dell’Attore: Consegna del Premio “Gian Maria Volonté” all’eccellenza artistica di Renato Carpentieri
Sabato 30 luglio 2022
Fortezza I Colmi (Strada panoramica)
Ore 21:00
Presentazione delle allieve e degli allievi del Valigialab 2022
condotto da Renato Carpentieri
con la collaborazione di Fabrizio Deriu
A seguire
Consegna del Premio “Gian Maria Volonté”
all’eccellenza artistica di
Renato Carpentieri
A seguire
Una storia senza nome (2018) 130′
regia di Roberto Andò
con Renato Carpentieri, Micaela Ramazzotti, Alessandro Gassmann
La XIX edizione del festival La Valigia dell’Attore si conclude sabato 30 luglio sul palco della Fortezza I Colmi, sull’isola di La Maddalena, con un triplice evento di cui sarà assoluto protagonista l’attore Renato Carpentieri. Saranno presentati le allieve e gli allievi del ValigiaLab 2022, il laboratorio di alta formazione dedicato all’arte della recitazione che vede partecipare giovani provenienti dalle maggiori scuole di teatro e di cinema italiane. Quest’anno il ValigiaLab si terrà dal 1° all’8 agosto nell’isola di Caprera e tutor di questa edizione sarà proprio Renato Carpentieri con la collaborazione di Fabrizio Deriu.
Il grande interprete, che ha articolato la sua professione tra teatro e cinema, lavorando a fianco dei più grandi registi, riceverà proprio sul palco de La Valigia il riconoscimento alla sua eccellenza artistica, con il Premio Volonté 2022, che qualche giorno fa è stato parimente assegnato – la doppietta è novità di quest’anno, anche ad Alba Rohrwacher.
Un Premio dal valore emotivamente coinvolgente, dal momento che Carpentieri iniziò la propria carriera sul grande schermo nel 1990 proprio con Gian Maria Volonté, sul set del film Porte aperte di Gianni Amelio, con il quale instaurò un’amicizia e una solida empatia professionale, tanto da volerlo omaggiare nel 2014, a venti anni dalla scomparsa, con una nuova messa in scena di Tra le rovine di Velletri, l’ultimo spettacolo scritto e diretto da Volonté insieme ad Angelica Ippolito.
Al termine della serata Carpentieri sarà ancora presente, ma sullo schermo de I Colmi, come personaggio chiave del film Una storia senza nome, diretto da Roberto Andò ed ispirato al misterioso furto avvenuto a Palermo di un celebre quadro del Caravaggio, “La Natività”. Un film che ha ottenuto un duplice riconoscimento al Premio Flaiano e che conta nel suo numeroso cast artisti di assoluto prestigio; una proiezione d’autore di grande spessore che saprà chiudere al meglio anche questa Valigia.
RENATO CARPENTIERI
Ha studiato Architettura a Napoli.
Dal ’65 al ’74 ha svolto a Napoli attività di organizzazione e promozione culturale, teatrale e cinematografica, col gruppo Nuova Cultura e come Incaricato Cultura della Giunta O.R.U.N. Ha partecipato al Movimento studentesco di Architettura.
Dal ’68 al ’74 si è fatto promotore di ricerche sull’espressione artistica popolare; sulla base di queste ricerche ha messo in scena una decina di piccoli spettacoli e intensificato l’attività di organizzazione culturale. Ha collaborato a giornali e riviste della Nuova Sinistra.
Dal ’75 si è dedicato al teatro alternando l’attività di attore a quella di regista. Socio fondatore del Teatro dei Mutamenti, della Società Napoletana di Poesia e dell’Associazione Eutopia di Ferrara. Ha partecipato a trasmissioni Radio e televisive. È stato direttore artistico del Teatro Nuovo di Napoli dal 1988 al 1991 e Direttore artistico di LiberaScena Ensemble dal 1995 al 2006. Inoltre ha fatto parte del Comitato artistico del Teatro Stabile di Napoli, dal 2004 al 2007.
Al cinema ha lavorato, tra gli altri, con Gianni Amelio, Roberto Andò, Paolo Sorrentino, Nanni Moretti, Mario Martone, Gabriele Salvatores, Paolo e Vittorio Taviani, Daniele Luchetti, Gianfranco Cabiddu.
A teatro, tra gli altri, con Dario Fo, Roberto Andò, Mario Martone, Antonio Neiwiller, Roberto Bacci, Gigi Dall’Aglio, Thierry Salmon, Carlo Cecchi.
Tra i riconoscimenti ricevuti: il premio Sacher come migliore attore non protagonista per il film Porte Aperte, il Premio Vittorio De Sica, il Nastro d’argento come migliore attore non protagonista per il film Puerto Escondido, il Nastro d’argento, il Premio Vittorio Gassman, il Globo d’Oro, il Ciak d’Oro, il David di Donatello come miglior attore protagonista per il film La Tenerezza, il Premio Ennio Flaiano alla carriera, il Premio Napoli alla carriera.
Come regista e direttore artistico, ha ideato e curato la rassegna MUSEUM per 13 edizioni.
Tra gli spettacoli messi in scena come regista ricordiamo: Jacques e il suo padrone di M. Kundera, Medea di C. Wolf, Il riformatore del mondo di T. Bernhard, La caduta e Il malinteso di A. Camus, Il Complice di F. Durrenmatt, La nascita del teatro di A. Messina e R. Carpentieri, Negli spazi oltre la luna-Stramberie di Gustavo Modena di C. Meldolesi e R. Carpentieri.
Nel 2015 è Socio fondatore dell’Associazione ILPUNTOINMOVIMENTO.
UNA STORIA SENZA NOME
REGIA Roberto Andò
CON Micaela Ramazzotti, Renato Carpentieri, Laura Morante, Jerzy Skolimowski, Antonio Catania, Marco Foschi, Martina Pensa, Renato Scarpa, Silvia Calderoni, Gaetano Bruno, Alessandro Gassmann, Giovanni Martorana, Filippo Luna, Paolo Graziosi, Michele Di Mauro, Emanuele Salce
SOGGETTO Roberto Andò, Angelo Pasquini
SCENEGGIATURA Roberto Andò, Angelo Pasquini con la collaborazione di Giacomo Bendotti
PRODUTTORE Angelo Barbagallo
PRODUTTORE ESECUTIVO Gianfranco Barbagallo
CASA DI PRODUZIONE Bibi Film, Rai Cinema
DISTRIBUZIONE 01 Distribution
FOTOGRAFIA Maurizio Calvesi
MONTAGGIO Esmeralda Calabria
MUSICHE Marco Betta
SCENOGRAFIA Gianni Carluccio
GENERE drammatico
SINOSSI
Valeria, giovane segretaria di un produttore cinematografico, vive appartata con una madre eccentrica e scrive in incognito per uno sceneggiatore di successo, Alessandro. Un giorno, la donna, riceve un insolito regalo da uno sconosciuto: la trama di un film. Ma quel plot è pericoloso, la storia senza nome racconta infatti il misterioso furto – realmente avvenuto a Palermo nel 1969 – di un celebre quadro di Caravaggio, La Natività. Da quel momento, la sceneggiatrice si troverà immersa in un meccanismo implacabile e rocambolesco.
IL REPORT DELLA TERZA SERATA (a cura di Valeria Serra)
Era attesa da anni Alba Rohrwacher a La Valigia dell’Attore, e finalmente la poliedrica attrice che tra gli innumerevoli set cinematografici non aveva ancora potuto trovare un varco di tempo, questa volta è approdata a La Maddalena. Sul palco della Fortezza i Colmi, presentata da Fabio Ferzetti e da Fabrizio Deriu, ha saputo catturare la platea con la narrazione di alcuni dei tanti accadimenti che l’hanno formata, plasmata e fatta evolvere fino allo spessore attoriale che non la fa somigliare a nessun’altra interprete del cinema contemporaneo. “Io e mia sorella, (la regista Alice Rohrwacher, ndr) siamo cresciute in campagna, isolate e immerse in lunghi tempi in cui nulla accadeva. Ci siamo anche annoiate e in questa noia, abbiamo cominciato a riempire i nostri vuoti con immaginari diversi e forse lì è cominciato tutto. Poi certo, ci sono stati gli studi, i primi lavori di recitazione e la scoperta, giorno dopo giorno, che quel mondo altro da me, era quello in cui mi sentivo al sicuro, molto più al sicuro che altrove. È così che poi la tecnica si fonde progressivamente con l’istinto fino a diventare le due cose indivisibili”. Attrice non solo dalle sorprendenti qualità espressive ma anche dalle molte lingue apprese e portate come strumento recitativo; dall’albanese fino al francese; quello che la fa essere sensibile e geniale protagonista del film proiettato nella serata, I cieli di Alice, lungometraggio d’esordio del 2020 della francese Chloé Mazlo. Grande emozione quando sotto il cielo stellato è giunto il momento della consegna del riconoscimento a lei destinato: il Premio Volonté all’eccellenza artistica. È tutto suo, meritato per indiscutibile talento e per una sensibilità che ha dato voce e volto alle storie più diverse. Glielo hanno consegnato Giovanna Gravina Volonté, Direttrice artistica del festival e Pierfrancesco Diliberto, alias Pif che presenta questa sera ai Colmi la sua ultima opera cinematografica. Visibilmente felice nel riceverlo e nell’ascolto della motivazione, che ai suoi tanti premi ne ha aggiunto uno nuovo: “Nel nostro cinema dei primi anni Duemila, nulla sembrava annunciare un’attrice come Alba Rohrwacher. Eppure proprio lei, così atipica e così unica, ha lasciato un segno su questi anni. Un segno forte e insieme vario visto che Alba lavora spesso con registi e attori stranieri, esplorando gli ambienti e i sentimenti più diversi. Protagonista o comprimaria, è stata realistica e fantastica, erotica e anoressica, proletaria e altoborghese. ma anche sarda, albanese e libanese, sia pure per elezione, come vedrete tra poco. Non basta: dopo aver fatto santa Chiara per due registi francesi, le è apparsa la Madonna nel film che coglie già nel titolo la sua prima qualità: Troppa grazia, di Gianni Zanasi. Sorella d’arte, naturalmente recita in tre dei quattro film di Alice Rohrwacher (l’ultimo, La chimera, è ancora in lavorazione). Ma ha anche ispirato al suo compagno Saverio Costanzo alcuni dei suoi lavori migliori, Senza smettere di collezionare ruoli e registi, da Pupi Avati a Emma Dante, da Soldini a Moretti, da Luchetti a Diritti, da Bellocchio a Desplechin. Senza dimenticare Perfetti sconosciuti, il film dai diciotto remake: e siamo certi che se le fosse capitato ne avrebbe interpretate volentieri altre versioni. Da tempo qui alla Valigia vogliamo premiarla. Scherzando ma neanche troppo, abbiamo perfino temuto che arrivasse prima l’Oscar. Prima del nostro premio, in ogni caso, Alba ha ricevuto il pubblico apprezzamento di una collega considerata bravina. Una certa Meryl Streep.
LA VALIGIA DELL’ATTORE
Organizzazione: Associazione Culturale Quasar
Direzione artistica: Giovanna Gravina Volonté, Boris Sollazzo
con la preziosa collaborazione di Fabio Ferzetti
Coordinamento del laboratorio: Fabrizio Deriu
Direzione generale: Fabio Canu, Giovanna Gravina Volonté con la collaborazione di: Dario Maiore, Nicola Mondanese, Adriano Tovo, Monica Bulciolu, Francesca Forcolin, Manuel Martina, Irene Galante, Gianna Sini, Gabriele Cardu, Aurora Azara, Maria Grazia Fresu, Giuseppe D’Oriano.