IL PRIMO GIORNO DELLA MIA VITA (Recensione di Catello Masullo)
(sinossi e creditis da cinematografo.it)
IL PRIMO GIORNO DELLA MIA VITA
ITALIA 2023
Sinossi: Un uomo, due donne e un ragazzino convinti di aver toccato il fondo, incontrano un personaggio misterioso in grado di regalare loro una settimana di tempo per scoprire come potrebbe essere il mondo in loro assenza. E se possibile, trovare la forza di ricominciare e innamorarsi di nuovo della vita, il cui inestimabile valore viene messo in primo piano.
SCHEDA FILM
Regia: Paolo Genovese
Attori: Valerio Mastandrea – Napoleone, Toni Servillo – Uomo, Margherita Buy – Arianna, Sara Serraiocco – Emilia, Gabriele Cristini – Daniele, Giorgio Tirabassi – Max, Lino Guanciale – Tommaso, Antonio Gerardi – Padre di Daniele, Elena Lietti – Greta, Vittoria Puccini – Donna, Lidia Vitale – Madre di Daniele, Alessandro Tiberi
Soggetto: Paolo Genovese
Sceneggiatura: Paolo Genovese, Isabella Aguilar, Paolo Costella, Rolando Ravello
Fotografia: Fabrizio Lucci
Musiche: Maurizio Filardo
Montaggio: Consuelo Catucci
Durata: 121′
Colore: C
Genere: Drammatico
Tratto da: “Il primo giorno della mia vita”, romanzo, Einaudi, 2018
Produzione: RAFFAELLA LEONE, ANDREA LEONE PER LOTUS PRODUCTION
Distribuzione: MEDUSA
Data uscita: 2023-01-26
RECENSIONE DI CATELLO MASULLO: Il film è tratto dal romanzo omonimo dello stesso regista. Era ambientato a New York. E doveva essere una produzione internazionale, Paul Giamatti aveva letto la sceneggiatura e gli era piaciuta. Poi è arrivato il covid e Genovese ha riscritto il film portandolo a Roma, con un bel volo pindarico, dal Golden Gate a Ponte Sisto… e il personaggio di Giamatti è diventato Mastandrea, senza perdere un briciolo di qualità attoriale. Lo spunto iniziale (anche del romanzo) era stato un documentario dal titolo “The Bridge”, realizzato con le immagini registrate durante un intero anno da una telecamera posta sul Golden Gate, il ponte preferito dai suicidi. Dalle interviste ai sopravvissuti, quasi tutti hanno dichiarato che nei 7 secondi del volo prima dell’impatto sull’acqua, si sono pentiti ed hanno anelato ad una seconda possibilità. I 7 secondi sono diventati 7 giorni, nel libro come nel film. Un film sulla seconda possibilità. Ma non solo. I temi trattati sono tanti e tutti di grande profondità. La nostalgia che si infutura nella speranza. Le solitudini. La condivisione del dolore per renderlo più sopportabile, in una sorta di relazione di gruppo alla “suicidi anonimi”. Il tema del suicidio è centrale, quanto solitamente respingente. Ed in questo occorre dare merito al coraggio della operazione. Genovese continua la sua ricerca sul senso della vita. Scavando sempre più a fondo. Con i suoi notevoli co-sceneggiatori, Isabella Aguilar, Paolo Costella e Rolando Ravello, costruisce un intreccio drammaturgico che rasenta la perfezione cinematografica. Afferra l’attenzione dello spettatore e non la molla, tenendolo sempre in sospensione, in perenne attesa, secondo la lezione del maestro Alfred Hitchcock. Facendosi aiutare anche da una sapiente scansione in capitoli. Riesce a toccare le profonde corde dell’anima, con momenti di intensa emozione, come nel canto a cappella di Nicolas, “Alleluya”, ed il successivo battito di mani collettivo sulle note di “We will rock you”. Avvolge lo spettatore e lo trafigge con un finale totalmente sorprendente. Magistrale colpo di scena, in contropiede, viste le condizioni al contorno che facevano presagire un esito totalmente diverso. Direzione degli attori talentuosa che li porta ai vertici delle loro migliori interpretazioni di sempre. Confezione di classe: una Roma non-luogo che rende il film universale, un edificio vuoto di via Sallustiana (a Roma) adattato ad hotel senza tempo, un’automobile che ha percorso un milione di km, potente metafora di un tempo eterno e senza fine. Siamo molto vicini al capolavoro.
Curiosità, ho chiesto al regista: “Paolo, la costruzione a capitoli induce una certa tensione e suspence nello spettatore. Riesce a toccare tutte le corde dell’anima, per convincere che la vista vale quasi sempre la pena di essere vissuta. È una vita meravigliosa. Quanto ti senti tributario di Frank Capra?”. La risposta di Genovese: “Frank Capra è un riferimento che fa piacere. Giusto trovare un punto di vista, quale film ha qualche riferimento. 75 anni fa. Questa tematica è toccata perché solitamente respingente. Questo film è complementare a “La vita è meravigliosa”. Lì l’angelo faceva riflettere su come sarebbe stata la vita senza di lui. Qui il messaggio di Toni è proiettato verso il futuro. Cosa potrebbe succedere se la vita va avanti. Quale cosa va avanti. La prospettiva è il futuro. Ritrovare un senso di speranza. Nel film di Capra è rivedere il passato a dargli un senso. In questo invece Tony non promette nulla. Fa cercare di crescere la speranza. Associandolo anche ad un altro sentimento che è la nostalgia. Che filtra il nostro passato togliendo le parti brutte. Se hanno nostalgia hanno voglia di continuare ad andare avanti. Il filo rosso è non dare una ricetta. Ma essere specchio in cui ognuno di loro possa rispecchiarsi con le relazioni di gruppo, in cui il dolore si divide, diventa meno pesante e più sopportabile”.
VALUTAZIONE SINTETICA: 9