Outing – Fidanzati per sbaglio
recensione di Riccardo Rosati
Titolo originale: Outing – Fidanzati per sbaglio
Genere: Commedia
Nazione: Italia
Anno di produzione: 2012
Data di uscita al cinema: 28/03/2013
Durata: 90′
Regia: Matteo Vicino
Interpreti: Nicolas Vaporidis, Andrea Bosca, Massimo Ghini, Giulia Michelini, Camilla Ferranti.
Voto: 1,5
Il film racconta di due ragazzi, Federico (Nicolas Vaporidis) e Riccardo, costretti a una truffa per poter aver accesso a dei finanziamenti. Il denaro, infatti, è riservato a coppie di fatto e i due sono invece eterosessuali. Saranno aiutati nell’impresa da Roberto (Massimo Ghini), direttore del quotidiano locale Puglia Oggi, omosessuale non dichiarato, e da un’intrepida giornalista: Carlotta.
Capita sempre più spesso che lo studioso si trovi in autentico imbarazzo nel fare il proprio lavoro. Chi come noi affronta la cinematografia con la stessa serietà e ieraticità di quando ci confrontiamo con altre forme artistiche quali, ad esempio, la letteratura o la pittura, in casi come questo è quasi impossibilitato a svolgere il proprio compito critico. Ragion per cui, meno opinioni si esprimono e minore sarà il rischio di offendere il lavoro altrui.
Dunque, che dire di un film come quello del semi-sconosciuto – cosa che di per sé non è certo una colpa, sia chiaro – Matteo Vicino dove si mostrano macchine e persino autobus che non girano più sulle nostre strade da decenni? Come giudicare una storia sulla tristezza della nostra società che non riesce mai a fare della ironia, come invece accadde nell’ottimo, e sottovalutato dalla critica, Tutta la vita davanti (2008) di Paolo Virzì? Infine, che dire di una pellicola nella quale l’unica cosa bella è rappresentata dal paesaggio pugliese? Nulla, così da mantenere quella sobrietà ed educazione che contraddistinguono i veri intellettuali.
Per capire la pochezza di questa opera, è sufficiente dire che Massimo Ghini, che non si è mai distinto per un talento cristallino, è l’unico nel cast che conferisce un po’ di qualità alla recitazione, visto che si nota che egli è un attore professionista, cosa che forse non si può dire per gli altri, specialmente nel caso di Vaporidis.
I vecchi professoroni anteguerra, quelli che noi abbiamo rinnegato, a favore della gente impreparata e politicizzata di oggi, davanti a casi come questo, guardavano con espressione grave i Vicino o Vaporidis di turno e solevano dire: “Ritengo che lei debba cambiare mestiere”. Giusto per non passare per spocchiosi, tantomeno gratuitamente cattivi, vogliamo aggiungere un altro elemento di sconcerto presente in questa pellicola, e lo diciamo anche in qualità di sceneggiatori, ma non bisogna certo essere un professionista della scrittura per accorgersi di tali madornali errori. Come dovremmo ignorare il fatto che una storia che si regge esclusivamente su di un elemento: la eterosessualità dei due protagonisti, questa venga poi messa in dubbio alla fine? Si segue una trama, e poi l’autore ci dice proprio in chiusura che era tutto falso, senza dare spiegazioni! Ciò non può nemmeno essere visto come una mancanza di rispetto verso gli spettatori, è solo il risultato della incompetenza di persone che scrivono delle sceneggiature, non avendone i mezzi, perciò non si accorgono di queste cose. Tuttavia, forse chi finanzia tali progetti, specialmente quando avviene con soldi pubblici, avrebbe il dovere morale di notarle.
Riccardo Rosati