EMPIRE OF LIGHT (Recensione di ROSSELLA POZZA)

EMPIRE OF LIGHT (Recensione di ROSSELLA POZZA)

(Sinossi e Credits da Cinematografo.it e Wikipedia)

 

EMPIRE OF LIGHT

GRAN BRETAGNA, USA 2023

Sinossi: Storia d’amore ambientata dentro e intorno a un bellissimo vecchio cinema sulla costa meridionale dell’Inghilterra negli anni ’80.

Regia: Sam Mendes

Attori: 

Sceneggiatura: Sam Mendes

Fotografia: Roger Deakins

Musiche: Trent ReznorAtticus Ross

Montaggio: Lee Smith

Scenografia: Mark Tildesley

Durata: 115

Colore: C

Genere: Drammatico-Romantico

Produzione: NEAL STREET PRODUCTIONS, SEARCHLIGHT PICTURES

Distribuzione: WALT DISNEY STUDIOS MOTION PICTURES ITALIA

Data uscita: 2023-03-02

 

RECENSIONE DI ROSSELLA POZZA: Sam Mendes dopo due action movies della saga cinematografica più longeva, quella di James Bond, il mitico agente segreto 007, ed il virtuosistico (semi-falso) piano sequenza di “1917”, ha sentito l’urgenza di tornare ad un cinema intimistico. Volgendo lo sguardo ai primissimi anni ’80, gli anni della sua formazione. Un’epoca storica di passaggio e di disillusione, quando gli slanci in avanti derivanti dai moti del ’68 devono segnare il passo con la presa del potere da parte di Ronald Reagan e Margareth Thatcher dalle parti opposte dell’Atlantico. Il protagonista assoluto è l’Empire Cinema di Margate, sulla costa del Kent, in Inghilterra. Una sontuosa struttura che ha dovuto chiudere due delle quattro sale per mancanza di incassi e che vive la sua decadenza, in uno con quella dei suoi frequentatori. Il cinema come (unico) rifugio a tempi grigi, come terapia anti depressiva, come sogno ed evasione. Come meglio non si poteva presentare. Con una straordinaria cura dei dettagli scenografici e della tecnica di proiezione dell’epoca (i carboni per dare luminosità alla pellicola sono da groppo alla gola). Con le luci magiche di Roger Deakins, abituale collaboratore di Mendes, e in odore di Oscar. La storia di dramma (e di vergogna) e di romanticismo, che vede interpretazioni stellari, su tutte quella di Olivia Colman, è funzionale alla nostalgia, alla cinefilia di un inno al “cinema cinema” (in barba a tutte le piattaforme) che ci sa regalare le emozioni che furono di “Nuovo Cinema Paradiso”.

VALUTAZIONE SINTETICA: 7.5/8