Fra amore e Dio… il cinema, di Armando Lostaglio

Appunti per una breve riflessione sul Cinema

 

                                                        Fra amore e Dio… il cinema

di Armando Lostaglio

 

Se ti dicono che l’amore è un sogno, sogna pure ma non stupirti se ti svegli piangendo.                                                                    E’ una frase attribuita a Jim Morrison che, come pochi altri, ha cantato l’immensità di un sentimento qual è l’amore fra inquietudini e bellezza. Già, l’amore, celebrato nei secoli, nei millenni, dal primo uomo sulla terra; e, su tutti, Il Cantico dei Cantici, fra i più intensi mai scritti: nel Sacro Libro, e poi, nella quotidianità, disperso, diradato.                                                                    Quanta letteratura, quanta pittura, quanta poesia scaturisce da questo sentimento creativo, dallo “stato nascente” (definito da Alberoni) che cambia ciascuno di noi nel profondo.                                                                                 “Posati bellezza / E vola via quando vuoi. / Io da questo momento / Navigo nelle tue acque.”                                                     Lo scrive Daniel Pennac.                                                                            Quanto cinema si è realizzato: in ciascun autore una risposta alla lacerante domanda d’amore. Un film su tutti sa sfogliare drammaturgicamente questo tormento, di amanti e di diversità mitigate: è “Una giornata particolare” di Ettore Scola (1977) che legge il divenire, la contemporaneità, la difficoltà ad esprimere i propri sentimenti al di là della Storia e dei suoi effetti nefasti.

La creatura, quali siano gli occhi suoi, vede / l’aperto. Soltanto gli occhi nostri son / come rigirati, posti tutt’intorno ad essa, / trappole ad accerchiare la sua libera uscita.                                                                                           Rainer Maria Rilke, nelle sue Elegie Duinesi, ci accompagna in uno sforzo di libera uscita dell’anima attraverso gli occhi, magicamente come sa fare il Cinema. L’immagine in movimento fu un obiettivo verso il quale tesero molte ricerche fotografiche del XIX secolo.                                             E dunque guardare l’anima al cospetto di Dio, cui affidare una invocazione di vita, di amore. Una preghiera intatta e tangibile…

Vorrei una preghiera che non esiste, per non dire a Dio sempre le stesse cose.                                                                                      Lo afferma Leon Morin prete nel film di Jean Pierre Melville, del 1961.

L’attenzione di Dio, che mai dorme, raccoglie eternamente ogni sogno, ogni vuoto giardino e ogni lacrima. Continua il dubbio e la penombra cresce. Se sapessi che è stato di quel sogno che sognai, o che sogno aver sognato, saprei tutte le cose.                                                                                            Jorge Luis Borges ne La cifra ci pospone oltre la coscienza, nel sogno, nella ricerca che l’uomo fa della dimensione trascendente.                                                                                                        Anelo al vasto respiro dei Salmi … sospira ancora il poeta argentino.

C’è una voce in ognuno di noi che ci spinge a dubitare di Dio. Ecco il senso della fede e la difficoltà di seguirlo sino in fondo. Chi è per me Dio? “Fin da ragazzo – risponde il dotto Cardinal Martini – mi è sempre piaciuta l’invocazione, che mi pare sia di San Francesco d’Assisi, «mio Dio è mio tutto». Mi piaceva perché con Dio intendevo in qualche modo una totalità, una realtà in cui tutto si riassume e tutto trova ragione di essere. Cercavo così di esprimere il mistero ineffabile, a cui nulla si sottrae…”

Come dice il teologo Hans Küng «che Dio esista, può essere ammesso, in definitiva, solo in base a una fiducia che affonda le sue radici nella realtà stessa». Molti e diversi sono i modi con cui ci si avvicina al mistero di Dio…

“Il cinema è strumento di poesia con tutto ciò che questa parola può contenere di significato liberatorio, di sovversione, di soglia attraverso cui si accede al mondo meraviglioso del subconscio”, ha scritto il cineasta spagnolo Luis Buñuel.

Cinema: è una condizione unica, quella della sala: ognuno può vivere quel meraviglioso stato allucinatorio che solo il cinema sa dare. Suggerisce Roberto Ando’ autore di spiccata sensibilità.

Gli uomini lungo i secoli hanno ripetuto costantemente due storie: quella di un vascello sperduto che cerca nei mari mediterranei una isola amata, e quella di un Dio che si fa crocifiggere sul Golgota.

E’ la equa chiosa affidata ancora una volta a Jorge Luis Borges.