- ROMA, SANTA E DANNATA, (Recensione di Catello Masullo)
(credits e sinossi da cinematografo.it)
- ROMA, SANTA E DANNATA
ITALIA 2023
Sinossi: Un viaggio nella notte romana dove Roberto D’Agostino racconterà all’amico Marco Giusti, ripresi da Daniele Ciprì, perché Roma è una città, come la sedia elettrica è una sedia. Città unica e infernale, capace di tutto. D’accordo con Vincent van Gogh (“La notte è la cosa migliore che possa accadere al giorno. La notte è più colorata”), Dago & Giusti intraprendono il viaggio al calar delle tenebre perché è di notte che si percepisce meglio il frastuono del mondo. È di notte che il cambiamento dei costumi sociali s’impone. È la notte che racconta al meglio quello che sta succedendo alla nostra vita, più di qualsiasi saggio sociologico.
Regia: Daniele Ciprì
Attori: Roberto D’Agostino, Marco Giusti, Carlo Verdone, Massimo Ceccherini, Vera Gemma, Sandra Milo, Enrico Vanzina, Vladimir Luxuria
Soggetto: Roberto D’Agostino, Marco Giusti
Sceneggiatura: Roberto D’Agostino, Marco Giusti
Fotografia: Daniele Ciprì
Montaggio: Federica Forcesi
Durata: 91′
Colore: C
Genere: DOCUMENTARIO
Produzione: THE APARTMENT, KAVAC FILM, CON RAI CINEMA
Distribuzione: ALTRE STORIE
Data uscita: 2023-11-06
NOTE
PRESENTATO IN SPECIAL SCREENING ALLA XVIII FESTA DEL CINEMA DI ROMA (2023)
Recensione di Catello Masullo: Roma secondo Roberto D’Agostino, con la complicità di Marco Giusti ed alcuni testimoni d’eccezione. Un film frizzante, divertente, a tratti irresistibile, come lo è il grande “Dago”. Un film coltissimo, dove si impara moltissimo. Imprescindibile, per capire perché Roma è eterna, inintelligibile, inconquistabile (tutti quelli che vengono da fuori vengono in breve tempo “romanizzati”), immutabile, fascinosa ed avvolgente. Imperdibile.
Curiosità, ho chiesto ai registi: “Nei titoli di testa si legge Paolo Sorrentino produttore creativo. In che misura lo è stato, creativo? I critici sono fissati con i riferimenti. Che magari non ci sono. La scelta di fare tutto su un barcone sul Tevere è per “la grande bellezza” degli scorci fotografati splendidamente da Ciprì, oppure per una “dolce vita” sull’acqua?” (Se non fosse stato troppo impertinente, avrei forse potuto aggiungere, come terza spiegazione dell’ambientazione sul Tevere la “fluvialità” di Roberto D’Agostino, inarrestabile…, anche in conferenza stampa di presentazione alla Festa). Queste le risposte: “Giusti: il progetto nasce che stavano in pandemia. Chi potrebbe raccontare Roma? Esce Dago. Chiamo Dago che mi tiene subito un’ora al telefono con almeno 10 storie. Ci vediamo a chiamiamo Paolo Sorrentino, che voleva fare il film come regista. Siamo andati avanti per un anno. Erano 8 o 9 puntate che abbiamo pure scritto”. Il produttore: “il progetto è rimasto ed è diventato questo film”. Ancora Giusti: “abbiamo contattato Ciprì, il film è su Roma, ma come Dago racconta Roma. Il gioco era su di lui”. Dago (Roberto D’Agostino): “dove finisce la grande bellezza Sorrentino? Sul fiume. Dove comincia la dolce vita? Sul fiume. Abbiamo l’altra faccia della vestaglia”. Giusti: “non abbiamo mai chiesto scusa…”.
Valutazione sintetica: 7.5