L’afide e la formica (Recensione di Rossella Pozza)
(sinossi e credits da cinematografo.it)
- L’afide e la formica
ITALIA – 2021
Sinossi: La sedicenne Fatima è nata in Calabria ed ha origini marocchine, indossa il velo, così come la sua cultura musulmana e la madre Amina, vogliono. La ragazza, oltre a vivere le problematiche dell’adolescenza, si sente anche fuori posto a causa della sua religione. Un giorno, il professor Scimone, l’insegnante di educazione fisica, propone ai suoi studenti di iscriversi alla Maratona di Sant’Antonio. Ecco allora la prima vera opportunità da cogliere per Fatima. Ma per l’insegnante, ex corridore schivo e depresso, tormentato da un passato irrisolto e da una relazione fallita, il velo che Fatima indossa è motivo di pregiudizio. Sarà l’inizio di un rapporto che cambierà le loro vite…
- Regia:
- Attori:
– Michele Scimone,
– Anna,
– Nicola,
– Fatima,
– Amina,
– Concetta,
– Ettore
- Soggetto: Mario Vitale, Saverio Tavano
- Sceneggiatura: Mario Vitale, Saverio Tavano, Francesco Paolo Governale, Josella Porto
- Fotografia: Corrado Serri
- Musiche: Francesco Strangis
- Montaggio: Filippo Montemurro
- Scenografia: Gianluca Salamone
- Suono: Stefano Civitenga – (Presa Diretta)
- Aiuto regia: Enzo Russo
- Durata: 100′
- Colore: C
- Genere: COMMEDIA, SPORTIVO
- Produzione: INDACO FILM, RAI CINEMA
- Distribuzione: ZENITH DISTRIBUTION
- Data uscita 4 Novembre 2021
- NOTE
– CON IL CONTRIBUTO DEL MINISTERO DELLA CULTURA E CON IL SOSTEGNO DI FONDAZIONE CALABRIA FILM COMMISSION.
– DISPONIBILE SU SKY E NOW TV.
– IN CONCORSO ALLA 24ESIMA EDIZIONE DEL FESTIVAL INTERNAZIONALE INVENTA UN FILM (LENOLA, 3-7 AGOSTO 2022).
Recensione di Rossella Pozza: Opera prima del calabrese di Lamezia Terme Mario Vitale. Girato tra i borghi della stessa Lamezia, Platania e Maierato, il film ci restituisce una Calabria che potrebbe essere una qualsiasi provincia italiana. Con problemi di inclusione, di malavita (più o meno) organizzata, di pregiudizi e regole ancestrali che si faticano a superare. Un film dallo stile semplice piano, che ibrida i generi del romanzo di formazione, della storia sportiva come elemento di crescita e di inclusione, della storia di bella e disinteressata solidarietà tra esseri umani (quella della metafora entomologica del titolo), della parallela storia di ‘ndrangheta con un passato doloroso che non si può dimenticare. L’equilibrio tra le varie storie non sempre riesce ad essere mantenuto. Ma il film può contare su interpretazioni credibili e di spessore. A partire da quelle dei riconosciuti campioni di recitazione Giuseppe Fiorello e Valentina Ludovini, ma, soprattutto, da quella della folgorante e sorprendente prova della giovanissima Cristina Parku, di sicuro avvenire, per una prestazione solare, complessa, ricca di diversi registri espressivi, che ne fanno la cosa più bella e riuscita del film.
Valutazione sintetica: 7/7.5