EO (Recensione di catello masullo)

 

EO (Recensione di catello masullo)

(credits e sinossi da cinematografo.it)

 

EO

Hi-han

POLONIA – ITALIA 2021

Sinossi: La storia di un asino di nome Baltazar, che inizia in un circo polacco e finisce in un mattatoio italiano, una versione amara e umanistica di un “road movie”. Un ritratto delle relazioni sociali e dei cambiamenti culturali in atto nel mondo moderno.

Regia: Jerzy Skolimowski

Attori: Lorenzo Zurzolo – Vito, Isabelle Huppert – La Contessa, Sandra Drzymalska – Kasandra

Sceneggiatura: Ewa PiaskowskaJerzy Skolimowski

Fotografia: Michał Dymek

Musiche: Pawel Mykietyn

Montaggio: Agnieszka Glinska

Durata: 86

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Tratto da: adattamento contemporaneo di ‘Au Hasard Balthazar’ (1966) di Robert Bresson

Produzione: EILEEN TASCA PER ALIEN FILMS, SKOPIA FILM, JERZY SKOLIMOWSKI, EWA PIASKOWSKA

Distribuzione: I WONDER PICTURES (ARTHOUSE)

Data uscita: 2022-12-22

NOTE

– CON IL CONTRIBUTO DEL MINISTERO DELLA CULTURA E CON IL SOSTEGNO DI POLISH FILM INSTITUTE. – PREMIO DELLA GIURIA (EX-AEQUO CON ‘LE OTTO MONTAGNE’ DI FELIX VAN GROENINGEN-CHARLOTTE VANDERMEERSCH) AL 75. FESTIVAL DI CANNES (2022). – CANDIDATO AGLI EFA 2022 PER LA MIGLIORE REGIA – PREMIO EFA PER LA MIGLIORE COLONNA SONORA – CANDIDATO AGLI OSCAR 2023 PER RAPPRESENTARE LA POLONIA

 

Recensione di Catello Masullo: Jerzy Skolimowski ad 84 anni suonati, arriva a Cannes e di nuovo si porta a casa un premio prestigioso, questa volta quello della Giuria, dopo averlo già fatto in passato, oltre 40anni orsono,  con “The Shout” (1978, premio speciale della giuria) e “Moonlighting” (1982, premiato per la sceneggiatura). Il film è un chiaro omaggio a “Au hasard Balthazar”, di Robert Bresson, del 1966. Skolimowski spiazza e sorprende lo spettatore per il suo linguaggio cinematografico inusuale, al limite dello sperimentale. Alterna le soggettive dell’asino Eo (formidabile quelle dei ricordi dei momenti belli che Eo evoca durante il suo coma nella clinica per animali) a scene naturalistiche elegiache, e poi inquietanti, con musiche angoscianti, viraggi al color rosso, torri eoliche che violentano la natura. Con scene da antologia, come quella di Eo su una passerella pedonale ad arco con lo sfondo degli sfioratori di una diga. Paradigma della stupidità umana e della inumanità nel trattare gli animali, come nella bastonatura di Eo da parte di neo-nazi e nella scena finale degli allevamenti esecrabili. Una libertà espressiva da brillante cineasta ventenne al saggio di diploma, che si concentra solo sulle emozioni da suscitare nello spettatore, senza preoccuparsi troppo degli snodi narrativi e della logica delle concatenazioni. Una vera ventata d’aria fresca nel panorama omologato del cinema d’oggi. Imperdibile per palati fini.

 

VALUTAZIONE SINTETICA: 7.5/8