LA TRAGEDIA ANNUNCIATA DI ISCHIA ED I CAMBIAMENTI CLIMATICI
Catello Masullo
Sono stupito del fatto che la brutale aggressione della Russia all’Ucraina non sia stata attribuita ai cosiddetti “cambiamenti climatici”. Perché, oramai, qualsiasi tipo di catastrofe, sui media, e, ovviamente nel senso comune, è colpa dei cambiamenti climatici. Una straordinaria bacchetta magica per cancellare tutte le lampanti responsabilità di singoli individui che sono dietro a (quasi) tutte le catastrofi.
Quella di Ischia, terribile e raccapricciante, è una delle tante catastrofi annunciate. Preceduta da (tante) altre analoghe, ed anche esattamente negli stessi luoghi, del passato più o meno recente.
I titoloni sono sempre gli stessi, ad ogni occasione: evento senza precedenti, pioggia mai registrata prima. E, d’altra parte, è sotto gli occhi di tutti che le catastrofi idrogeologiche, con ingenti danni a persone e cose, sono sempre più frequenti negli ultimi decenni. Ma non è vero che sono causate dai cambiamenti climatici.
Provo a dimostrarlo, con dati semplici ed inoppugnabili e qualche esempio esemplificativo.
Cominciamo dai dati di pioggia. A scatenare l’inferno di Ischia è stata una pioggia di 120 millimetri di acqua in due ore.
Solo per dare qualche ordine di grandezza comparativo, in Italia, a Roma sono caduti 99 millimetri di pioggia in una sola ora nel 1953 (ed infatti a Roma le fognature vengono dimensionate per 111,6 millimetri di pioggia all’ora), a Bolzaneto ( GE), il 19 ottobre 1970 di millimetri di pioggia ne sono caduti 948. E, sempre a Genova, e sempre in un periodo di 24 ore, il 4 novembre del 2011 ed il 4 ottobre 2010, i millimetri di pioggia sono stati circa 500 .
Solo questo paragone dovrebbe mostrare, immediatamente, il segno del fatto che la connotazione di “senza precedenti”, così spesso ripetuta con una mal riposta generosità (se non vera e propria “imprudenza giornalistica”) non è correttamente applicabile, né alla specie, né in tante altre situazioni.
Quello che è peraltro evidente è che i danni ed i lutti dovuti ad alluvioni si ripetono e sono sempre maggiori negli ultimi decenni. Ma solo questa considerazione autorizza a stabilire un rapporto di causa ed effetto con i cambiamenti climatici? La scienza idrologica, che è la branca della ingegneria idraulica che studia i regimi pluviometri e la loro trasformazione in portate fluviali, fornisce una risposta netta e senza ombra di dubbi: no!
Il crescente potere distruttivo delle alluvioni catastrofiche non è dovuto al cambiamento climatico, ma all’azione scellerata dell’uomo che ha dato luogo a fenomeni di urbanizzazione “selvaggia”. Rendendo impermeabili aree sempre più vaste del territorio naturale (con strade, fabbricati, parcheggi, ecc.). Che hanno alterato profondamente il regime idrologico dei corsi d’acqua naturali.
Per fare un esempio comprensibile a tutti, se sul terreno naturale di un bosco cadono cento litri di acqua di pioggia, nell’immediato dal bosco escono circa dieci litri di acqua. Dato che 90 litri in parte si infiltrano nel sottosuolo, in parte vengono trattenuti negli avvallamenti del terreno, in parte si infiltrano nel sottosuolo, in parte vengono trattenuti dalle piante, in parte evaporano, ecc. Se gli stessi cento litri di acqua cadono su un centro commerciale costruito dove una volta c’era il boschetto, avendo reso totalmente impermeabile quella zona, nell’immediato producono 100 litri di scorrimento. I fiumi ed i corsi d’acqua che per millenni si erano formati ricevendo da quell’area solo 10 litri di acqua ogni cento caduti, se si vedono arrivare di un colpo 100 litri, dieci volte di più, vanno in crisi, straripano e fanno danni.
Cosa fare quindi?
Serve rivolgersi alla scienza ed alle persone realmente competenti che indichino le strade giuste. Se si vuole realizzare un centro commerciale al posto del boschetto, occorre applicare i principi della “invarianza idraulica”. Realizzare cioè, assieme al centro commerciale, dei grandi vasconi che trattengano l’acqua di pioggia nel momento dello scroscio e lascino uscire solo i 10 litri di acqua sui cento caduti dal cielo nell’immediato, come avveniva prima della costruzione, facendo restare, per l’appunto, “invariato” il regime idrologico ante-operam. Consentendo di uscire i restanti 90 litri quando la pioggia intensa (e l’emergenza relativa) sia cessata. Per rispettare l’ambiente ed il regime idrologico dei millenni passati.
Se nei territori della tragedia di Ischia si fossero messe in atto le necessarie politiche di prevenzione, come la citata “invarianza idraulica”, e se si fosse impedito realmente di costruire dove la scienza, ed anche la legge, diceva che non si poteva costruire, perché in zona di altissima pericolosità, con ogni probabilità, oggi non staremmo a piangere le vittime ed a contare i danni. Gli esperti di settore hanno valutato che per riparare i danni da catastrofe si spende in media dalle dieci alle quindici volte in più rispetto ai costi della prevenzione. Lo dice, d’altra parte, anche la saggezza popolare: “prevenire è meglio che curare”. È però altrettanto vero che dal punto di vista elettorale, portano più voti gli interventi emergenziali post catastrofe, che l’opera oscura della prevenzione fatta quando non se ne sentirebbe l’urgenza immediata.
“Il cambiamento climatico: le conseguenze idrologiche ed idrauliche”, è il titolo di un seminario scientifico organizzato il 17 giugno 2021 dalla Sezione Italia Centrale della Associazione Idrotecnica Italiana, congiuntamente con la Commissione Dissesto Idrogeologico dell’Ordine degli Ingegneri di Roma, il più grande di Europa, Enti che raggruppano i massimi esperti nazionali in materia di ingegneria idraulica ed idrologia. Dagli atti del seminario si apprende che uno studio di dettaglio sulla serie storica di 150 eventi di piena registrati a Reggio Calabria dal 1600 ad oggi, di cui il 4% responsabili di danni alla popolazione, ha confermato che il trend crescente di danni è dovuto alla espansione edilizia e non all’andamento delle piogge. Queste ultime, infatti, sono risultate in leggera diminuzione. Un’ altra ricerca su piogge e calamità idrogeologiche in Puglia dal 1877 al 2008 ha messo in evidenza una generale tendenza al calo della piovosità e dell’intensità di pioggia, mentre sono in aumento le calamità a causa dell’uso del territorio con crescente utilizzo di aree a pericolosità idrogeologica non trascurabile, dati riportati da Olga Petrucci et al. (2011). A Roma, dal 1941 al 2007 si sono verificati solo 4 nubifragi (cioè con precipitazione maggiore di 40 mm in mezz’ora, oppure 60 mm in un’ora, o 70 mm in due ore, o 80 mm in tre ore); negli anni: 1953 (99 mm in un’ora), 1972, 1986 e 1993. La massima pioggia in 24 ore è 180 mm il 13 novembre 1946, dati riportati da F.Mangianti & F.Leone (2011). E, infine, il Prof. Ing. Renato Morbidelli, Professore Associato di Costruzioni Idrauliche, Marittime ed Idrologia dell’Università degli Studi di Perugia, attraverso un’analisi compiuta ed oggettiva dei dati disponibili, ha dimostrato con grande dovizia di dati ed osservazioni sperimentali come:
– le linee di tendenza dei massimi annuali H24 delle precipitazioni, corrette opportunamente per tener conto della sottostima dei dati di periodi non recenti, rivelano un trend lievemente decrescente;
– gli eventi intensi di pioggia non evidenziano sostanziali modifiche né in frequenza né in intensità;
– lo spessore delle precipitazioni cumulate annue, in diretta correlazione con la disponibilità idrica, mostrano trend decrescente in modo significativo, diversamente dalle temperature il cui trend, in tutte le stazioni di osservazione, è caratterizzato da un significativo incremento.
In definitiva, attribuire le catastrofiche alluvioni ai cambiamenti climatici è una delle grandi “bufale”, “fake news”, del terzo millennio? Gli inoppugnabili e non interpretabili dati idrologici dicono di si.
Credo che un bravo giornalista (ed anche un bravo politico/amministratore pubblico, dovessi dire) dovrebbe sforzarsi a dire le cose come stanno, evitando di seguire le modalità del sentito dire del momento.
E, magari, interrogarsi anche sulle periodiche affermazioni catastrofiste dell’IPCC (International Panel on Climate Change) delle Nazioni Unite. Messe bene in luce dall’intervento del Prof. Alberto Prestininzi, già Professore Ordinario di Rischi Geologici e Direttore del Centro di Ricerche CERI dell’Università di Roma La Sapienza, nel richiamato seminario del 17 Giugno 2021. Il quale ha infatti ricordato che a seguito dei comunicati IPCC, il quotidiano La Repubblica nel 1989 titolava a caratteri cubitali: “Abbiamo dieci anni per salvare la terra”. Nel 2007 questi anni erano diventati solo due. Nel 2007 il Corriere della Sera riferiva un altro appello dell’IPCC: otto anni per salvare la terra. Ancora La Repubblica nel 2013: ci sono 10 anni per salvare la terra, il 99% degli scienziati conferma che il riscaldamento globale è dovuto alla attività dell’uomo. Ed ancora i dati IPCC (e/o degli stessi studiosi che lo avrebbero poi costituito nel 1988) sul sollevamento del livello del mare a causa del riscaldamento globale: nel 1977 era stimato un innalzamento di sei metri (sigh!), nel 1985 in 1,4 metri, nel 1990 in 0,3 metri, nel 1995 in 0,2 metri. Tempi successivi: non pervenute…
Quale azienda privata continuerebbe a finanziare un proprio centro studi che sbagliasse così clamorosamente le previsioni e le proiezioni per il futuro? È anche pur vero che il famoso economista Galbraith a chi gli chiedeva previsioni a lungo termine rispondesse più o meno così : “le previsioni sono una cosa molto difficile da fare, specialmente se riguardano il futuro… In ogni caso posso affermare che a lungo termine saremo tutti morti!”.
PS Un’altra notizia falsa è che il 99% degli scienziati è d’accordo con gli allarmi dell’IPCC.
Propongo di seguito al lettore un estratto da questo sito: https://clintel.org/italy-wcd/
Non c’è emergenza climatica
Una rete globale di oltre 1400 scienziati e professionisti ha preparato questo messaggio urgente. La scienza del clima dovrebbe essere meno politica, mentre le politiche del clima dovrebbero essere più scientifiche. Gli scienziati dovrebbero affrontare apertamente le incertezze e le esagerazioni delle loro previsioni sul riscaldamento globale, mentre i politici dovrebbero spassionatamente valutare i costi reali così come i benefici, ipotizzati dalle loro misure politiche.
Fattori naturali e antropogenici causano il riscaldamento.
L’archivio geologico rivela che il clima della Terra ha subito variazioni per tutto il tempo della sua esistenza, con fasi naturali fredde e calde. L’ultimo ciclo freddo, noto come la La Piccola era Glaciale è terminato di recente nel 1850. Pertanto, non sorprende che ora stiamo vivendo un periodo di riscaldamento.
Il riscaldamento è molto più lento del previsto.
Il pianeta si è riscaldato meno della metà del tasso previsto dall’IPCC, sulla base della forzatura antropogenica introdotta nei modelli e dello squilibrio radiativo. Tutto questo ci dice che siamo lontani dal comprendere I meccanismi del cambiamento climatico.
La politica climatica si basa su modelli inadeguati
I modelli climatici presentano molte carenze e non sono ragionevolmente lontani dall’essere usati come strumenti politici globali. Amplificano l’effetto dei gas serra come la CO2. Inoltre, ignorano il fatto che arricchire l’atmosfera con CO2 è benefico.
La CO2 è il cibo delle piante, la base di tutta la vita sulla Terra
La CO2 non è un inquinante ed è essenziale per tutta la vita sulla Terra. La fotosintesi è una benedizione. Più CO2 è beneficio per la natura, rendendo verde la Terra: un’ulteriore quantità di CO2 nell’aria ha favorito la crescita della biomassa globale delle piante. È anche beneficio per l’agricoltura, con aumento delle rese delle colture in tutto il mondo.
Il riscaldamento globale non è aumentato i disastri naturali
Non ci sono prove statistiche che il riscaldamento globale stia intensificando uragani, alluvioni, siccità e simili eventi naturali, o aumentando la loro frequenza. Viceversa, è ampiamente dimostrato che le misure di mitigazione della CO2 sono tanto dannose quanto costose.
La politica climatica deve rispettare le realtà scientifiche ed economiche.
Pertanto, non vi è alcun motivo per creare panico e allarme. Ci opponiamo fermamente alla dannosa e irrealistica politica di CO2 a zero proposta netta per il 2050. Se emergeranno approcci migliori, e sicuramente ci saranno, avremo tutto il tempo per riflettere e adattarci. L’obiettivo della politica globale dovrebbe essere “prosperità per tutti” fornendo energia affidabile e conveniente in ogni momento per tutto il Pianeta. In una Società prospera uomini e donne sono ben istruiti, i tassi di natalità sono bassi e le persone si preoccupano del loro ambiente.
Firmatari
- Alberto Prestininzi, Professore di Rischi Geologici, Honorary Cherman NHAZCA Università di Roma Sapienza, già Scientific Editor in Chief della Rivista Internazionale IJEGE e Direttore del Centro di Ricerca , Previsione, Prevenzione e Controllo dei Rischi Geologici (CERI);WCD Ambassador
2. Pietro Agostini, Ingegnere, Associazione Scienziati e Tecnologi per la Ricerca Italiana
3. Piero Baldecchi, Lettore
4. Achille Balduzzi, Geologo, Agip-Eni
5. Antonio Ballarin, Fisico, “Chief Artificial Intelligence Officer” di una pubblica amministrazione
6. Cesare Barbieri, Professore Emerito di Astronomia, Università di Padova
7. Donato Barone, Ingegnere
8. Sergio Bartalucci, Fisico, Presidente Associazione Scienziati e Tecnologi per la Ricerca Italiana
9. Giuseppe Basini, Astrofisico, Deputato, già dirigente di Ricerca dell’INFN
10. Franco Battaglia, Professore di Chimica Fisica, Università di Modena, Movimento Galileo 2001
11. Marco Benini, Ingegnere Idraulico, Libero Professionista
12. Eliseo Bertolasi, Dottore di Ricerca in Antropologia Culturale
13. Giorgio Bertucelli, Ingegnere, già Dirigente Industriale, ALDAI
14. Alessandro Bettini, Professore Emerito (Fisica) Università di Padova
15. Antonio Bianchini, Professore di Astronomia, Università di Padova
16. Luciano Biasini, Professore Emerito, già Docente di Calcoli Numerici e Grafici, Direttore dell’Istituto Matematico e Preside della Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali dell’Università di Ferrara
17. Paolo Blasi, Professore Emerito (Fisica) e già Rettore dell’Università di Firenze, già Presidente della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane
18. Enrico Bongiovanni, Dottore Commercialista
19. Paolo Bonifazi, Ex Direttore dell’Istituto di Fisica dello Spazio Interplanetario (IFSI) dell’Istituto Nazionale Astrofisica (INAF)
20. Roberto Bonucchi, Insegnante in Pensione
21. Giampiero Borrielli, Ingegnere
22. Francesca Bozzano, Professore di Geologia Applicata, Università di Roma La Sapienza, Direttore del Centro di Ricerca Previsione, Prevenzione e Controllo Rischi Geologici (CERI)
23. Antonio Brambati, Professore di Sedimentologia, Università di Trieste, Responsabile Progetto Paleoclima-mare del PNRA, già Presidente Commissione Nazionale di Oceanografia
24. Gianfranco Brignoli, Geologo
25. Marcello Buccolini, Professore di Geomorfologia, Università di Chieti-Pescara
26. Paolo Budetta, Professore di Geologia Applicata, Università di Napoli
27. Antonio Maria Calabrò, Ingegnere, Ricercatore, Consulente
28. Monia Calista, Ricercatore di Geologia Applicata, Università di Chieti-Pescara
29. Cristiano Carabella, Geologo, Borsista presso l’Università di Chieti
30. Giovanni Carboni, Professore di Fisica, Università di Roma Tor Vergata, Movimento Galileo 2001
31. Peppe Caridi
32. Franco Casali, Professore di Fisica, Università di Bologna e Accademia delle Scienze di Bologna
33. Dott. Agronomo Fausto Cavalli, Agronomo, specializzazione in meteorologia
34. Giuliano Ceradelli, Ingegnere e Climatologo, ALDAI
35. Augusta Vittoria Cerutti, Membro del Comitato Glaciologico Italiano
36. Franco Di Cesare, Dirigente, Agip-Eni
37. Alessandro Chiaudani PhD, Agronomo, Università di Chieti-Pescara
38. Luigi Chilin, Dirigente in Pensione
39. Claudio Ciani, Relazioni Internazionali, Scienza Politica, Università di Roma La Sapienza
40. Edoardo Cicali, Membro del CIRN (Comitato Italiano Rilancio del Nucleare) e dell’associazione “Atomi per la pace”, ex Dipendente di un Centro Medico Radiologico ed Attualmente Impiegato nel Settore dell’Informatica
41. Pino Cippitelli, Geologo Agip-Eni
42. Carlo Colomba
43. Enrico Colombo, Chimico, Dirigente Industriale
44. Vito Comencini, Onorevole, Membro della Camera dei Deputati Italiana dal 2018
45. Enrico Conti, Fisico, Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN)
46. Ferruccio Cornicello, Fotografo e Lettore di Studi sul Clima
47. Domenico Corradini, Professore di Geologia Storica, Università di Modena
48. Carlo Del Corso, Ingegnere Chimico
49. Uberto Crescenti, Professore Emerito di Geologia Applicata, Università di Chieti-Pescara, già Magnifico Rettore e Presidente della Società Geologica Italiana
50. Fulvio Crisciani, Professore di Fluidodinamica Geofisica, Università di Trieste e Istituto Scienze Marine, Cnr, Trieste
51. Salvatore Custodero
52. Francesco Dellacasa, Ingegnere, Amministratore di Società nel settore Energetico
53. Alessandro Demontis, Perito Chimico Industriale, Tecnico per la Gestione delle Acque e delle Risorse Ambientali, Pomezia
54. Serena Doria, Ricercatore di Probabilità e Statistica Matematica, Università di Chieti -Pescara
55. Roberto d’Arielli, Geologo, Borsista presso l’Università di Chieti
56. Carlo Esposito, Professore di Rischi Geologici, Università di Roma La Sapienza
57. Gianluca Esposito, Geologo
58. Prof. Stefano Falcinelli PhD, Ordinario di Chimica e Tecnologia dei Materiali, Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale, Università di Perugia
59. Antonio Mario Federico, Professore di Geotecnica, Politecnico di Bari
60. Aureliano Ferri, Vicepresidente Associazione Piceno Tecnologie
61. Maurizio Fiorelli, Sommelier Professionale, studioso dell’evoluzione nella Coltivazione delle Vigne
62. Mario Floris, Professore di Telerilevamento, Università di Padova
63. Gianni Fochi , Chimico, Ricercatore in Pensione della Scuola Normale Superiore, Giornalista Scientifico
64. Sergio Fontanot, Ingegnere
65. Luigi Fressoia, Architetto Urbanista, Perugia
66. Mario Gaeta, Professore di Vulcanologia, Università di Roma La Sapienza
67. Stefano Galli Laureato in Ingegneria Chimica, ricercatore in pensione
68. Sabino Gallo, Ingegnere Nucleare e Scrittore Scientifico
69. Giuseppe Gambolati, Fellow della American Geophysical Union, Professore di Metodi Numerici, Università di Padova
70. Alessio Del Gatto, Liceo Scientifico, Collaboratore Attivita Solare.it
71. Rinaldo Genevois, Professore di Geologia Applicata, Università di Padova
72. Umberto Gentili, Fisico dell’ENEA, Climatologo per il Progetto Antartide, ora in pensione
73. Enrico Ghinato, Perito Fisico
74. Mario Giaccio, Professore di Tecnologia ed Economia delle Fonti di Energia, Università di Chieti-Pescara, già Preside della Facoltà di Economia
75. Daniela Giannessi, Primo Ricercatore, IPCF-CNR, Pisa
76. Roberto Grassi, Ingegnere, Amministratore G&G, Roma
77. Roberto Graziano, Ricercatore di Geologia Stratigrafica e Paleoclimatologia/Paleoceanografia, Università di Napoli, già Geologo presso il Servizio Geologico d’Italia
78. Alberto Guidorzi, Agronomo
79. Roberto Habel, Professore di Fisica Medica, Università di Cagliari
80. Thomas Kukovec, agronomo tropicale e biologo dei campi subtropicali nel settore privato, specializzato in agricoltura semi-arida, ecofisiologia e fitogeografia delle piante saheliane e sahariane.Consulente scientifico e consulente in progetti di ricerca e società scientifiche
81.Alberto Lagi, Ingegnere, Presidente di Società Ripristino Impianti Complessi Danneggiati
82. Dr Francesco Lamberti PhD in Scienza dei Materiali dell’Università di Padova, impegnato nel PV di nuova generazione
83. Luciano Lepori, Ricercatore IPCF-CNR, Pisa
84. Carlo Lombardi, Professore di Impianti Nucleari, Politecnico di Milano
85. Walter Luini, Geometra
86. Roberto Madrigali, Meteorologo
87. Angelo Maggiora PhD, INFN Senior Researcher, oltre 40 anni di esperienza nella ricerca al CERN , Saclay, Dubna e Frascati
88. Franco Maloberti, Professore Emerito, esperto di microelettronica e modellazione
89. Ettore Malpezzi, Ingegnere
90. Vania Mancinelli, Geologo, Borsista presso l’Università di Chieti
91. Ludovica Manusardi, Fisico Nucleare e Giornalista Scientifico, UGIS
92. Luigi Marino, Geologo, Centro Ricerca Previsione, Prevenzione e Controllo Rischi Geologici (CERI), Università di Roma La Sapienza
93. Alessandro Martelli, Ingegnere, già Dirigente ENEA
94. Paolo Martini, consulente geologo petrolifero con oltre 30 anni di esperienza
95. Salvatore Martino, Professore di Geologia Applicata all’Ingegneria al Territorio ed ai Rischi, Università di Roma “Sapienza”
96 Maria Massullo, Tecnologa, ENEA-Casaccia, Roma
97. Enrico Matteoli, Primo Ricercatore, IPCF-CNR, Pisa
98. Paolo Mazzanti, Professore di Interferometria Satellitare, Università di Roma La Sapienza
99. Adriano Mazzarella, Professore di Meteorologia e Climatologia, Università di Napoli
100. Marcello Mazzoleni, Docente e imprenditore nel settore della formazione, fondatore del sito web MeteoSincero
101. Carlo Merli, Professore di Tecnologie Ambientali, Università di Roma La Sapienza
102. Enrico Miccadei, Professore di Geografia Fisica e Geomorfologia, Università di Chieti-Pescara
103. Gabriella Mincione, Professore di Scienze e Tecniche di Medicina di Laboratorio, Università di Chieti-Pescara
104. Umberto Minopoli, Presidente dell’Associazione Italiana Nucleare
105. Alberto Mirandola, Professore di Energetica Applicata e Presidente Dottorato di Ricerca in Energetica, Università di Padova
106. Aurelio Misiti, Professore di Ingegneria sanitaria-Ambientale, Università di Roma La Sapienza, già Preside della Facoltà di Ingegneria, già Presidente del Consiglio Superiore ai Lavori Pubblici
107. Maurizio Montuoro, Medico
108. Maria Luisa Moriconi, Ricercatore CNR presso Istituto di Fisica dell’atmosfera (in pensione) e associato INAF fino al 2020
109. Renzo Mosetti, Professore di Oceanografia, Università di Trieste, già Direttore del Dipartimento di Oceanografia, Istituto OGS, Trieste
110. Daniela Novembre, Ricercatore in Georisorse Minerarie e Applicazioni Mineralogichepetrografiche, Università di Chieti-Pescara
111. Francesco Oriolo, Professore di Impianti Nucleari, Università di Pisa
112. Paolo Emmanuele Orrù, Professore di Geografia Fisica e Geomorfologia, Università di Cagliari
113. Sergio Ortolani, Professore di Astronomia e Astrofisica, Università di Padova
114. Giorgio Paglia, Geologo, Borsista presso l’Università di Chieti
115. Massimo Pallotta, Primo Tecnologo, Istituto Nazionale Fisica Nucleare
116. Antonio Panebianco, Ingegnere
117. Giuliano Panza, Professore di Sismologia, Università di Trieste, Accademico dei Lincei e dell’Accademia Nazionale delle Scienze, detta dei XL, vincitore nel 2018 del Premio Internazionale dell’American Geophysical Sindacato
118. Antonio Pasculli, Ricercatore di Geologia Applicata, Università di Chieti-Pescara
119. Ernesto Pedrocchi, Professore Emerito di Energetica, Politecnico di Milano
120. Davide Peluzzi, Ambasciatore del Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga nel Mondo nel 2017
121. Corrado Penna, Docente di Matematica
122. Enzo Pennetta, Professore di Scienze Naturali e Divulgatore Scientifico
123. Gianni Pettinari, Impiegato Amministrativo, Fondatore del gruppo Facebook: “Falsi allarmismi sul riscaldamento globale”
124. Alessandro Pezzoli, Ricercatore Universitario e Professore aggregato in Weather Risk Management, Politecnico di Torino e Università di Torino
125. Tommaso Piacentini, Professore di Geografia Fisica e Geomorfologia, Università di Chieti-Pescara
126. Stefano De Pieri, Ingegnere Energetico e Nucleare
127. Paolo MJ Pilli, Pensionato
128. Mirco Poletto, Geologo libero professionista, iscritto all’Ordine dei geologi del Veneto
129. Andrea Pomozzi, Presidente Associazione Piceno Tecnologie
130. Guido Possa, Ingegnere Nucleare, già Viceministro del Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca con delegato alla Ricerca
131. Alfonso Pozio PhD, Primo Ricercatore, ENEA CR Casaccia, Roma
132. Giorgio Prinzi, Ingegnere, Direttore Responsabile della Rivista “21mo Secolo Scienza e tecnologia”
133. Franco Prodi, Professore di Fisica dell’Atmosfera, Università di Ferrara
134. Franco Puglia, Ingegnere, Presidente CCC, Milano
135. Francesca Quercia, Geologo, Dirigente di Ricerca, Ispra
136. Nunzia Radatti, Chimico, Sogin
137. Arnaldo Radovix, Geologo, Risk Manager in Derivati ​​Finanziari
138. Mario Luigi Rainone, Professore di Geologia Applicata, Università di Chieti-Pescara
139. Mario Rampichini, Chimico, Dirigente Industriale in Pensione, Consulente
140. Arturo Raspini, Geologo, Ricercatore, Istituto di Geoscienze e Georisorse (IGG), Consiglio Nazionale delle Ricerche, Firenze
141. Renato Angelo Ricci, Professore Emerito di Fisica, Università di Padova, già Presidente della Società Italiana di Fisica e della Società Europea di Fisica, Movimento Galileo 2001
142. Marco Ricci, Fisico, Primo Ricercatore, Istituto Nazionale di Fisica Nucleare
143. Renzo Riva, Comitato Italiano Rilancio Nucleare (CIRN), Buja
144. PierMarco Romagnoli, Ingegnere, Milano
145. Vincenzo Romanello, Ingegnere Nucleare, Ricercatore presso il Centro di Ricerca Nucleare di Rez, Repubblica Ceca
146. Piergiorgio Rosso, Ingegnere Chimico
147. Stefano Rosso, Insegnante di Geografia, Storia e Italiano, Scuola Secondaria, Modena
148. Alberto Rota, Ingegnere , Ricercatore presso CISE ed ENEL, Esperto di Energie Rinnovabili
149. Ettore Ruberti, Ricercatore ENEA, Docente di Biologia Generale e Molecolare
150. Giancarlo Ruocco, Professore di Struttura della Materia, Università di Roma La Sapienza
151. Sergio Rusi, Professore di Idrogeologia, Università di Chieti-Pescara
152. Massimo Salleolini, Professore di Idrogeologia Applicata e Idrogeologia Ambientale, Università di Siena
153. Nicola Scafetta, Professore di Fisica dell’Atmosfera e Oceanografia, Università di Napoli
154. Emanuele Scalcione, Responsabile Servizio Agrometeorologico Regionale ALSIA, Basilicata
155. Nicola Sciarra, Professore di Geologia Applicata, Università di Chieti-Pescara
156. Francesco Sensi, Generale di Divisione Aerea (R)
157. Massimo Sepielli, Direttore di Ricerca, ENEA, Roma
158. Leonello Serva, Geologo, Accademia Europa delle Scienze e delle Arti, Classe V, Scienze Tecnologiche e Ambientali, già Direttore Servizio Geologico d’Italia
159. Roberto Simonetti, Geologo, R&D c/o Azienda SII
160. Elio Sindoni, Professore Emerito dell’Università di Milano Bicocca
161. Enzo Siviero, Professore di Ponti, Università di Venezia, Rettore dell’Università e-Campus
162. Rinaldo Sorgenti, Vice Presidente ASSOCARBONI
163. Ugo Spezia, Ingegnere, Responsabile Sicurezza Industriale, Sogin, Movimento Galileo 2001
164. Luigi Stedile, Geologo, Centro di Ricerca Previsione, Prevenzione e Controllo Rischi Geologici (CERI), Università di Roma La Sapienza
165. Emilio Stefani, Professore di Patologia Vegetale, Università di Modena
166. Flavio Tabanelli, Fisico
167. Maria Grazia Tenti, Geologo
168. Umberto Tirelli, Visiting Senior Scientist, Istituto Tumori d’Aviano, Movimento Galileo 2001
169. Giorgio Trenta, Fisico e Medico, Presidente Emerito dell’Associazione Italiana di Radioprotezione Medica, Movimento Galileo 2001
170. Roberto Vacca, Ingegnere e Scrittore Scientifico
171. Gianluca Valensise, Dirigente di Ricerca, Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Roma
172. Prof. Paolo Sebastiano Valvo PhD – Professore Associato di Meccanica dei Solidi e delle Strutture, Università di Pisa
173. Corrado Venturini, Professore di Geologia Strutturale, Università di Bologna
174. Benedetto De Vivo, Professore di Geochimica in Pensione dall’Università di Napoli, ora Professore Straordinario presso Università Telematica Pegaso, Napoli
175. Andrea Zaccone, Geologo, Dirigente Protezione Civile Regione Lombardia
176. Luigi Zanotto, Docente in Pensione
177. Franco Zavatti, Ricercatore di Astronomia, Università di Bologna
178. Antonino Zichichi, Professore Emerito di Fisica, Università di Bologna, Fondatore e Presidente del Centro di Cultura Scientifica Ettore Majorana di Erice