FREMONT, recensione di Luciana Burlin
Regia:Babak Jalali
Sceneggiatura: Babak Jalali, Carolina Cavalli
Protagonisti:Jeremy Allen White, Gregg Turkington, Anaita Wali Zada, Hilda Schmelling, Siddique Ahmed, Taban Ibraz, Avis See-tho, Timur Nusratty, Eddie
Durata 93’ Anno 2023
Sinossi
Donya dopo essere stata una traduttrice per l’esercito americano a Kabul, vive a Fremont in California e lavora in una fabbrica di biscotti della fortuna. La giovane, per superare la sua insonnia cronica si rivolge ad un originale psicologo Nel tentativo di vincere la solitudine invia in uno dei biscotti della fortuna un messaggio non convenzionale, che modificherà la routine della sua vita.
Recensione
Di questo bel film di Babak Jalali colpisce la grande professionalità di tutti: la luminosa fotografia in bianco e nero, che rende più realistica la monotona vita della protagonista, la discreta musica che non interrompe i significativi silenzi, i primissimi piani degli occhi di Donya, che ci permettono di cogliere la profondità della sua anima, i dialoghi, che soprattutto nel finale restano inevitabilmente nella memoria dello spettatore. Donya, come il regista e l’attrice che la interpreta, è una profuga afgana negli Stati Uniti, il suo sogno era lasciare Kabul, per realizzarlo lavora come traduttrice per l’esercito americano e riesce a partire tranquillamente per Fremont. La ragazza vive in una monotona solitudine nonostante abbia dei vicini cordiali ed un lavoro in una fabbrica di biscotti di padroni cinesi rispettosi, ma non riesce a dormire la notte. L’incontro con un bizzarro psicanalista le fa accettare la casualità degli avvenimenti, che la colpevolizzano:
perché io sono riuscita a salvarmi, mentre gli altri sono sotto il regime dei Talebani?
Ed il caso vuole che Donya diventi scrittrice dei biglietti della fortuna inseriti nei biscotti, nessuno crede a quei biglietti, ma essi, nonostante tutto, riescono a farci entrare per un attimo in un mondo migliore. Sottolineo che alcuni di quei biglietti sono indimenticabili. Il caso fa andare la ragazza ad un appuntamento lontano e fermare l’auto da un carrozziere…. Tutti i personaggi sono descritti con grande umanità, a volte con poche parole, che però raccontano una vita intera come la compagna di lavoro, che continua a mangiare ed ingrassare per non essere come la madre che è magra o il vicino di casa che restituisce il veleno per topi perché ha letto che procura una lunga agonia e dice che non lo ha usato perché in fondo il topo era piccolissimo.
Non ci resta che sperare che arrivi nelle sale italiane.
Valutazione 8 / 10
Luciana Burlin