Il temporale e altre storie di Michele Libutti
di Armando Lostaglio
E’ il nuovo libro di racconti brevi che Michele Libutti offre ai suoi lettori, con la stessa generosità degli oltre venti precedenti. Il temporale e altri racconti odorano di genuine atmosfere, dettate da un vento interiore di tenue armonia, talvolta di inquietudini, che persino il temporale (come una tempesta) tende a mitigare. Libutti si offre al lettore con narrazioni ben scritte (oltre ad essere medico ha una laurea in lettere classiche), non difficili da decodificare secondo un canone di nettezza espressiva, che pone l’autore al cospetto di una contemporaneità, non senza punte di nostalgiche armonie. Certo, affiorano qua e là i suoi ricordi, a partire da quelli adolescenziali (come il racconto che dà il titolo) in un divenire di maturità spesso nascosto da ventate di giovanili entusiasmi, malgrado siano sopiti da contingenze quotidiane. Michele Libutti, con questa nuova opera (edita da Photo Travel, Rionero in V. 2022, pagg.150), si inserisce in un moderno panorama letterario che tende a spiccare il volo dai più consueti registri espressivi talvolta relegati ad una atavica restrizione formale di contenuti e di narrazioni. Oltre, dunque, quel senso di vittimismo e di riscatto. Si può parlare dei suoi racconti – apparentemente esili – di concezioni di un estetismo alla Flaubert? E di sensibili difformità di passioni per cui ciascun personaggio sembra isolato e cova o intravvede un suo particolare traguardo che potrebbe essere anche lontanamente “erotico” nel senso dannunziano? O anche un traguardo giocoso e amaro come nelle commedie anni ‘60 ‘70 al cinema, fra Monicelli e Pietro Germi? Con la desolazione che affiora nel Totò-Otello burattino in discarica che invoca le nuvole, secondo Pasolini. C’è molto di questo in questo autore esile come la voce quando narra di quelle esperienze, eponimo di una età (la nostra) che sembra si estingua ma che evolve lasciando pochi segni: pure Michele sembra pervenire a quel personaggio storico o mitico il cui nome viene assunto a distinzione, nel senso del genius loci.