Shab,Dakheli,Divar (Recensione di Catello Masullo)
(credits e sinossi da cinematografo.it)
- Beyond the Wall
- Shab,Dakheli,Divar
IRAN – 2022
Sinossi: Ali, un uomo cieco, sta cercando di togliersi la vita quando viene interrotto dal custode del palazzo in cui vive. Viene informato che la polizia sta cercando una donna in fuga che sembra essersi nascosta nell’edificio. Poco per volta, Ali scopre che la fuggitiva, Leila, si trova nel suo appartamento. La donna ha partecipato a una protesta operaia sfociata nel caos, ed è sconvolta per la scomparsa del figlio di quattro anni, avvenuta quando lei è stata allontanata a bordo di un furgone della polizia. A poco a poco, Ali si lega emotivamente a lei. Desideroso com’è di fuggire dalla realtà, aiutare Leila diventa un rifugio nel suo mondo di immaginazione.
- Regia:
- Attori:
– Ali,
– Leila,
,
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- Sceneggiatura: Vahid Jalilvand
- Altri titoli:
Oltre il Muro
- Durata: 126′
- Colore: C
- Genere: DRAMMATICO
- Produzione: ALI JALILVAND PER MEHR TAHA STUDIO
- NOTE
– PRESENTATO IN CONCORSO ALLA 79. MOSTRA INTERNAZIONALE D’ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA (2022).
– PRESENTATO AL TORONTO INTERNATIONAL FILM FESTIVAL 2022, SEZIONE ‘CONTEMPORARY WORLD CINEMA’.
-CANDIDATO AL PREMIO SORRISO DIVERSO VENEZIA 2022 ALLA 79. MOSTRA INTERNAZIONALE D’ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA (2022).
Recensione di Catello Masullo: Vahid Jalilvand , dopo una laurea in regia all’Università di Teheran, dove è nato nel 1976, ha iniziato la sua carriera nel mondo dello spettacolo come attore di teatro, debuttando sul palcoscenico a soli 15 anni. Nel 1996, ha iniziato a lavorare per i Canali della TV di Stato iraniana prima come redattore e poi come regista televisivo. Successivamente ha diretto due serie per l’home video e oltre 30 documentari nell’ambito del sociale e dell’industria. È stato inoltre regista e attore di numerose produzioni televisive e teatrali. Nel 2015 porta in concorso nella sezione ‘Orizzonti della 72ma Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia il suo primo lungometraggio, “Wednesday, May 9”, cui è seguito l’opera seconda nel 2017 “2017 – Il dubbio – Un caso di coscienza”. Questa opera terza, per la quale c’era grande aspettativa, delude parzialmente. Pur confermando le qualità di grande raccontatore di storie, come è tradizione della scuola iraniana di cinema, questa volta si avvita in una fusione/intreccio dei piani temporali, che fa un po’ il verso al celeberrimo “Rashomon” di Akira kurosawa, ma al limite della contorsione cerebrale. Che mette lo spettatore medio a disagio e, soprattutto, lascia il retrogusto amarognolo dell’interrogativo: ”ma era proprio necessario usare questo stile di narrazione?”.
Valutazione sintetica: 6.5