Padre Pio (Recensione di Anna Piccini)
(sinossi e credits da cinematografo.it)
- Padre Pio
ITALIA, GRAN BRETAGNA, GERMANIA – 2022
Sinossi: È la fine della Prima Guerra Mondiale e i giovani soldati italiani tornano a San Giovanni Rotondo, terra di povertà, storicamente violenta, sulla quale la Chiesa e i ricchi proprietari terrieri esercitano un dominio incontrastato. Le famiglie sono disperate, gli uomini distrutti ma vittoriosi. Arriva anche Padre Pio, in uno sperduto convento di cappuccini, per iniziare il suo ministero, evocando un’aura carismatica, santità e visioni epiche di Gesù, Maria e del Diavolo. La vigilia delle prime elezioni libere in Italia fa da premessa a un massacro sia reale sia metaforico, un evento apocalittico che cambierà il corso del mondo.
- Regia:
- Attori:
– Padre Pio,
,
– Gerardo,
,
– Luigi,
– Silvestro,
– Vincenzo,
– Renato,
– Elvira,
– Anna,
– Susanna,
- Fotografia: Alessandro Abate
- Musiche: Joe Delia
- Montaggio: Leonardo D. Bianchi
- Scenografia: Tommaso Ortino
- Costumi: Antonella Cannarozzi
- Suono: Lavinia Burcheri
- Durata: 104′
- Colore: C
- Genere: BIOGRAFICO, DRAMMATICO
- Produzione: PHILIPP KREUZER PER MAZE PICTURES, COPRODOTO DIANA PHILLIPS, MAURIZIO ANTONINI PER INTERLINEA FILM, RIMSKY PRODUCTIONS
- NOTE
– REALIZZATO CON IL SUPPORTO DEL MIC, APULIA FILM COMMISSION, IN ASSOCIAZIONE CON CARTE BLANCE.
– PRESENTATO ALLA 19. EDIZIONE DELLE ‘GIORNATE DEGLI AUTORI’ (VENEZIA, 2022), SELEZIONE UFFICIALE.
Recensione di Anna Piccini: Curiosamente vedendo questo ultimo film di Abel Ferrara sembra di vedere due film diversi e paralleli, entrambi ambientati a San Giovanni Rotondo. Un primo film ha per protagonista assoluto il giovane Padre Pio, che lotta disperatamente contro le tentazioni del male, del diavolo. Un secondo film è quello della repressione delle prime rivendicazioni comuniste del dopo guerra contro il vergognoso sfruttamento del lavoro, da parte dei padroni latifondisti, con l’appoggio determinante delle forze dell’ordine, gli apparati dello Stato e delle alte gerarchie cattoliche. Entrambi i film sono vigorosi, con lo stile tipico di Ferrara: provocatorio, carnale, vivido, macchina a mano molto mobile, molto vicina ai volti dei protagonisti. Più difficile vedere come i due film si parlino e si interfaccino. Con qualche scivolamento nella confusione. Buone e convincenti le interpretazioni. La scelta stilistica di far recitare in inglese gli attori italiani, non tutti preparati alla sfida, sarebbe interessante capire come verrà presa dal pubblico anglofono. Ai posteri.
Valutazione sintetica: 9