VINCITORI DEL FESTIVAL CINEMA D’IDEA – INTERNATIONAL WOMEN’S FILM FESTIVAL
6° EDIZIONE DEL FESTIVAL CINEMA D’IDEA – INTERNATIONAL WOMEN’S FILM FESTIVAL:
TUTTI I VINCITORI
Si è chiusa ieri sera a Roma, presso Il Cantiere, la 6° edizione del Festival Cinema d’ iDEA – International Women’s Film Festival, la manifestazione dedicata al cinema delle donne diretto da Patrizia Fregonese de Filippo.
Di seguito tutti i premi:
MIGLIOR FILM: CÚNTAMI DI GIOVANNA TAVIANI
Motivazione: Un film pensato, ideato, formulato, e realizzato da una regista sceneggiatrice che ha saputo restituire il ritratto di un universo, al momento ancora totalmente maschile, per tradizione e applicazione. Per la capacità di raccontare con pathos e al tempo stesso con modernità, una tradizione antica e di grande valore culturale, come quella dei Cuntisti e dell’Opera dei Pupi, ora patrimonio culturale dell’Umanità. In cui ha saputo ritrarre la dedizione monastica che i pupari riservano alla tradizione orale di cultura, ricordo, etica e sentimento, narrando le storie della letteratura cavalleresca medioevale, di Carlo Magno, dell’Orlando Furioso, di Don Chisciotte, attualizzate dai nuovi Cuntisti delle varie scuole, con escursioni nella politica e negli eventi dei giorni nostri, immergendo così la nostra immaginazione, in passato e presente, tra memoria e realtà, come gli stessi Pupi, nelle azzurre acque dello splendido mare siciliano.
MIGLIOR SCENEGGIATURA: FIROUZEH KHOSROVANI per Radiograph Of A Family
Motivazione: Per la raffinata costruzione della narrazione che, utilizzando e ricomponendo le testimonianze letteralmente strappate della propria famiglia e del proprio paese (l’Iran), ci offre un ritratto stratificato e profondo di una donna e un uomo (i genitori dell’autrice e regista), e allo stesso tempo un viaggio dentro la ricerca di una compressione e di un’accettazione liberatoria da parte della stessa Khosrovani del proprio vissuto familiare e della propria cultura. L’asse portante dell’architettura del film è nella metafora della casa e dei suoi arredi, soggetti alle rivoluzioni del tempo e delle passioni dei suoi abitanti, e nella sua apparente linearità rivela una vera e propria stratigrafia di emozioni, conflitti, rotture. La scrittura non si compiace per la perfezione delle sue simmetrie, ma obbliga la spettatrice e lo spettatore ad essere a loro volta partecipi della ricerca di Khosrovani e a scavare nel suo non detto fino a raggiungere il cuore dolente della bambina, della fanciulla e della donna che perse l’armonia della casa e che, nel volerla ricostruire fuori di sé, rivela l’impossibilità di una ricomposizione pacificatrice.
MIGLIOR COLONNA SONORA: PAYMAN YAZDANIAN per Radiograph Of A Family di Firouzeh Khosrovani
Motivazione: Con una musica minimale, delicata ma profonda allo stesso tempo, è riuscito a sottolineare i sentimenti più intimi e nascosti che la regista ha voluto rappresentare nel film Radiograph Of A Family, creando così un connubio perfetto tra musica e immagini. La ricerca delle atmosfere e lo stile, nel suonare, ricordano un po’ il grande Maestro della musica Erik Satie.
PREMIO WOMEN IN FILM, TV & MEDIA ITALIA: QUANT DI SADIE FROST
Motivazione: Quest’anno Women in Film, Television & Media Italia vuole premiare l’iniziativa femminile, l’ostinazione e la determinazione delle donne che mutano la storia e che cambiano i nostri comportamenti.
Spesso la determinazione è stata chiamata ostinazione, testardaggine, cocciutaggine. Spesso è stata indicata quale chiaro segno di stranezza, di qualcosa che non funziona, chissà, magari ‘pazzia’. O magari non conformità all’ordine costituito, desiderio di autodeterminazione, libertà e… comodità!
Il Premio WIFTMi va quindi a Quant, l’opera prima dell’attrice e regista Sadie Frost che, al suo esordio, ci offre un ritratto vivido e sfaccettato di Mary Quant, la donna che ha tagliato le nostre gonne per sempre, liberandoci dell’obbligo del passetto breve e comprimario e restituendoci la falcata dinamica e protagonista.
MIGLIOR FOTOGRAFIA: A BIRD FLEW IN DI KIRSTY BELL
Motivazione: La fotografia di Sergio Delgado crea un mondo fatto di bianchi e neri poco contrastati, proprio per uniformare quel sentimento che accomuna tutti i personaggi – che al di là delle loro storie personali, abbiamo vissuto tutti globalmente – legati dallo stesso monocromatismo, evitando netti contrasti: una dimensione visiva che cerca maggior realismo per farci concentrare meglio sul sé e sulle immagini, senza distrazioni cromatiche.
MENZIONE SPECIALE: LA MACHETERA DI YANET PAVON BERNAL
Motivazione: La Menzione Speciale va a La Machetera di Yanet Pavòn Bernal, che con la sua messa in scena stilizzata ci restituisce altri anni ‘70 e altre dinamiche sociali, ma con la stessa necessità di essere indipendenti.
Dalle forbici al machete, da Londra a Cuba, i due titoli ci riportano in un decennio fondamentale per i diritti, un promemoria più che mai necessario ancora oggi.
Esprimiamo quindi le nostre congratulazioni alle registe, i cast, le troupe e i team produttivi per averci regalato due ritratti dei quali avevamo bisogno.
PREMIO TAYYEBE MOUSSAVI AL CORAGGIO DELLE DONNE: PRESTIGE DI ZARA AHOOEI
Motivazione: Per il coraggio di raccontare una storia vera, attuale ed antica di sopraffazione dei sogni e dei desideri delle donne, trasformandola in una narrazione potente, profonda ed emozionante, attraverso la recitazione della bravissima protagonista coadiuvata dalla voce della altrettanto bravissima cantante.
MENZIONE SPECIALE: Bewitchment di Ma’soomeh Kiyani
Motivazione: Un’altra Mezione Speciale è per questo mediometraggio in cui la macchina da presa della regista Ma’soomeh Kiyani, come in un incantesimo, restituisce ai grandi siti archeologici, alle antiche fortezze, alle rocce erose dal vento, al deserto e ai sentieri arsi dal sole dell’Iran, le loro voci ancestrali. Quelle del vento, della luce e di una guardia decapitata rimasta prigioniera nel castello per oltre 4.000 mila, che declamano i versi dei poeti, ricordano la saggezza dei filosofi, raccontano le gesta di mitici eroi, risvegliano i misteri e rivivono le antiche leggende. La natura, le rovine, testimoni silenti di una storia millenaria nascosta e perduta, diventano teatro di avventure attraverso il racconto poetico e drammatico dell’ultima guardia del castello, fatta decapitare dal Re.
MIGLIOR CORTOMETRAGGIO: LO QUE IMPORTA DI ESTHER PASTOR
Motivazione: Per aver saputo sviluppare in soli sei minuti, attraverso un uso sapiente della scrittura, delle immagini, della musica e un incredibile abilità di sintesi, una storia ricca di significati e spunti di riflessione, con compiutezza e maestria.