Music for Black Pigeons (Recensione di Rossella Pozza)
(sinossi e credits da cinematografo.it)
- Music for Black Pigeons
DANIMARCA – 2022
Sinossi: Il film pone domande esistenziali a eminenti musicisti jazz quali Bill Frisell, Lee Konitz, Midori Takada e molti altri: Come ci si sente a suonare, e cosa significa ascoltare? Cosa si prova a essere una persona che trascorre la vita intera a cercare di esprimere qualcosa attraverso i suoni? I personaggi si svegliano, fanno le prove, incidono, si esibiscono e parlano di musica. In alcuni momenti sono al limite, al limite dell’esistenza, in una sfida costante con sé stessi. Ascoltano. Si dedicano a trovare uno spazio per creare una connessione con qualcosa di più grande di loro. Qualcosa che sopravvivrà a tutti noi. Negli ultimi quattordici anni, i registi hanno seguito il compositore danese Jakob Bro, assistendo ai suoi incontri musicali con acclamati ed eccentrici musicisti di svariate generazioni e nazionalità. Attraverso le composizioni di Bro, i personaggi del film esplorano lo spazio della musica, e così facendo rispondono ad alcune delle domande che il film pone, in modo poetico, vitale e divertente.
- Regia:
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- Sceneggiatura: Jorgen Leth, Andreas Koefoed, Adam Nielsen
- Fotografia: Andreas Koefoed, Adam Jandrup, Dan Holmberg
- Musiche: Jorgen Leth
- Montaggio: Adam Nielsen
- Suono: Peter Albrechtsen – (montaggio, mixer)
- Durata: 90′
- Colore: C
- Genere: DOCUMENTARIO
- Produzione: EMILE HERTLING PÉRONARD PER ÁNORÂK FILM DENMARK
- NOTE
– PRIMA COLLABORAZIONE TRA JØRGEN LETH E ANDREAS KOEFOED.
– PRESENTATO FUORI CONCORSO ALLA 79. MOSTRA INTERNAZIONALE D’ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA (2022).
Recensione di Rossella Pozza: La musica ha un fascino ineguagliabile. Ed è un linguaggio universale che arriva a tutti, senza bisogno di traduzioni. Questo film, girato nell’arco di 14 anni ci restituisce momenti indimenticabili, catturando la magia della musica che si inventa mentre la si fa. Imperdibile.
Curiosità: il protagonista, il compositore danese Jakob Bro, spiega il titolo curioso, raccontando di due telefonate con lo straordinario quasi novantenne sassofonista Lee Konitz: “Mi ha chiamato e mi ha detto: che musica stiamo facendo? Mi piace, ma non riesco a capirla. Poi mi ha richiamato un mese dopo e mi ha raccontato che stava sentendo la registrazione e c’era un piccione nero sul davanzale della finestra, che è rimasto lì per tutto il tempo. E poi, quando la musica è finita, è volato via. Quindi penso che stiamo facendo una musica per piccioni neri!”.
Valutazione sintetica: 8