RAPITO di Marco Bellocchio supera il milione di incasso alla seconda settimana di programmazione, quarto al box office e primo incasso italiano con 1.065.451 euro dopo i blockbuster La Sirenetta, Spider-Man: Across the Spider-Verse e Fast X.
«Marco Bellocchioe gli attori – dichiara Luigi Lonigro, direttore di 01 Distribution – accompagnano proprio in questi giorni il film nelle sale italiane, accolti calorosamente da un pubblico commosso e partecipe, in un tour da Nord a Sud, da Roma a Bologna, da Milano a Torino, da Firenze a Modena, da Parma a Napoli e Bari, e proseguirà con varie altre città che lo aspettano, da Genova a Pordenone, da Treviso a Padova, da Catania a Messina e Palermo»
Distribuito da 01 Distribution, arrivato in sala il 25 maggio dopo 13 minuti di applausi a Cannes, il film di Marco Bellocchio, RAPITO, è incentrato sulla storia di Edgardo Mortara il bambino ebreo che nel 1858 fu strappato alla sua famiglia per essere allevato da cattolico sotto la custodia di Papa Pio IX, suscitando un caso internazionale.
Il film è una produzione IBC Moviee Kavac Film con Rai Cinema in coproduzione con Ad Vitam Production e The Match Factory, prodotto da Beppe Caschetto e Simone Gattoni, ed è interpretato da Paolo Pierobon, Fausto Russo Alesi, Barbara Ronchi, Enea Sala (Edgardo Mortarada bambino), Leonardo Maltese (Edgardo ragazzo) e con Filippo Timi e Fabrizio Gifuni. Completano il cast Andrea Gherpelli, Samuele Teneggi, Corrado Invernizzi, Aurora Camatti, Paolo Calabresi, Bruno Cariello, Renato Sarti, Fabrizio Contri, Federica Fracassi.
La storia: nel 1858, nel quartiere ebraico di Bologna, i soldati del Papa irrompono nella casa della famiglia Mortara. Per ordine del cardinale, sono andati a prendere Edgardo, il loro figlio di sette anni. Secondo le dichiarazioni di una domestica, ritenuto in punto di morte, a sei mesi, il bambino era stato segretamente battezzato. La legge papale è inappellabile: deve ricevere un’educazione cattolica. I genitori di Edgardo, sconvolti, faranno di tutto per riavere il figlio. Sostenuta dall’opinione pubblica e dalla comunità ebraica internazionale, la battaglia dei Mortara assume presto una dimensione politica. Ma il Papa non accetta di restituire il bambino. Mentre Edgardo cresce nella fede cattolica, il potere temporale della Chiesa volge al tramonto e le truppe sabaude conquistano Roma.