A COOLER CLIMATE (Recensione di Catello Masullo)
(credits e sinossi dal sito Festa di Roma)
Sinossi: In 1960 film maker James Ivory made a trip to Afghanistan to shoot scenes for a documentary. The film would never get finished and the footage stayed in a box unseen for 60 years. In 2022, Ivory, age 94, decided to edit the film as a means to look back at his younger self and to how this unlikely journey far from his hometown in Oregon helped him become who he was to be.
Regia : JAMES IVORY James Francis Ivory (born June 7, 1928) is an American film director, producer, and screenwriter. For many years, he worked extensively with Indian-born film producer Ismail Merchant, his domestic as well as professional partner, and with screenwriter Ruth Prawer Jhabvala. All three were principals in Merchant Ivory Productions, whose films have won seven Academy Awards; Ivory himself has been nominated for four Oscars, winning one. Ivory’s directorial work includes A Room with a View (1985), Maurice (1987), Howards End (1992), and The Remains of the Day (1993). For his work on Call Me by Your Name (2017), which he wrote and produced, Ivory won awards for Best Adapted Screenplay from the Academy Awards, British Academy of Film and Television Arts, Writers Guild of America, the Critics’ Choice Awards, and the Scripter Awards, among others. Upon winning the Oscar and BAFTA at the age of 89, Ivory became the oldest-ever winner in any category for both awards.
FILMOGRAPHY JAMES IVORY : Oscar for Best Adapted Screenplay for CALL ME BY YOUR NAME, 2007 CITY OF YOUR FINAL DESTINATION 2005 THE WHITE COUNTESS 2003 THE DIVORCE 2000 THE GOLDEN BOWL 1998 A SOLDIER’S DAUGHTER NEVER CRIES 1996 SURVIVING PICASSO 1995 JEFFERSON IN PARIS 1993 REMAINS OF THE DAY 1992 HOWARDS ENDS 1990 MR. AND MRS. BRIDGE 1989 SLAVES OF NEW YORK 1987 MAURICE 1986 A ROOM WITH A VIEW 1984 THE BOSTONIANS 1982 HEAT AND DUST 1981 QUARTET 1980 JANE AUSTEN IN MANHATTAN 1979 THE EUROPEANS 1977 ROSELAND 1975 AUTOBIOGRAPHY OF A PRINCESS 1975 THE WILD PARTY 1972 SAVAGES 1970 BOMBAY TALKIE 1969 THE GURU / LE GOUROU 1965 SHAKESPEARE WALLAH 1964 THE DELHI WAY 1963 THE HOUSEHOLDER
Co-regia : GILES GARDNER Giles Gardner has been working with James Ivory for over twenty years. He lives in Paris where he has edited numerous award winning documentaries that regularly appear on the International Festival Circuit. EDITOR – CO-DIRECTOR 2021 THE SILHOUETTES 2019 INNA DE YARD 2019 ON THE INSIDE OF A MILITARY DICTATORSHIP 2018 A THOUSAND GIRLS LIKE ME 2017 WINNIE 2016 AMOS, THE IMPOSSIBLE SHOT 2015 IMMORTALITÉ, DERNIÈRE FRONTIÈRE 2012 UKRAINE: FROM DEMOCRACY TO CHAOS 2010 PAS À PAS 2009 UN JOUR LA PANDÉMIE VIENDRA
CAST & CREW Director Co-director Original music Producer Writer Picture Editing Sound Editing Mix Color-grading Foley artist With the voice of Production assistant CFO Internationales Sales James Ivory Giles Gardner Alexandre Desplat Bertrand Faivre James Ivory Giles Gardner Carole Verner Laure Arto Julien Blanche Gilles Marsalet James Ivory Giles Gardner Umar Aftab Ambre Guillou Vincent Gadelle The Bureau Sales Genre : Documentary Duration : 75 min Screening ratio : 1,85 Sound : 5.1 Shooting format : 16mm – 1 : 66 and HD Language : English
PRODUCTION For over 20 years, The Bureau, through its French and English companies, has established a reputation for building strong relationships with outstanding talents. Dedicated in their collaboration with filmmakers, The Bureau strives to entertain audiences with stories that are distinctive, emotional and thought-provoking. The Bureau’s recent titles include James Ivory & Giles Gardner’s A Cooler Climate (New York 2022); Yannick Kergoat’s Tax Me If You Can (San Sebastian 2022), Marie Amiguet and Vincent Munier’s The Velvet Queen (Cannes and César for Best Documentary), Harry Wootliff ’s True Things (starring Ruth Wilson and Tom Burke, which premiered in Venice). Other notable films include Harry Macqueen’s Supernova starring Colin Firth and Stanley Tucci; Aleem Khan’s After Love (Cannes, Toronto and Telluride selections, Bafta for Best Actress for Joanna Scanlan); David Dufresne’s The Monopoly of Violence (Cannes, Prix Lumière); Jessica Hausner’s Little Joe (which premiered in Cannes where Emily Beecham won Best Actress); Jean Libon & Yves Hinant’s So Help Me God (Magritte and César for Best Documentary). Andrew Haigh’s 45 Years, which garnered Charlotte Rampling an Academy Award ® nomination for Best Actress and Alan Rickman’s A Little Chaos starring Kate Winslet & Stanley Tucci.
THE BUREAU SALES 3, passage Gustave Lepeu 75011 Paris +33 1 40 33 33 80 sales@lebureaufilms.com / festivals@lebureaufilms.com SALES CONTACT Clémentine Hugot +33 6 68 65 74 44 ch@lebureaufilms.com FESTIVALS & TALENTS CONTACT Geraldine Bryant +33 6 63 68 42 78 gb@lebureaufilms.com I
Recensione di Catello Masullo: Davvero curiosa la genesi di questo film, “tradita”dal titolo. Il grande cineasta James Ivory nel 1960 si trovava in India per girare un documentario che gli era stato commissionato sulla storia di Dehli nei secoli. Gli dissero che trovandosi nella regione avrebbe potuto girare un altro documentario in un paese vicino. Decise allora di andare a Kabul, capitale dell’Afghanistan, solamente perché aveva un clima più fresco di quello insopportabile dell’India. Si trovò a visitare e filmare un paese senza apparente storia, senza monumenti (con la eccezione dei giganteschi Buddah, poi dinamitati dai talebani). Un Afghanistan che non aveva ancora visto la invasione dei russi e quella degli americani successiva agli attentati alle Torri Gemelle. In pratica un Afghanistan che non c’è più. Fatto da popolazioni pacifiche, senza alcuna minaccia di guerra. I tanti rulli girati sono finiti in uno scatolone, e mai più montati. Riscoperti di recente, grazie anche all’interesse del cineasta francese Giles Gardner. Finalmente montati in un documentario di straordinario valore storico. E di raffinata regia. Una didascalia posta ad esergo finale ci racconta che James Ivory nel 1961 aveva fondato una casa di produzione con il produttore indiano Ismail Merchant, poi diventato suo compagno di vita, e con la scrittrice poi diventata sceneggiatrice Ruth Prawer Jhabvala, per un sodalizio durato 50 anni, il più lungo della storia del cinema. Da non perdere.
Curiosità, ho chiesto al regista: “la storia del re Babur che è andato in Afghanistan nel 1500 e del suo diario, le cui citazioni sono molto presenti nel film, mi ha colpito nella decisione, nonostante fosse morto nella sua India, di essere sepolto a Kabul con l’epitaffio sulla sua tomba, unico monumento di arte Mogul di Kabul: “ se c’è un paradiso nel mondo è questo, è questo , è questo”, mi ha ricordato una leggenda del 1100, quindi di 4 secoli prima, quando enrico V di Germania si doveva recare a Roma per ricevere dal Papa la corona di Imperatore del sacro romano impero, nella sua delegazione c’era il vescovo Defuk, amante del buon vino che mandava in avanscoperta un suo coppiere Martino per assaggiare i vini lungo il percorso. Qualora avesse trovato del buon vino in una locanda, avrebbe dovuto scrivere “Est” vicino alla porta della locanda. Se il vino era particolarmente buono, avrebbe dovuto scrivere “Est Est”. Il servo, una volta giunto a Montefiascone e assaggiato il vino locale, ne notò l’eccezionale qualità e, per comunicarlo, decise di ripetere per tre volte il segnale convenuto e di rafforzare il messaggio con ben sei punti esclamativi: “Est! Est!! Est!!!”. Si parlano forse queste due leggende tra l’Italia e l’Afghanistan?”. Questa la risposta di James Ivory: “non credo che potesse essere così per Babur. Lui era stato felice a Kabul. Raccontava che mangiare un melone di Kabul faceva piangere di gioia. Non so se queste leggende si parlano”. Ha poi commentato il co-regista Giles Gardner: “credo che Babur ha il desiderio di qualcosa che ha perduto. Desiderio prodotto dalla infanzia, perdita di quando era giovane ed innocente. È molto bello che alla fine della sua vita voglia tornare in questo luogo. Non ho idea se abbia un rapporto con la bella leggenda che lei ha raccontato”.
Valutazione sintetica: 8