IL RITORNO DI CASANOVA (Recensione di Catello Masullo)
(sinossi e credits da cinematografo.it)
IL RITORNO DI CASANOVA
ITALIA 2021
Sinossi: Il film segue una doppia narrazione: da un lato, le vicende di un attempato Casanova, ospite di un amico nella campagna veneziana, che deve fare i conti con la vecchiaia e il declino delle sue capacità di seduttore trovandosi persino coinvolto in un duello all’ultimo sangue; dall’altro, un regista italiano di spicco, anch’egli in età avanzata, durante le riprese del film “Ritorno di Casanova”, si innamora e mette incinta una donna molto più giovane di lui.
Regia: Gabriele Salvatores
Attori: Toni Servillo, Sara Serraiocco, Fabrizio Bentivoglio, Natalino Balasso
Soggetto: Arthur Schnitzler – romanzo
Sceneggiatura: Sara Mosetti, Umberto Contarello, Gabriele Salvatores
Fotografia: Italo Petriccione
Montaggio: Massimo Fiocchi
Colore: B/N-C
Genere: DRAMMATICO
Tratto da: ispirato all’omonimo romanzo di Arthur Schnitzler
Produzione: MARCO COHEN, FABRIZIO DONVITO, BENEDETTO HABIB, DANIEL CAMPOS PAVONCELLI PER INDIANA PRODUCTION, CON RAI CINEMA
Distribuzione: 01 DISTRIBUTION
Data uscita: 2023-03-30
NOTE
– REALIZZATO CON IL SUPPORTO DELLA REGIONE VENETO. – FILM D’APERTURA DEL 14° BIF&ST
RECENSIONE DI CATELLO MASULLO: Gabriele Salvatores, a proposito di questo suo ultimo film, ha dichiarato: “«È dai tempi del teatro che volevo lavorare al testo di Arthur Schnitzler, uno dei romanzi più crudeli sul passare del tempo e sul tema del doppio. Invece di raccontare solo Casanova, ho rilanciato inventando Leo, un altro seduttore, un regista non tanto in crisi creativa, ma umana. Il destino del viaggio di Casanova è il fallimento, Leo invece apre una piccola porta sul futuro, grazie a un imprevisto della vita, l’amore per una donna». Il Premio Oscar Salvatores, uno dei nostri autori più originali, fa i conti con la sua storia artistica, come, prima o poi, sono irrimediabilmente tentati di fare tutti gli autori di rango. Non si può certo parlare di testamento artistico a 72 anni (seppure, nel 1980 un medico gli aveva dato solo 4 anni di vita, tanto da fargli fare un proposito: “Se esco da questo ospedale, voglio fare quello che mi piace, il cinema”. E lo ha fatto. Fortunatamente la diagnosi era sbagliata). Ma è chiaro che le proprie riflessioni sulla parte crepuscolare che la sua vita affronta hanno avuto un peso determinante nella scelta del soggetto e nello stile del racconto. Significative sono le battute del film. Sempre acute e fulminanti. Come lo scambio tra Sara Serraiocco e Toni Servillo: “Un film dura per sempre? / Un film dura fino a quando qualcuno vuole vederlo!”. Ed ancora: “Sono incinta. / Stai scherzando?… È mio? / No. È mio! Ma l’ho fatto con te / Un figlio a 63 anni? Ma ti rendi conto che quando avrà 7 anni io ne avrò settanta? / Vuol dire che ti cambierò i pannolini!”. Inevitabilmente molti i temi che si intrecciano (e che intrecciano la vita di Salvatores). Il timore di essere scalzati dai giovani emergenti (il regista rampante, interpretato da Marco Bonadei, propone al “Maestro” in decadenza, Toni Servillo, la sua ammirazione: “Io sono cresciuto con i suoi film!”, ricevendo una risposta irritata, dal nerbo scoperto: “Allora li ha visti male!”, oppure l’impietoso duello a corpi nudi tra Casanova/Bentivoglio ed il giovane sfidante, e/o il lancinante sguardo commiserevole della giovane conquistata con un inganno notturno, al risveglio). La esistenza dedicata alla propria passione: Servillo/alter ego di Salvatore, così apostrofa la sua intervistatrice: “Sa cosa ha detto Hitchcock? Per voi quello che ho fatto è solamente un film. Per me questa è la mia vita. Io la penso esattamente così. Io vivo solo quando faccio un film!” (non a caso le sole parti a colori del film sono quelle del film che sta facendo, mentre la vita reale è in un grigio bianco e nero). La sensazione, tipica degli “anziani”, di sentirsi inadeguati al travolgente sviluppo tecnologico (da antologia la rivolta della casa super-tech, che si ribella alla malinconia…). In definitiva un film autoriale, che sfiora a tratti il calligrafico, ma che sa attrarre lo spettatore con zampate di grande spettacolarità, che ne fanno un film da non perdere, per cinefili e non.
Curiosità, il film è aperto, ad esergo iniziale, dall’epilogo, detto da Prospero, de La Tempesta, di William Shakespeare: “Ora i miei incantesimi si sono tutti spenti, la forza che possiedo è solo mia, ed è poca”.
Curiosità, il nome scelto da Salvatores per il personaggio protagonista, interpretato da Toni Servillo, è Leo Bernardi, sarà un caso che è composto dal nome di battesimo, Leo, di Leo Benvenuti, e da parte del cognome di Piero De Bernardi, una mitica coppia di sceneggiatori che hanno fatto la storia del cinema italiano, in 50 anni di sodalizio artistico?
VALUTAZIONE SINTETICA: 7.5/8