DALILAND (Recensione di Catello Masullo)

  • DALILAND (Recensione di Catello Masullo)

(credits e sinossi da cinematografo.it e AntonioGenna.net)

 

  • DALILAND

Dalìland

USA 2022

Sinossi: New York, 1973, Salvador Dalì vive al Ritz insieme alla moglie Gala e sta preparando la sua prossima personale. James, un giovane stagista di una galleria, viene scelto da Dalì in persona affinché gli faccia da assistente personale mentre ultima le tele da esporre. James ha così l’occasione di osservare da vicinissimo la parabola discendente di uno dei più grandi artisti di sempre. L’uomo dietro l’artista, che James ha modo di conoscere, è pressoché distrutto: i discorsi di Dalì sono imbevuti in un’insopprimibile angoscia per la morte, conduce uno stile di vita che lo consuma, sia economicamente che emotivamente, mentre il Parkinson galoppante riduce sempre le sue capacità artistiche al lumicino.

SCHEDA FILM

Regia: Mary Harron

Attori: 

PERSONAGGI INTERPRETI DOPPIATORI
SALVADOR DALI’ Ben Kingsley GIANNI GIULIANO
SALVADOR da giovane Ezra Miller FEDERICO FRIGNANI
GALA DALI’ Barbara Sukowa CINZIA DE CAROLIS
GALA da giovane Avital Lvova  
JAMES Christopher Briney OMAR VITELLI
CAP. MOORE Rupert Graves NICOLA MARCUCCI
CHRISTOFFE Alexander Beyer  
AMANDA LEAR Andreja Pejić ROBERTA DE ROBERTO
GINESTA Suki Waterhouse VALENTINA STREDINI
ALICE COOPER Mark McKenna FEDERICO FRIGNANI

Sceneggiatura: Mary HarronTanya Bowd

Fotografia: Marcel Zyskind

Montaggio: Alex Mackie

Scenografia: Tanya Bowd

Durata: 104′

Colore: C

Genere: Drammatico

Produzione: Pressman Film, David O. Sacks Productions, Zephyr Films, Popcorn Films, Serein Productions

NOTE

– Presentato in anteprima internazionale al Torino Film Festival 2022.

Recensione di Catello Masullo: Interpretare un personaggio come Salvador Dalì è una sfida da far tremare le vene ai polsi. Pane per i denti di un monumento dell’arte attoriale come Ben Kingsley. Che si è guardato dall’inseguire l’impossibile mimesi di un artista poliedrico, caotico, squilibrato, incostante ed imprevedibile. Kingsley  ha colto l’essenza dell’uomo Dalì, del suo universo sensoriale e passionale, quello più duro a morire, anche nella fase crepuscolare di rapido e irreversibile decadimento fisico e psichico. Facendone un capolavoro interpretativo. Ben supportato da un cast in grande forma, magistralmente diretto dalla 70-enne canadese Mary Harron (28 regie, tra le quali molta, importante, serialità negli ultimi anni, 6 premi e 13 nominations). Il film è curatissimo nel rappresentare il particolarissimo mondo dell’arte a New York nei primi anni ’70, le scenografie, gli ambienti, gli arredi, le opere d’arte, nulla è fuori posto. Si concede anche qualche raffinatezza registica, nel riproporre, ad esempio, il Dalì anziano assieme al Dalì giovanile nelle stesse scene.

Valutazione sintetica: 7.5/8