TEHACHAPI,recensione di Catello Masullo
(credits e sinossi da mymovies)
TEHACHAPI
Regia di J.R..
Genere Documentario – Francia, 2023,
durata 92 minuti.
Sinossi: Tehachapi è un carcere di massima sicurezza in California, dove lo street artist francese JR per tre anni sviluppa un programma di fotografia coinvolgendo i detenuti ma anche familiari, secondini e persone sopravvissute a crimini. La sua arte, celebre per i ritratti fotografici di enormi dimensioni, trova qui nuove declinazioni: rappresentazione di gente comune; riqualificazione di non-luoghi; riabilitazione di persone che imparano a vedere in modo diverso se stessi, le mura della prigione e lo spazio vuoto del deserto circostante. Per chiedersi se l’arte può davvero cambiare il mondo e come possono cambiare le persone.
Recensione di Catello Masullo: Tehachapi è una minuscola cittadina di montagna della California, che non arriva a 15.000 abitanti, ma è famigerata perché ospita un carcere di massima sicurezza. Di quelli che negli USA ospita detenuti per i quali si getta via la chiave. E dove chi si comporta male viene costretto, anche per anni, in gabbie all’aperto come nei canili. E dove ci sono detenuti condannati all’ergastolo che non hanno ancora raggiunto la maggiore età. Proprio in questo carcere l’artista JR, famoso per tappezzare i luoghi del mondo con gigantografie di vario genere (ma non digiuno di cinema, ha lavorato con Agnès Varda e De Niro) ha avuto l’autorizzazione a mettere in pratica un progetto con i detenuti. I risultati sono stati stupefacenti. Un esempio fulgido di integrazione, che arriva perfino a realizzare il miracolo di medico di religione ebraico che si presta a cancellare il tatuaggio di una svastica nazista dal volto di un ex detenuto.
Curiosità, ho chiesto al regista: “nei titoli di coda mi ha fatto piacere leggere che degli 11 detenuti che avevano partecipato al progetto e che sono stati rilasciati, nessuno è rientrato in carcere. Hai studiato le statistiche carcerarie degli USA? In Italia la recidiva, che è mediante altissima anche superiore all’80%, crolla a meno del 15 % per i detenuti coinvolti in attività lavorative o culturali. Negli USA se facessimo il rapporto con i detenuti italiani in percentuale della popolazione non ci dovrebbero essere più di 350.000 detenuti, invece sono oltre 2 milioni, perché negli USA le carceri sono appaltate ad aziende private che hanno tutto l’interesse che il numero dei detenuti sia più alto possibile e fa lobby sia sulla politica che sul sistema giudiziario per la tolleranza zero per rendere molto facile la carcerazione anche per reati lievi e senza alcun allarme sociale”. JR ha così risposto: “è proprio vero. Kevin era il rimo detenuto ad uscire ed è il primo che continuerà questo progetto in altri penitenziari”.
Valutazione Sintetica: 7.5